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Nick: Mach
Oggetto: Calipari...
Data: 17/1/2006 17.11.1
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La procura di Roma ha chiuso le indagini sulla morte di Nicola Calipari ed il ferimento di Giuliana Sgrena e del maggiore del Sismi, Andrea Carpani, a bordo dell'auto che il 4 marzo 2005 fu presa di mira ad un check-point a Baghdad. I pm contestano a Mario Lozano, il soldato Usa che sparò sulla vettura, i reati di omicidio volontario e di tentato omicidio. Per il marine si profila la richiesta di rinvio a giudizio.
Dalle indagini è emerso che Lozano fece fuoco contro l'auto con un mitragliatore automatico, violando le regole di ingaggio e accettando il rischio di creare un danno agli occupanti del veicolo. Calipari fu raggiunto mortalmente alla testa da un proiettile che poi ferì ad una spalla Giuliana Sgrena, che stava accompagnando in aeroporto dopo che i suoi sequestratori l'avevano liberata. Anche Carpani fu colpito.

Cinque esperti tecnici nominati dalla Procura romana hanno accertato che la Toyota fu trafitta da almeno sette proiettili, i primi esplosi da una distanza compresa tra 100 e 130 metri, gli ultimi da una distanza compresa tra 45 e 65 metri. Tre furono le raffiche, la prima quando la vettura viaggiava intorno ai 60-65 km/h, la seconda quando procedeva tra i 44 e i 54 km/h. Gli ultimi colpi furono sparati quando la vettura era ormai praticamente ferma. Uno solo dei proiettili avrebbe colpito parti meccaniche del motore, causando danni inidonei a determinare l'arresto dell'auto.

Al momento degli spari, il sergente Lozano si trovava su una torretta. A lui si risalì utilizzando quanto emergeva dalla relazione della Commissione amministrativa statunitense (anche se i nomi della pattuglia erano stati coperti da omissis poi smascherati con un banale sistema di decriptazione) e sulla base di un rapporto presentato in Procura dai carabinieri del Ros. Agli atti dell'inchiesta, tra le altre, le dichiarazioni testimoniali della Sgrena e di Carpani, che si sono detti fermamente convinti che la Toyota viaggiasse a velocità ridotta e non a circa 88 km/h come sosteneva il rapporto americano.

Il rapporto: "I 58 colpi di Lozano"
Secondo il rapporto della Procura, il mitragliere americano Mario Lozano era "inesperto e stressato", con troppi compiti da assolvere. La sera dell'uccisione di Calipari il sergente centrò con 11 colpi (sui 58 da lui complessivamente sparati) la Toyota sulla quale viaggiavano gli agenti del Sismi Nicola Calipari ed Andrea Carpani e la giornalista Giuliana Sgrena.

Il militare americano, 35 anni, newyorkese del Bronx, due figlie di 12 e 15 anni, appartenente alla New York Army National Guard, quel giorno svolgeva il compito di mitragliere del veicolo di blocco al Check point 541, disposto sulla Route Irish, strada che collega il centro di Baghdad all'aeroporto. Il suo reparto, il Battaglione di artiglieria, era arrivato nella capitale irachena il 22 febbraio e dal giorno successivo faceva affiancamento con l'unità precedentemente impiegata nel sito, il Battaglione C. Quella del 4 marzo era l' ultima sera di affiancamento. Lozano, aveva molteplici compiti: doveva rimanere nella torretta, rivolto verso Nord in direzione della sommità della rampa verso il traffico entrante. Di lì egli doveva azionare una torcia manuale ad alto potenziale da tremilioni di candele, che doveva accendere in direzione dei veicoli in avvicinamento.

Qualora le segnalazioni luminose fossero risultate inefficaci, avrebbe dovuto sparare colpi di avvertimento mirando a sinistra del veicolo che stava percorrendo la rampa. A quel punto, se il veicolo avesse continuato ad avvicinarsi, avrebbe dovuto riallineare l'arma e usarla per disabilitare il veicolo, mirando al motore ed alle ruote. Infine, qualora il veicolo non si fosse ancora fermato, avrebbe dovuto continuare a sparare per ingaggiare anche l'abitacolo del veicolo. Solo 5 giorni prima il militare era stato riaddestrato all'uso della mitragliatrice M240B.

Quella sera, dunque, Lozano era sulla torretta quando la Toyota Corolla guidata da Carpani si avvicinò al posto di blocco ad una velocità che, secondo le diverse testimonianze dei militari americani, varia da 50 a 80 miglia orarie. Testimonianze che, sottolinea il rapporto, "sembrano viziate da fattori emotivi". Ad esempio, il mitragliere "si è sentito minacciato ed ha detto di aver pensato alle figlie nel mentre contava freneticamente i secondi, osservava lo spazio percorso dalla vettura, svolgeva le operazioni matematiche necessarie a calcolare la velocità del veicolo che si avvicina inesorabile, urlava a squarciagola, ma nessun altro soldato ha sentito le grida urlate per farsi sentire dal conducente della Toyota, azionava con la mano destra colpi di avvertimento in mezzo al prato alla sua sinistra, buttava via la lampada cambiando contestualmente le condizioni di illuminazione della rampa con entrambe le mani, la girava verso la vettura ormai giunta ad una distanza troppo ravvicinata per una sospetta autobomba, mirava e sparava avanti alla vettura per cercare di colpire motore e ruote. Il tutto - si rileva - in una manciata di secondi".

E così il mitragliere ha sparato "almeno due raffiche ravvicinate con la sua M240B, una breve ed una lunga". Gli 11 proiettili calibro 7.62 che hanno colpito la vettura provenivano, secondo i periti legali, dalla stessa M240B (numero di serie U87744), ossia quella impiegata da Lozano. Quando la pattuglia si è resa conto dell' errore, cioè che degli italiani erano finiti sotto il fuoco, uno dei militari americani presenti al Check point ha detto al mitragliere "di mettersi al posto di guida, perché non voleva che vedesse ciò che aveva fatto". Di Lozano adesso si sarebbero perse le tracce: al suo domicilio di New York non risponde più nessuno e, secondo quanto si è appreso da fonti investigative, si sarebbe trasferito in un'altra località, attualmente sconosciuta

da tgcom.it
"Quando c'è l'amore c'è tutto". "No ti sbagli, chella è 'a salute".

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Calipari...   17/1/2006 17.11.1 (52 visite)   Mach
   re:Calipari...   17/1/2006 17.15.58 (13 visite)   Daniele84 (ultimo)

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