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Nick: GUERRI3RO
Oggetto: sky comincia a tremare
Data: 25/10/2003 19.19.38
Visite: 244

Caccia ai pirati L’hacker individuato dalla Guardia di Finanza a Pozzuoli: è il primo della stagione, indagini estese in tutta Italia
A Napoli una tessera falsificata costa 200 euro, offrono un anno di “garanzia”

Si è estesa a Napoli e in tutta Italia l’indagine avviata dalla Guardia di Finanza e che ha portato alla denuncia a piede libero di un elettricista di Quarto Flegreo che modificava le card degli ex gruppi Tele+ e Stream, ora fusi nel network Sky che tra l’altro detiene i diritti delle partite di calcio del Napoli di Agostinelli. Le Fiamme Gialle sulla vicenda e sull’inchiesta che si è aperta, in realtà conservano il massimo riserbo possibile, giacchè la notizia che riguarda il “professionista del pezzotto” si è diffusa in un baleno, facendo squillare l’allarme negli ambienti dove già operavano in passato tecnici che modificavano le smart card, all’epoca vendute a brezzi bassissimi: bastavano appena ventimila lire mensili per godere dei programmi criptati delle due emittenti.
Proprio quelle card di allora, hanno acquisito ora un valore non indifferente, giacchè dopo un periodo di studio e di ricerca da parte dei pirati, è stato possibile modificarle accedendo così ai nuovi pacchetti criptati di Sky. L’indagine dei finanzieri è puntata in particolare su alcuni quartieri della città, mentre proseguono le ricerche a Quarto, per verificare l’esistenza o meno di una “centrale” che potrebbe però avere la sua sede a Napoli, tra piazza Mercato e piazza Garibaldi, due zone considerate in passato il mercato del “taroccato” e dove ancora oggi sono smerciate card falsificate. Coloro che sono riusciti a modificare le schede non appartengono necessariamente però al mondo malavitoso, in diversi casi si tratta anche di professionisti veri e propri, ingegneri o tecnici in grado di riattivare le vecchie card, poi rivendute tramite un diverso giro, si sospettano vere e proprie organizzazioni la cui ampiezza è da valutare.
D’altra parte il costo di una card pezzottata è tale da far immaginare agli investigatori che si tratta di un giro di affari illecito di un certo spessore: per una scheda truccata vengono chiesti ben 200 euro, un prezzo che pur essendo salato e che corrisponde a quello dell’abbonamento regolare a Sky, tutto sommato l’acquirente considera accettabile giacchè i rivenditori non esitano ad offrire perfino una garanzia di efficienza sulla durata di un anno. Ma anche sotto questo profilo si manifesta fin troppo evidente la truffa, giacchè l’aggiornamento delle card è inevitabilmente legato a quello degli abbonamenti reali di cui la scadenza non può essere nota ai pirati. Può succedere che improvvisamente la card pezzottata perda la sua efficacia, mandando in fumo i duecento euro spesi per acquistare la carta clonata.
A Napoli in particolare la maggiore vendita delle card – anche in passato – è quella legata alle partite di calcio della squadra cittadina. Il fenomeno dilagante si era però addirittura arrestato nel momento in cui sia Tele+ che Stream, ricorsero a dei nuovi codici che impedirono inizialmente le clonazioni. Adesso la situazione rischia di ritornare a quei livelli, se non più forti, anche perché i finanzieri hanno accertato le varie ramificazioni della tecnica del clono: il “professionista del pezzotto” di Quarto Flegreo abilitava alla ricezione anche altri sistemi di comunicazione televisiva, intervenendo sui ricevitori satellitari attraverso computer, componenti elettronici e varie schede. La vicenda, ora circondata dal riserbo degli inquirenti, ha posto in allarme il mondo dell’informatica illegale e quelli che finora avevano riaperto le vendite delle smart card falsificate, adesso si sono cuciti del tutto la bocca.

«Bloccato l’aggiornamento dei codici Ma è un “miracolo” che dura poco»

Bastava scaricare da internet i codici con i quali Stream e Tele+ criptavano le trasmissioni via satellite e con un programmatore, collegato a un computer, “caricarli” sulla eprom (ovvero la memoria) di una fun card vergine. Più o meno era come copiare su una scheda nuova i codici segreti della banda magnetica del bancomat di qualcuno, impossessarsi del suo codice pin e andare a prelevare in uno sportello, con l’unica differenza di non avere limiti giornalieri.
Questo è quanto accadeva fino all’avvento del nuovo sistema di trasmissione satellitare Seca2, il quale ha consentito ai gestori del servizio di cambiare in continuazione i codici di criptaggio (pin), limitando la visione attraverso le “schede truccate” al massimo solo per poche ore: il tempo del criptaggio appunto. Oggi Sky utilizza lo stesso sistema criptografico, ancor più protetto. Creare dunque dal nulla una fun card pirata come avveniva qualche anno fa è complicatissimo. E soprattutto la spesa (circa 200 euro) non vale l’affare, considerando che la scheda “truccata” dura poche ore e che un regolare abbonamento base a Sky costa circa 380 euro per tutto l’anno.
Per gli esperti di Sky creare una card pirata dal nulla è addirittura impossibile. È vero però che una fun card regolare può essere clonata. Almeno stando a quanto ha scoperto la Guardia di Finanza a Napoli. Le schede da loro sequestrate, infatti, erano copie di eprom (in poche parole il microchip della scheda che inseriamo nel nostro decoder) di una fun regolarmente acquistata in un negozio, sottoscrivendo l’abbonamento. «Ma anche queste schede hanno vita breve», assicura Claudio Caroselli, dirigente della divisione operativa della polizia postale di Roma, che coordina una squadra di esperti a caccia di pirati informatici. «Quelle di Napoli - spiega l’investigatore - sono schede “copiate”. E per funzionare, poi, hanno bisogno di un blocker, un congegno che ritarda il criptaggio da parte del gestore delle trasmissioni satellitari. Come? Impedendo l’aggiornamento continuo dei famosi “codici di sicurezza”. Ma anche questo sistema pirata non garantisce una lunga “vita” alla fun card. E il costo, tra acquisto della smart-card illegale e del blocker (più o meno 100 euro) non vale certo l’affare».

L’azienda insiste: «Siamo blindati»

«Per noi non esiste una vera e propria pirateria. Semmai una truffa ai danni di questi cittadini che spendono cento, duecento euro per comprare una smart card che al massimo gli consentirà di vedere i nostri programmi per qualche settimana. Abbonandosi regolarmente, cioè, avrebbero speso meno».
A Sky non hanno dubbi, solo granitiche certezze: il sistema importato da Rupert Murdoch dall’Inghilterra rende impossibile clonare le tessere di accesso ai canali criptati. Certo, un bravo hacker può sempre farcela, ma a prezzo di virtuosismi tecnologici che non sono alla portata del comune telespettatore e soprattutto non sono commerciabili su vasta scala. Anche perché - fanno notare a Sky - i nostri codici di accesso ruotano vorticosamente e quello che vale per una settimana non è più buono per vedere quella successiva.
Certo, tanta sicurezza ostentata può venire dalla necessità di tutelare il mercato. Natale è alle porte; in molti pensano a regalarsi l’abbonamento a Sky e l’idea di risparmiare con una tessera ”taroccata” può quantomeno ritardare l’acquisto.
Ma a Sky giurano che non è così, «Abbiamo fatto 300.000 nuovi abbonamenti in due mesi e mezzo - spiegano - e contemporaneamente le parabole sui tetti non sono aumentate più di tanto. Questo significa che i ”pirati” di Stream e D+ hanno capito che con noi non la spuntano e si stanno mettendo in regola.




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sky comincia a tremare   25/10/2003 19.19.38 (243 visite)   GUERRI3RO
   re:sky comincia a tremare   25/10/2003 19.25.17 (59 visite)   Bostik
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