Nick: ILReDavid Oggetto: Maxi Orgia Cinese!!! Data: 25/10/2003 16.59.40 Visite: 249
Cina, scandalo per maxi-orgia 400 giapponesi incontrano 500 lucciole Rischia di sfociare in una crisi diplomatica lo scandalo della maxi-orgia avvenuta in Cina e che avrebbe coinvolto 400 turisti giapponesi e 500 prostitute cinesi. Un fatto che dalle prime pagine dei giornali è arrivato a interessare le diplomazie dei due Paesi. Il Giappone si scusa per i "riprovevoli fatti" avvvenuti il 18 settembre scorso: anniversario dell'invasione giapponese in Manciuria nel 1931. La presunta maxi-orgia rischia infatti di essere vista dalla Cina come un nuovo sfregio alla sua immagine e dignità. Forse ancor più grave della sconfitta del '31 in seguito all'invasione giapponese. Il governo di Tokyo, visibilmente imbarazzato, cerca in queste ore di evitare che una storia del genere possa davvero mettere in difficoltà le relazioni diplomatiche con Pechino. " Se risulterà vera, l'orgia collettiva, prima ancora di ogni considerazione legale, comporta un problema ancora più fondamentale. E cioe' che ci siano persone che fanno viaggi all'estero con l'obiettivo di calpestare la dignità delle donne", ha detto ai giornalisti il ministro degli esteri Yoriko Kawaguchim, una delle tre donne del nuovo governo del premier Junichiro Koizumi, varato otto giorni fa. E l'affare è assai più delicato che una semplice storia da rotocalco. Ieri il ministero degli esteri cinese aveva convocato a Pechino il numero due dell'ambasciata giapponese per una protesta. Lo scandalo è stato denunciato due giorni fa dalla stampa cinese che ha riferito di una gigantesca orgia collettiva oreganizzata da centinaia di turisti giapponesi in un albergo di Zhuhai, confinante con la regione autonoma di Macao. L'orgia sarebbe avvenuta il 18 settembre, anniversario dell'invasione giapponese in Manciuria nel 1931. Secondo le notizie dei giornali cinesi, i turisti giapponesi, quasi tutti giovani, avrebbero chiesto alla direzione dell'albergo di esporre la bandiera nazionale del Sol Levante per festeggiare l'avvenimento, ottenendo però un rifiuto.
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