Il suo debutto politico inizia all'insegna dei cavilli. Silvio Berlusconi, infatti, per la mai abrogata legge 361 del 1957 (che all'articolo 10 afferma: "Non sono eleggibili (...) coloro che (...) risultino vincolati con lo Stato (...) per concessioni o autorizzazioni amministrative di notevole entità economica") risulta ineleggibile. Tuttavia, la Giunta per le elezioni, anche grazie ad una parte degli esponenti dei PDS del neo-segretario Massimo D'Alema, decise di rigettare il ricorso, permettendo l'ascesa politica di Berlusconi.
In Italia, Silvio Berlusconi è stato al centro di diverse accuse di corruzione e falso in bilancio relative al periodo precedente il suo ingresso in politica; nei confronti dei giudici italiani ha espresso più volte pubblicamente perplessità. Il suo nome è inoltre stato trovato nelle liste della organizzazione massonica P2, con il numero di tessera 1816 e il grado di "apprendista muratore". Berlusconi è stato inoltre indagato dalla procura di Palermo per il reato di concorso esterno in associazione mafiosa e riciclaggio di denaro sporco, ma le indagini sono state archiviate su richiesta della Procura stessa per scadenza dei termini massimi concessi per indagare. È stato riconosciuto colpevole del reato di falsa testimonianza, ma non è mai stato condannato grazie all'amnistia. Da una intervista concessa da Paolo Borsellino a una televisione francese pochi giorni prima di morire, acquisita come prova per le indagini sulla strage di via D'Amelio, alcuni personaggi di Publitalia del calibro di Marcello Dell'Utri erano al centro di una indagine della Procura di Palermo sui rapporti tra le cosche mafiose e l'impero economico di Berlusconi.
La corte d'appello di Venezia, nel 1990, dichiara Berlusconi colpevole di aver giurato il falso davanti al Tribunale di Verona a proposito della sua iscrizione alla P2 ed ha applicato l'amnistia, stabilita nel 1990, chiesta dal Procuratore generale. La Corte di Cassazione nel 1991 conferma la sentenza.
In appello è stata applicata l'amnistia in uno dei quattro capi d'accusa in merito all'acquisto dei terreni circostanti la sua Villa di Macherio
Nel 1998 la sentenza di primo grado lo condanna a due anni e quattro mesi per i 21 miliardi versati tramite il conto All Iberian a Bettino Craxi. La sentenza di Appello (secondo grado) sancisce che il reato è estinto per prescrizione (è passato troppo tempo) e che «per nessuno degli imputati emerge dagli atti l'evidenza dell'innocenza». La sentenza definitiva (terzo grado, 22 novembre 2000, Corte di Cassazione) conferma la sentenza d'appello, e condanna Berlusconi al pagamento delle spese processuali. Ecco un estratto della sentenza definitiva:
Berlusconi era accusato (assieme a Cesare Previti, Attilio Pacifico, Giovanni Acampora e Vittorio Metta) di concorso in corruzione in atti giudiziari (art.319 ter del codice penale), per aver pagato i giudici di Roma in modo da ottenere una decisione a suo favore nel Lodo Mondadori, che doveva decidere la proprietà della casa editrice.
Cesare Previti è stato condannato in primo grado, mentre per questo stesso episodio Berlusconi, ha ottenuto la prescrizione del reato di "corruzione semplice" ed ha evitato la condanna.
I giudici della quinta sezione della Corte d'Appello hanno infatti ritenuto che nei confronti di Silvio Berlusconi è ipotizzabile il reato di "corruzione semplice", e non quello più grave di "corruzione in atti giudiziari", abbracciando la tesi che tra il 1990 e 1992 (periodo dei fatti contestati) l'art.319 ter non prevedeva pene per l'eventuale corruttore. Hanno inoltre confermato la concessione delle attenuanti generiche, estinguendo però il reato per intervenuta prescrizione secondo i termini di legge. La Corte di Cassazione ha infine confermato la sentenza d'Appello.
Ecco un estratto della sentenza definitiva:
Si veda anche: articolo de La Repubblica
Per il capo di accusa A del suddetto processo SME Silvio Berlusconi beneficia della prescrizione, ecco il dispositivo della sentenza formulato il 10 Dicembre 2004 dai giudici della Prima Sezione Penale di Milano: Visto l'articolo 531 CPP dichiara non doversi procedere nei confronti di Berlusconi Silvio in ordine al reato di corruzione ascrittogli al capo A) limitatamente al bonifico in data 06-07 marzo 1991 perché, qualificato il fatto per l'imputato come violazione degli articoli 319 e 321 C.P. e riconosciute le circostanze attenuanti generiche, lo stesso è estinto per intervenuta prescrizione; visto l'articolo 530 CO.2 C.P.P. assolve Berlusconi Silvio dal reato di corruzione relativo al bonifico in data 26-29 luglio 1988 contestato al capo A) per non aver commesso il fatto; visto l'articolo 530 C.P.P. assolve Berlusconi Silvio dagli altri fatti di corruzione contestati al capo A) per non aver commesso il fatto; Visto l'articolo 530 CO.2 C.P.P., assolve Berlusconi Silvio dal reato di corruzione a lui ascritto al capo B) perché il fatto non sussiste.
Con la sentenza del 10 Dicembre 2004 i giudici di primo grado del Tribunale di Milano hanno riconosciuto che
Questa conclusione è maturata anche grazie alle rogatorie internazionali giunte dalla Svizzera. Esse furono oggetto di aspro confronto, in quanto Berlusconi ha sempre sostenuto che fossero documenti falsificati. Durante il processo, il governo Berlusconi II varò una legge che introduceva norme più restrittive per accertare l'autenticità e la provenienza delle rogatorie internazionali, suscitando la reazione delle opposizioni che giudicavano tale legge una inutile burocrazia. Ad ogni modo, tali documenti mostravano dei versamenti di 434.404 dollari da un conto della Fininvest ad uno di Previti, dal quale infine giunsero ad un conto di Squillante.
Nella sentenza i giudici, pur ritenendo colpevole Berlusconi del reato imputatogli, gli concedettero le attenuanti generiche, che tra gli altri effetti dimezzano i termini di prescrizione di quel reato da 15 a sette anni e mezzo; l'effetto pratico è stato che il reato commesso è stato estinto per prescrizione, situazione che è giuridicamente diversa dall'innocenza, anche se porta ad effetti pratici simili (non porta a limitazioni della libertà personale e lascia inalterata la fedina penale, ma condanna al pagamento delle spese processuali e non fornisce la riabilitazione morale).
Gli avvocati di Berlusconi hanno fatto ricorso in Appello per ottenere una assoluzione piena, sostenendo che Silvio Berlusconi non si è mai occupato di vicende amministrative e finanziarie del gruppo. Il processo di appello, indetto per il 18 luglio 2005, è stato rimandato sine die in attesa che gli atti processuali di primo grado vengano acquisiti dalla corte.
http://it.wikipedia.org/wiki/Berlusconi
questo è solo un estratto, sul sito wikipedia troverete il resto.
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