Nick: Caledone Oggetto: se la sinistra apprezzaI fasci Data: 21/1/2006 13.26.9 Visite: 82
da il corriere della sera Oreste Scalzone, fondatore di Pot.Op. e dell’Autonomia, entra nel poverone di "Cuori Neri" e scudiscia la sinistra "Penso che per un lungo tempo ci sia stato uno squilibrio, una sequenza di morti delegittimati anche nella memoria. Una stagione di latenza insurrezionale subacuta e cronica di microguerra civile strisciante in cui ognuno tendeva a ricordare soltanto le vittime della propria parte. Una sindrome che dura ancora. La verità è rivoluzionaria? Allora ben venga il libro di Luca Telese a raccontarci le vicende di questi giovani neofascisti caduti negli scontri con la sinistra extraparlamentare o vittime della polizia. Un’opera utile quanto quella di Giampaolo Pansa, che ha svelato il sangue dei vinti della Repubblica Sociale". Oreste Scalzone, fondatore di Potere Operaio e da tempo esule a Parigi, non ha esitazioni a lanciarsi in questo inatteso elogio di Luca Telese, un giornalista di 35 anni, estraneo a quella stagione e che ha deciso di raccontare in "Cuori Neri" la vicenda di ventuno militanti del Movimento sociale (e non solo!) per lo più giovanissime, vittime tra il 1970 e il 1983 della sinistra violenta. "Nemico certo non significa demone – continua Scalzone – anche per noi di Potere Operaio arrivati al terreno della guerra sociale. Ma l’errore che ha fatto e continua a fare gran parte della sinistra è di considerarsi eticamente superiore al nemico o all’avversario. Proprio di recente ho sentito un intellettuale stigmatizzare il suo interlocutore con la parola ‘oggettivamente’. Tu sei oggettivamente… Questa secondo me è un’aberrazione, un crimine di parola". Non ha pentimenti Scalzone: "mi considero un sovversivo a vita" e forse proprio per questo sul libro di Telese vuol dire altre due cose scomode. "La prima è che il racconto di quei ventuno morti aiuta a ribaltare l’immagine di Potere Operaio costruita dal sistema mediatico durante le recenti rivelazioni del rogo di Primavalle. Pot.Op. è stato indicato come l’unico autore di atti di questo genere. Invece le responsabilità sono diffuse e riguardano componenti importanti della sinistra oltre naturalmente alla destra e ai pubblici poteri". La rimozione per Scalzone "non è soltanto una forma di occultamento, porta anche a colpevolizzare gli altri. Ma il dovere di ricordare si deve accompagnare al diritto all’oblio".
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