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Nick: *MuadDib*
Oggetto: apprendista muratore...
Data: 29/1/2006 1.14.17
Visite: 157

ciao, ecco un ennesimo post su una cara persona che sicuramente significa molto per tutti noi... anche se magari in modi diversi... questa persona, oltre a tante altre cose, è un uomo politico... tantissimi parlano di lui... si è detto praticamente tutto e il contrario di tutto... ma pochi sanno veramente chi è questo bell'uomo... ecco una possibilità per chi ancora non sa tutto di lui... queste informazioni sono state reperite su www.wikipedia.org , un'enciclopedia online, alla voce "silvio berlusconi"... p.s. anche se è un po' lunghetto il testo da leggere vi assicuro che ne vale la pena: ci sono proprio tante cosette interessanti... ciao!!!

Silvio Berlusconi (Milano, 29 settembre 1936) è l'attuale Presidente del Consiglio dei Ministri del 59° governo della Repubblica Italiana. Imprenditore e politico - secondo Forbes è oggi l'uomo più ricco d'Italia, con un patrimonio stimato nel 2005 in 12 miliardi di dollari - è il leader di Forza Italia, il movimento politico da lui fondato.

Indice [nascondi]
1 Note familiari
2 Formazione
3 Altre note biografiche antecedenti la carriera politica
4 Attività imprenditoriale
4.1 Edilizia
4.2 Televisioni
4.3 Editoria
4.4 Altro (Commercio, Milan)
5 Attività politica
5.1 La discesa in campo
5.2 La questione dell'ineleggibilità
5.3 Campagna elettorale ed elezioni del 1994
5.4 Cenni generali
5.5 Governi presieduti
6 Conflitto di interessi e "Par Condicio"
7 Il "berlusconismo"
8 Televisione
8.1 La legge Gasparri e Retequattro
9 Come Berlusconi viene visto dall'opinione pubblica
9.1 All'estero
9.1.1 Gran Bretagna
9.1.2 Stati Uniti d'America
9.1.3 Svezia
10 Procedimenti giudiziari a carico di Berlusconi
10.1 Procedimenti conclusi con un'assoluzione
10.2 Procedimenti nei quali è stato giudicato colpevole, ma i reati commessi sono coperti da amnistia
10.2.1 Dichiarazioni sulla P2
10.2.2 Falso in bilancio nell'acquisto di terreni
10.3 Procedimenti nei quali ha goduto della prescrizione per i reati oggetto d'accusa
10.3.1 Processo All iberian 1 (tangenti a Bettino Craxi)
10.3.2 Lodo Mondadori
10.3.3 Processo SME Capo di accusa A
10.4 Procedimenti conclusi con una condanna
10.5 Procedimenti in corso
10.5.1 Processo Sme-Ariosto (capo A, tangente al giudice R. Squillante)
11 Voci correlate
12 Bibliografia e riferimenti
13 Collegamenti esterni
13.1 Biografie
13.2 Siti dedicati
13.3 Articoli e opuscoli
13.4 In inglese




Note familiari
È il primogenito di Luigi Berlusconi, impiegato alla Banca Rasini, e Rosa Bossi, impiegata alla Pirelli. Fratello di Paolo, imprenditore e di Antonietta.

Si sposa nel 1965 con Carla Dall'Oglio , dalla quale ha avuto due figli: Maria Elvira detta Marina (1966) e Piersilvio (1968). Nel 1985 divorzia e ufficializza il legame con Veronica Lario (pseudomino di Miriam Bertolini), attrice, che sposa nel 1990. Da lei ha avuto tre figli: Barbara (1984), Eleonora (1986) e Luigi (1988).


Formazione
Nel 1954 consegue la maturità classica al liceo salesiano S. Ambrogio di Milano e si iscrive alla facoltà di Giurisprudenza presso l'Università Statale, dove si laurea in legge nel 1961 con lode, presentando una tesi sul contratto pubblicitario, con la quale vince una borsa di studio di 2 milioni di lire messa in palio dall'agenzia pubblicitaria Manzoni. In seguito non svolgerà il servizio militare obbligatorio.


Altre note biografiche antecedenti la carriera politica
All'università conosce Marcello Dell'Utri, che diverrà suo braccio destro negli affari e in politica, quando si occuperà della creazione del suo partito.

Il 7 luglio 1974 Dell'Utri porta il giovane mafioso Vittorio Mangano, da Palermo nella villa ad Arcore di Berlusconi, che lo assume col ruolo ufficiale di fattore e stalliere. Ma Mangano si occuperà anche di accompagnare i figli di Berlusconi a scuola e di curare la sicurezza della villa. Berlusconi lo ebbe alle sue dipendenze fino alla fine del 1976, quando spontaneamente se ne andò, anche se scontò in quel periodo varie condanne ed era sospettato di aver rapito Luigi D'Angerio, amico di Silvio, il 7 dicembre 1974.

Il 26 maggio 1975 scoppia una bomba a ridosso di una abitazione di Berlusconi a Milano. Berlusconi dopo aver ricevuto varie minacce, si trasferirà per qualche mese con la famiglia in Svizzera e successivamente in Spagna.


Attività imprenditoriale

Edilizia
Inizia ad occuparsi di edilizia nel 1961 con l'acquisto di un terreno in via Alciati (Milano), suo socio il costruttore Pietro Canali, garante il banchiere Carlo Rasini. Nasce la Cantieri Riuniti Milanesi.

Nel 1963 fonda la Edilnord Sas: soci accomandanti Carlo Rasini e il commercialista svizzero Carlo Rezzonico. Il socio accomandante, cioè chi conferisce alla società i capitali, è la finanziaria Aktiengesellschaft für Immobilienlagen in Residenzzentren AG con sede a Lugano; gli anonimi capitali della finanziaria svizzera sono in parte depositati presso l'International Bank di Zurigo, e pervengono alla Edilnord Centri Residenziali attraverso la Banca Rasini.

Nel 1964 apre un cantiere a Brugherio per edificare alcuni condomini. Nel 1968 nasce l'Edilnord 2, acquistando terreni nel comune di Segrate, dove sorgerà Milano 2. Nel 1969 Brugherio è completa con 1000 appartamenti venduti. All'epoca non mancò chi si pose interrogativi sulla provenienza degli ingenti capitali di cui disponeva il giovane imprenditore.

Nel 1973 fonda la Italcantieri Srl e acquista, tramite l'avvocato Cesare Previti, la villa Casati Stampa con tutti i terreni ad Arcore.


Televisioni
In seguito il suo campo d'azione diviene il mondo dei media: dopo avere fondato nel 1978 Telemilano, televisione privata a carattere locale, due anni dopo, provando ad aggirare la legge che vietava la presenza di una emittente non pubblica a livello nazionale, la espanse a tutta Italia. Diverse Procure della Repubblica intervennero provocando lo spegnimento della trasmissione.

La crescita degli ascolti nel 1980 fu dovuta al Mundialito, un torneo di calcio tra Uruguay, Argentina, Brasile, Germania, Italia e Olanda. Dopo una vivace campagna propagandistica a favore della visione in diretta, condotta da alcuni quotidiani nazionali (tra cui si distinsero il Corriere della Sera e la Gazzetta dello Sport, entrambi allora sotto l'influenza della loggia massonica P2, e Il Giornale, di cui lo stesso Berlusconi era azionista), nonostante gli iniziali pareri sfavorevoli da parte di ministri governativi, la RAI dovette concedere a Canale 5 l'uso del satellite e la diretta per la trasmissione in Lombardia e in differita, nel resto d'Italia. Con l'acquisto di Italia 1 nel 1982 dall'editore Edilio Rusconi e di Retequattro nel 1984 dal gruppo editoriale Mondadori il gruppo Fininvest, le cui attività nel campo dei media sono ora confluite in Mediaset, divenne il principale antagonista dell'ex monopolio televisivo RAI. Il 6 agosto 1990 la legge Mammì legalizzava l'impero televisivo di Berlusconi.


Editoria
Nel campo editoriale è azionista di maggioranza di due tra le principali case editrici italiane, Mondadori ed Einaudi, e di alcune minori (Elemond, Sperling&Kupfer, Grijalbo, Le Monnier, Pianeta scuola, Edizioni Frassinelli, Electa Napoli, Riccardo Ricciardi editore, editrice Poseidona). Nel campo della distribuzione audiovisiva è stato per un certo periodo socio in Blockbuster Italia; controlla inoltre il gruppo Medusa Cinema.


Altro (Commercio, Milan)
È anche proprietario della squadra di calcio del Milan, del quale per anni è stato anche presidente, vedendola diventare una delle compagini più forti a livello nazionale, riuscendo a vincere, in campo internazionale, quattro coppe dei campioni; è invece uscito dalla grande distribuzione dopo avere posseduto per vari anni il gruppo Standa (venduto al gruppo Coin: la parte non-food è passata sotto il marchio Oviesse) ed Euromercato (venduto a Carrefour).


Attività politica

La discesa in campo
Nel 1994 Silvio Berlusconi entra in politica fondando Forza Italia, un nuovo movimento e partito politico.

L'entrata in politica avvenne in un contesto sfavorevole per il gruppo Fininvest di Berlusconi, che già da circa due anni doveva far fronte a debiti largamente maggiori del capitale, a varie inchieste giudiziarie e ad un arresto delle entrate pubblicitarie televisive.

Secondo il rapporto annuale di Mediobanca i debiti del gruppo Berlusconi nel 1992 ammontavano a 7.140 miliardi di lire (2.947 finanziari a medio e lungo termine, 1.528 a breve termine e 2.665 commerciali). Il capitale netto della società ammontava invece a 'soli' 1.053 miliardi di lire. Nel 1993 gli introiti pubblicitari televisivi, dopo lunghi anni di elevata ed initerrotta crescita, si arrestano registrando crescita zero.

Fra il 1992 ed il 1993 la Fininvest è oggetto di varie inchieste giudiziarie da parte delle procure di Milano, Torino e Roma, riguardanti presunte tangenti (ai partiti per la gestione delle discariche lombarde e per le licenze del supermercato Le Gru di Grugliasco, a funzionari pubblici per la vendita dei <>, e altre ancora per gli spot sull'AIDS), le false fatture di Publitalia, i finanziamenti ai congressi di partito e le frequenze televisive.

Il 26 Gennaio 1994 Berlusconi trasmette in tv un discorso preregistrato di nove minuti, in cui annuncia agli italiani il suo ingresso in politica. In seguito sostenne più volte che il motivo della sua "scesa in campo" era di scongiurare il "pericolo comunista", cioè la vittoria dello schieramento di centrosinistra.


La questione dell'ineleggibilità
Il suo debutto politico inizia all'insegna dei cavilli. Silvio Berlusconi, infatti, per la mai abrogata legge 361 del 1957 (che all'articolo 10 afferma: "Non sono eleggibili (...) coloro che (...) risultino vincolati con lo Stato (...) per concessioni o autorizzazioni amministrative di notevole entità economica") risulta ineleggibile. Tuttavia, la Giunta per le elezioni, anche grazie ad una parte degli esponenti dei PDS del neo-segretario Massimo D'Alema, decise di rigettare il ricorso, permettendo l'ascesa politica di Berlusconi.


Campagna elettorale ed elezioni del 1994
Grazie anche ad una massiccia campagna elettorale per la quale Berlusconi sfrutta pienamente i propri canali mediatici e che scatenerà polemiche che si risolveranno nella cosidetta par condicio, le elezioni politiche del 27 Marzo 1994 si risolvono in un successo per il suo partito consociatosi in un'alleanza con Alleanza Nazionale di Gianfranco Fini e con la Lega Nord di Umberto Bossi; ma la sua prima esperienza di governo ha vita breve e si conclude in pochi mesi quando la Lega Nord ritira l'appoggio al Governo.


Cenni generali
Forza Italia è un movimento politico nato per identificarsi con il suo fondatore. Berlusconi si propone come liberale e liberista, l'alternativa alla vecchia politica, un imprenditore al servizio della politica. Il suo stile politico fa sì che si rivolga direttamente al popolo italiano con slogan semplici ed incisivi (Un presidente operaio, Un milione di posti di lavoro ad esempio): è celebre il suo contratto con gli italiani siglato in diretta televisiva alla trasmissione "Porta a porta" prima delle elezioni del 2001.

In linea di principio Berlusconi sostiene di voler trasferire le modalità di gestione di una grande azienda al governo della nazione: da qui l'insofferenza per la politica legata alle trattative tra i partiti e ai limiti che la Costituzione del 1948 pone al Presidente del Consiglio dei Ministri. Nella riforma costituzionale avviata nel corso del suo secondo governo, la parte che rafforza i poteri del premier è presentata da Berlusconi come il modo per rafforzare "l'amministratore delegato dell'Azienda Italia", chiunque egli sarà. D'altra parte, il governo Berlusconi II non è stato solamente il più lungo della Repubblica Italiana, ma anche quello in cui è stato sostituito il maggior numero di ministri. Questo modo di intendere la politica, viene tacciato come demagogico e populista dai suoi critici e avversari politici: l'intreccio di interessi imprenditoriali, mediatici e politici rende molto spesso difficile comprendere se, e in quanta parte, varie leggi promulgate nel secondo governo Berlusconi siano state fatte ad personam: tra di esse si annoverano la depenalizzazione del reato di falso in bilancio, la legge Cirami che amplia la possibilità di ricusare un collegio giudicante per "legittimo sospetto", la legge Gasparri sul riordino del sistema radiotelevisivo e delle comunicazioni in genere, il lodo Maccanico sulla sospensione dei procedimenti penali in corso, con conseguente allungamento dei termini di prescrizione, per le cinque maggiori cariche dello Stato. Il programma di governo è generalmente liberista: tra le leggi di riforma promulgate spiccano quelle dei sistemi pensionistico, giuridico e scolastico.

La riforma fiscale, che fa parte del Contratto con gli italiani, non è stata ancora completata. Sul realismo di questo progetto le opinioni professate da governo e opposizioni divergono sostanzialmente; il primo ha affermato che è già stato in buona parte realizzato, ed ha promesso che nel 2006 verranno dati ulteriori sgravi fiscali, le altre che per le classi meno abbienti gli scarsi sgravi sull'IRPEF (ora chiamata IRE) sono stati più che annullati dall'aumento delle imposte locali e indirette, come i bolli.

La politica estera italiana degli ultimi anni ha segnato un riavvicinamento al tradizionale rapporto che ha legato per molti anni l'Italia agli altri stati dell'Alleanza Atlantica, appoggiando gli Stati Uniti nella decisione della guerra in Iraq del 2003 (l'Italia comunque si è dichiarata non belligerante: ha inviato truppe solo nel dopoguerra e non come forza occupante). In ambito europeo, Berlusconi ha espresso pubblicamente la volontà di implementare relazioni cordiali con la Russia e quella di sostenere l'entrata della Turchia nell'Unione Europea. Il suo governo ha varato leggi più restrittive in merito all'immigrazione illegale (la legge Bossi-Fini) e con l'intento di fermare quella clandestina ha cercato cooperazione con i paesi dell'area mediterranea, volendo così garantire un controllo più adeguato alla frontiera meridionale dell'Unione Europea.


Governi presieduti
Governo Berlusconi I
Governo Berlusconi II
Governo Berlusconi III

Conflitto di interessi e "Par Condicio"
Con riferimento al controllo dei mezzi di informazione si intende per conflitto di interessi l'incompatibilità fra la proprietà di testate giornalistiche o di emittenti radio televisive con l'assunzione di cariche pubbliche tali da consentire al titolare di tali cariche di controllare o influenzare la gestione di altre testate o reti concorrenti, il cui controllo, parziale o totale, sia appannaggio della cosa pubblica.

In particolare la proprietà da parte di Berlusconi delle reti Mediaset configurerebbe un conflitto di interesse nella misura in cui, nella sua veste di Presidente del Consiglio, egli fosse in grado di determinare, o comunque influenzare, la nomina degli organismi dirigenti della RAI, televisione pubblica di cui il Ministero del Tesoro, tramite la RAI Holding, è azionista di riferimento. Va notato che, attualmente, Mediaset e RAI, insieme, detengono circa il 90% dello share televisivo totale nazionale, diviso fra le due reti in parti all'incirca uguali.
Mediaset comunque si attiene agli stessi criteri adottati dalla RAI nel garantire un'appropriata visibilità a tutti i principali partiti e/o movimenti (la cosiddetta Par Condicio).

Il Consiglio di Amministrazione della RAI è nominato, di comune accordo, dai presidenti del Senato e della Camera dei Deputati. Sebbene entrambi i presidenti siano espressione della maggioranza è prassi consolidata che essi siano scelti in modo da poter essere accettati anche dalle opposizioni. La ragione di ciò risiede nell'alto profilo istituzionale di queste due figure, che rappresentano rispettivamente la seconda e terza carica dello Stato, subito dopo il Presidente della Repubblica, e che quindi sono tenute ad agire "super partes" in questioni riguardanti l'alto interesse nazionale. Attualmente queste due posizioni sono occupate, rispettivamente, da Marcello Pera e Pier Ferdinando Casini.

È interessante notare che questo approccio è tipico del sistema politico italiano. La Costituzione Italiana, infatti, è stata approvata nel 1948, subito dopo l'era fascista, e, al fine di prevenire il ritorno a forme di governo dittatoriali, ha posto un'estrema cura nel bilanciare fra di loro i diversi poteri dello Stato, per evitarne l'eccessiva concentrazione in un'unica persona e/o istituzione.

Uno dei maggiori critici di Berlusconi tra i media stranieri è stato il settimanale britannico The Economist (soprannominato da Berlusconi "The Ecommunist"). Lo scontro verbale tra Berlusconi e l'Economist raggiunse il suo apice quando Berlusconi portò la pubblicazione alla corte di Roma, mentre l'Economist pubblicava lettere aperte contro di lui [1].

In ogni caso, secondo l'Economist, Berlusconi, nella sua doppia veste di proprietario della Mediaset e Presidente del Consiglio, detiene il controllo di circa il 90% di tutto il panorama televisivo nazionale.[2] Questa percentuale include sia le stazioni da lui direttamente controllate che quelle su cui il suo controllo può essere esercitato in maniera indiretta attraverso la determinazione o l'influenza nella nomina degli organismi dirigenti della televisione pubblica.

Il vasto controllo sui media esercitato da Berlusconi è stato più volte ricollegato alla possibilità che i media italiani possano essere soggetti ad una limitazione delle libertà d'espressione. L'Indagine mondiale sulla libertà di stampa 2004 (Freedom of the Press 2004 Global Survey), uno studio annuale pubblicato dall'organizzazione americana Freedom House, retrocesse L'Italia dal grado di 'Libera' (Free) a 'Parzialmente Libera' (Partly Free) [3] sulla base dell'influenza di Berlusconi sulla RAI. Un grado raggiunto nell'Europa occidentale solo dalla Turchia (2005).

Reporter senza frontiere dichiara che nel 2004, "Il conflitto d'interessi che coinvolge il primo ministro Silvio Berlusconi e il suo vasto impero mediatico non è ancora risolto e continua a minacciare la libertà d'espressione".[4] Nell'aprile 2004, la Federazione Internazionale dei Giornalisti si unisce alle critiche, obbiettandosi al passaggio di una legge votata da Carlo Azeglio Ciampi nel 2003, che i detrattori di Berlusconi ritengono sia destinata a proteggere il suo controllo dichiarato del 90% dei media nazionali. [5]


Il "berlusconismo"
Come già accennato, una caratteristica precipua di Berlusconi è il cercare rapporti per quanto possibile di amicizia personale, e in generale di "accomodare" l'interlocutore. Lui stesso ama ricordare i suoi trascorsi di gioventù come cantante e intrattenitore da crociera, e nel 2004 ha persino inciso un disco di canzoni napoletane composte da lui insieme a Mariano Apicella. La sua cura per l'aspetto fisico è anche assai nota; è un convinto fautore del jogging, ha deciso di fare un intervento di lifting a dicembre 2003 e nei primi di agosto 2004 si è sottoposto al trapianto di capelli presso l'ambulatorio di Ferrara del chirurgo plastico Piero Rosati (la nota "bandana bianca" che il premier portava durante il suo incontro con Tony Blair doveva servire a celare i segni dell'intervento).


Da sinistra, Jacques Chirac, George W. Bush, Tony Blair e Silvio BerlusconiIn campo politico, questo stile porta all'ostentazione di rapporti personali con gli altri potenti: tra gli amici personali di Berlusconi, il presidente americano Bush, il primo ministro inglese Tony Blair, e il presidente russo Putin. Tutto questo ha però reso Berlusconi molto vulnerabile a una serie di scivoloni di percorso verificatisi durante i suoi discorsi a braccio. L'inizio del semestre italiano di presidenza dell'Unione Europea a luglio 2003 ha visto un rumoroso incidente diplomatico con la Germania a seguito della sua risposta alle critiche del parlamentare europeo Martin Schultz (SPD) (Signor Schulz, so che in Italia c'è un produttore che sta montando un film sui campi di concentramento nazisti: la suggerirò per il ruolo di kapò. Lei è perfetto). Altre frasi infelici sono state quelle sull'inferiorità della cultura islamica rispetto a quella occidentale, pronunciata poco dopo gli attentati dell'11 settembre 2001, e l'affermazione secondo cui Mussolini non ha mai ucciso nessuno, e si limitava a confinare gli avversari politici "in località di villeggiatura". Nel 2005 un'altra affermazione: "con la sinistra al potere, miseria terrore e morte".

Questo suo modo di proporsi ha diviso l'opinione pubblica italiana in due fazioni incapaci di trovare un qualsivoglia accordo sulla sua figura.

Altra critica che gli venne mossa fu il suo rifiuto del confronto diretto. Dopo il faccia a faccia con Romano Prodi prima delle elezioni politiche del 1996, e per 9 anni, ha sempre rifiutato un confronto a due con i suoi avversari in una qualunque trasmissione televisiva o radiofonica, fino al 5 aprile 2005. In questa data, all'indomani dei risultati delle elezioni regionali che avevano visto perdere la sua coalizione in 11 regioni su 13, si presentò a sorpresa a Ballarò di Giovanni Floris in onda su Raitre, offrendosi alla discussione con gli ospiti Massimo D'Alema e Francesco Rutelli.


Televisione
Il 18 Aprile 2002, durante la visita di Stato a Sofia in Bulgaria in qualità di presidente del consiglio, Berlusconi rese la celebre dichiarazione (soprannominata dai suoi oppositori il "diktat bulgaro"

"L'uso che i Biagi, i Santoro e i... come si chiama quello là... ah sì, Luttazzi, hanno fatto della televisione pubblica, pagata con i soldi di tutti, è stato criminoso. Preciso dovere della nuova dirigenza Rai è di non permettere più che questo avvenga."
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(IT) "L'uso che i Biagi, i Santoro e i... come si chiama quello là... ah sì, Luttazzi, hanno fatto della televisione pubblica, pagata con i soldi di tutti, è stato criminoso. Preciso dovere della nuova dirigenza Rai è di non permettere più che questo avvenga." {{{{{lingua}}}}} "{{{3}}}"
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che ha suscitato diverse polemiche in Italia. Alcuni sostenitori di Berlusconi giustificarono l'allontanamento dei succitati conduttori come doveroso in uno Stato di diritto, perchè i tre lo avrebbero diffamato e avrebbero usato in modo non appropriato il mezzo servizio televisivo pubblico, che secondo loro dovrebbe essere neutrale rispetto alla politica. Alcuni oppositori di Berlusconi sostennero invece che un servizio pubblico dovrebbe essere caratterizzato dal pluralismo e che un paese in cui il governo impedisce alle voci ostili di andare in onda è un regime. I partiti di opposizione e la FNSI fecero inoltre notare che l'eventuale realizzazione della dichiarazione di Berlusconi avrebbe potuto creare un pericoloso precedente.

Berlusconi non eseguì in prima persona alcun allontanamento, anche se i suoi oppositori sostengono che ciò non significa che le sue dichiarazioni non hanno sortito effetto. A partire dal dicembre del 2002 nessuno dei tre ha più lavorato in RAI. Luttazzi e Biagi non ottennero più alcun contratto, mentre Santoro rifiutò le proposte offertegli di conduzione di programmi in altre fasce orarie meno importanti. I programmi sostitutivi ebbero uno share minore.

Michele Santoro si rivolse alla magistratura del lavoro, lamentando la violazione del contratto firmato con la RAI, e vinse la causa con l'azienda televisiva. La sua elezione nel 2004 a europarlamentare nelle file dello schieramento di centrosinistra ha per il momento sospeso l'esecuzione della sentenza, anche se il conduttore ha dichiarato di essere disposto a dimettersi da europarlamentare nel caso avesse la possibilità di tornare in RAI.


La legge Gasparri e Retequattro
Una delle preoccupazioni del governo Berlusconi II è stata il sostenere pubblicamente la necessità del pluralismo in campo televisivo, anche facendo crescere notevolmente il numero di canali televisivi disponibili mediante la cosiddetta Legge Gasparri sul digitale terrestre. Tale legge si distinse a causa del suo iter particolarmente travagliato e per essere stata approvata dopo un rinvio alle camere del Presidente della Repubblica a causa della manifesta incostituzionalità di alcuni articoli.

Le crtiche più feroci alla proposta di legge giunsero dai partiti di opposizione, supportati dalla FNSI, e si concentrarono particolarmente sul cosiddetto sistema SIC (Sistema Integrato delle Comunicazioni). A questo proposito le opposizioni sostennero, durante il dibattito parlamentare, che la proposta di legge, pur lasciando immutati i limiti antitrust, li rendeva, di fatto, inefficaci allargando l'insieme su cui calcolarli. La percentuale del 20% non sarebbe infatti più stata calcolata sulle singole risorse, come i canali televisivi, ma su tutto l'insieme delle risorse di comunicazioni, televisive, radiofoniche ma anche giornalistiche e cartellonistiche.

A seguito del rinvio alle camere il governo varò, nel dicembre del 2003, un decreto legge, definito dalle opposizioni "Salva Retequattro", con cui veniva anticipata la parte della legge Gasparri riguardo al digitale terrestre, indicando una moratoria di quattro mesi dopo la quale sarebbe stata verificata l'effettiva diffusione dei canali digitali. Tale decreto permise al gruppo Mediaset di continuare le trasmissioni in chiaro di Retequattro, che a norma di varie sentenze della Corte Costituzionale avrebbe dovuto cedere le sue frequenze a partire dal primo gennaio 2004, mentre dalla stessa data Rai3 non avrebbe potuto trasmettere pubblicità. In entrambi i casi il motivo era legato al superamento del tetto del numero di canali nazionali disponibili: la Corte Costituzionale aveva infatti argomentato che essi non erano 15, ma bensí 12.

È comunque innegabile che il pluralismo televisivo rimane tale solamente sulla carta: RAI e Mediaset insieme superano il 90% dei telespettatori e delle risorse pubblicitarie.


Come Berlusconi viene visto dall'opinione pubblica

All'estero

Gran Bretagna
Silvio Berlusconi è l'unico capo di governo al mondo a cui il sito internet della BBC ha dedicato una pagina personale di gaffe : "Berlusconi in his own words" (Berlusconi, con parole sue).





Stati Uniti d'America
Il 21 agosto 2003 l'emittente pubblica PBS (Public broadcasting service), nell'ambito della trasmissione "Wide Angle", trasmette un documentario su Berlusconi dal titolo "The prime minister and the press", un'irriverente inchiesta giornalistica sull’ascesa del cavaliere dalla televisione al vertice del governo italiano, mai giunto sugli schermi televisivi italiani ma trasmesso in seguito anche all'estero, in Svezia, Norvegia, Paesi Bassi, Finlandia e Australia.

Il documentario, prodotto dalla Stefilm di Torino, dalla tv finlandese Yle e da Channel 13 di New York, sotto la direzione di di Susan Gray, giunse comunque in Italia sotto forma di DVD, distribuito come allegato insieme alla rivista Internazionale, sottotitolato in italiano e con il nuovo titolo di "Citizen Berlusconi", ed ebbe grande diffusione anche su internet tra programmi di sharing e siti web.

Sembra che alcuni diplomatici italiani fecero pressioni all'estero perchè il documentario non venisse trasmesso: la Norvegia accusò l'ambasciata italiana ad Oslo di censura sostenendo che venne chieste agli organizzatori dello European Documentary Festival di far ritirare il documentario dalla programmazione della manifestazione, adducendo come motivazione ufficiale che si trattasse di "problemi tecnici". La notizia, ripresa dalla tv norvegese NRK, venne inseguito confermata anche dai produttori italiani della pellicola.

La direttrice del festival e del Norsk Filminstitutt, Vigdis Lian smentì però l'accusa, sostenendo che Citizen Berlusconi era un attacco personale al presidente del Consiglio italiano e che non sarebbe stata una buona idea trasmetterlo visto che l'ambasciata italiana era tra i finanziatori del festival.


Svezia
La tv di stato, nel febbraio 2005, trasmette uno spot televisivo autopromozionale in cui Berlusconi è protagonista, visto come modello opposto al loro. Si sostiene che ha privato di libertà l'informazione italiana e che ha vinto competizioni elettorali grazie all'ausilio delle sue reti televisive. Tale spot non è mai stato trasmesso in Italia e si ispirava al paragone tra Berlusconi e Charles Foster Kane, il protagonista di Quarto Potere, di Orson Welles ispirato alla figura del magnate statunitense William Randolph Hearst.


Procedimenti giudiziari a carico di Berlusconi
In Italia, Silvio Berlusconi è stato al centro di diverse accuse di corruzione e falso in bilancio relative al periodo precedente il suo ingresso in politica; nei confronti dei giudici italiani ha espresso più volte pubblicamente perplessità. Il suo nome è inoltre stato trovato nelle liste della organizzazione massonica P2, con il numero di tessera 1816 e il grado di "apprendista muratore". Berlusconi è stato inoltre indagato dalla procura di Palermo per il reato di concorso esterno in associazione mafiosa e riciclaggio di denaro sporco, ma le indagini sono state archiviate su richiesta della Procura stessa per scadenza dei termini massimi concessi per indagare. È stato riconosciuto colpevole del reato di falsa testimonianza, ma non è mai stato condannato grazie all'amnistia. Da una intervista concessa da Paolo Borsellino a una televisione francese pochi giorni prima di morire, acquisita come prova per le indagini sulla strage di via D'Amelio, alcuni personaggi di Publitalia del calibro di Marcello Dell'Utri erano al centro di una indagine della Procura di Palermo sui rapporti tra le cosche mafiose e l'impero economico di Berlusconi.


Procedimenti conclusi con un'assoluzione
Processo Sme: assoluzione con varie formule per il cosiddetto capo B riguardante la vicenda della compravendita fallita della Sme

Procedimenti nei quali è stato giudicato colpevole, ma i reati commessi sono coperti da amnistia

Dichiarazioni sulla P2
La corte d'appello di Venezia, nel 1990, dichiara Berlusconi colpevole di aver giurato il falso davanti al Tribunale di Verona a proposito della sua iscrizione alla P2 ed ha applicato l'amnistia, stabilita nel 1990, chiesta dal Procuratore generale. La Corte di Cassazione nel 1991 conferma la sentenza.


Falso in bilancio nell'acquisto di terreni
In appello è stata applicata l'amnistia in uno dei quattro capi d'accusa in merito all'acquisto dei terreni circostanti la sua Villa di Macherio


Procedimenti nei quali ha goduto della prescrizione per i reati oggetto d'accusa

Processo All iberian 1 (tangenti a Bettino Craxi)
Nel 1998 la sentenza di primo grado lo condanna a due anni e quattro mesi per i 21 miliardi versati tramite il conto All Iberian a Bettino Craxi. La sentenza di Appello (secondo grado) sancisce che il reato è estinto per prescrizione (è passato troppo tempo) e che «per nessuno degli imputati emerge dagli atti l'evidenza dell'innocenza». La sentenza definitiva (terzo grado, 22 novembre 2000, Corte di Cassazione) conferma la sentenza d'appello, e condanna Berlusconi al pagamento delle spese processuali. Ecco un estratto della sentenza definitiva:

Le operazioni societarie e finanziarie prodromiche ai finanziamenti estero su estero dal conto intestato alla All Iberian al conto di transito Northern Holding [Craxi, ndr] furono realizzate in Italia dai vertici del gruppo Fininvest spa, con il rilevante concorso di Berlusconi quale proprietario e presidente. [...] Non emerge negli atti processuali l'estraneità dell'imputato

Lodo Mondadori
Berlusconi era accusato (assieme a Cesare Previti, Attilio Pacifico, Giovanni Acampora e Vittorio Metta) di concorso in corruzione in atti giudiziari (art.319 ter del codice penale), per aver pagato i giudici di Roma in modo da ottenere una decisione a suo favore nel Lodo Mondadori, che doveva decidere la proprietà della casa editrice.

In primo grado Cesare Previti è stato condannato, mentre per questo stesso episodio Berlusconi, grazie alla concessione delle attenuanti generiche, ha ottenuto la prescrizione del reato di "corruzione semplice" ed ha evitato la condanna.

I giudici della quinta sezione della Corte d'Appello hanno infatti ritenuto che nei confronti di Silvio Berlusconi è ipotizzabile il reato di "corruzione semplice", e non quello più grave di "corruzione in atti giudiziari", abbracciando la tesi che tra il 1990 e 1992 (periodo dei fatti contestati) l'art.319 ter non prevedeva pene per l'eventuale corruttore. Hanno inoltre confermato la concessione delle attenuanti generiche, dalle quali consegue la prescrizione per la riduzione dei termini di legge. La Corte di Cassazione ha infine confermato la sentenza d'Appello.

Ecco un estratto della sentenza definitiva:

Il rilievo dato [per concedere le attenuanti generiche] alle attuali condizioni di vita sociale ed individuale del soggetto [Berlusconi è nel frattempo diventato presidente del Consiglio], valutato dalla Corte come decisivo, non appare per nulla incongruo
Si veda anche: articolo de La Repubblica


Processo SME Capo di accusa A
Per il capo di accusa A del suddetto processo SME Silvio Berlusconi beneficia della prescrizione, ecco il dispositivo della sentenza formulato il 10 Dicembre 2004 dai giudici della Prima Sezione Penale di Milano: Visto l'articolo 531 CPP dichiara non doversi procedere nei confronti di Berlusconi Silvio in ordine al reato di corruzione ascrittogli al capo A) limitatamente al bonifico in data 06-07 marzo 1991 perché, qualificato il fatto per l'imputato come violazione degli articoli 319 e 321 C.P. e riconosciute le circostanze attenuanti generiche, lo stesso è estinto per intervenuta prescrizione; visto l'articolo 530 CO.2 C.P.P. assolve Berlusconi Silvio dal reato di corruzione relativo al bonifico in data 26-29 luglio 1988 contestato al capo A) per non aver commesso il fatto; visto l'articolo 530 C.P.P. assolve Berlusconi Silvio dagli altri fatti di corruzione contestati al capo A) per non aver commesso il fatto; Visto l'articolo 530 CO.2 C.P.P., assolve Berlusconi Silvio dal reato di corruzione a lui ascritto al capo B) perché il fatto non sussiste.


Procedimenti conclusi con una condanna

Procedimenti in corso
In Spagna, Berlusconi, con altri manager Fininvest, è accusato di violazione della legge antitrust e frode fiscale per l'emittente Telecinco. Il processo è stato sospeso per non interferire nelle relazioni fra Italia e Spagna.

Processo Sme-Ariosto (capo A, tangente al giudice R. Squillante)
Con la sentenza del 10 Dicembre 2004 i giudici di primo grado del Tribunale di Milano hanno riconosciuto che

«il reato di corruzione del giudice Squillante è stato commesso da Berlusconi» (come da testo dalla sentenza)
Questa conclusione è maturata anche grazie alle rogatorie internazionali giunte dalla Svizzera. Esse furono oggetto di aspro confronto, in quanto Berlusconi ha sempre sostenuto che fossero documenti falsificati. Durante il processo, il governo Berlusconi II varò una legge che introduceva norme più restrittive per accertare l'autenticità e la provenienza delle rogatorie internazionali, suscitando la reazione delle opposizioni che giudicavano tale legge una inutile burocrazia. Ad ogni modo, tali documenti mostravano dei versamenti di 434.404 dollari da un conto della Fininvest ad uno di Previti, dal quale infine giunsero ad un conto di Squillante.

Nella sentenza i giudici, pur ritenendo colpevole Berlusconi del reato imputatogli, gli concedettero le attenuanti generiche, che tra gli altri effetti dimezzano i termini di prescrizione di quel reato da 15 a sette anni e mezzo; l'effetto pratico è stato che il reato commesso è stato estinto per prescrizione, situazione che è giuridicamente diversa dall'innocenza, anche se porta ad effetti pratici simili (non porta a limitazioni della libertà personale e lascia inalterata la fedina penale, ma condanna al pagamento delle spese processuali e non fornisce la riabilitazione morale).

Gli avvocati di Berlusconi hanno fatto ricorso in Appello per ottenere una assoluzione piena, sostenendo che Silvio Berlusconi non si è mai occupato di vicende amministrative e finanziarie del gruppo. Il processo di appello, indetto per il 18 luglio 2005, è stato rimandato sine die in attesa che gli atti processuali di primo grado vengano acquisiti dalla corte.


Voci correlate
Governo Berlusconi I
Governo Berlusconi II
Governo Berlusconi III
Forza Italia

Bibliografia e riferimenti
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Santarelli, Enzo - Profilo del berlusconismo / Enzo Santarelli - Roma - 2002
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Un anno in rosso : perche fallisce la politica economica e sociale del governo Berlusconi / a cura di Iginio Ariem - Roma - 2002
Colombo, Furio - Il libro nero della democrazia : vivere sotto il governo Berlusconi / Furio Colombo, Antonio Padellaro - Milano - 2002
Mascia, Gianfranco - Vademecum della bugia : da Stalin a Berlusconi / Gianfranco Mascia ; prefazione: Nando Dalla Chiesa - Genova - 2002
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Madron, Paolo - Le gesta del cavaliere / Paolo Madron - Milano - 1994
Sisti, Leo - L' intoccabile : Berlusconi e Cosa nostra / Leo Sisti, Peter Gomez - Milano - 1997
Benigni, Glauco - Re Media : gli uomini che posseggono i sistemi di comunicazione del pianeta : Ted Turner ... etc. / Glauco Benig - Milano - 1989
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Amadori, Alessandro - Mi consenta : metafore, messaggi e simboli : come Silvio Berlusconi ha conquistato il consenso degli italiani / Alessandro Amadori. - Milano, 2004
Amadori, Alessandro - Mi consenta : episodio 2 : Silvio Berlusconi e l'esercito dei cloni / Alessandro Amadori. - Milano, 2003
Carresi, Alessandro - Ascesa e declino di un Pinocchietto italiano / a cura di Alessandro Carresi ; prefazione di Giulietto Chiesa. - Reggio Calabria, 2004
Berlusconi, Silvio - L'Italia che ho in mente : i discorsi a braccio / di Silvio Berlusconi ; prefazione di Paolo Guzzanti. - 14. ed. - Milano, 2001
Travaglio, Marco - Montanelli e il Cavaliere : storia di un grande e di un piccolo uomo / Marco Travaglio ; prefazione di Enzo Biagi. - Milano, 2004.
Ariemma, Igino - Alla deriva : il fallimento della politica economica e sociale del governo Berlusconi : storia, dati, documenti / a cura di Iginio Ariemma e Stefano Menichini. -- Roma, 2003
De Angeli, Floriano - Archivio Berlusconi, Cuccia & Co. Primo quaderno monografico. Le connections con mafia e massoneria : guida all'archivio / a cura di Floriano De Angeli. -- Gropello Cairoli, 1994
Pepino, Livio - Attacco ai diritti : giustizia, lavoro, cittadinanza sotto il governo Berlusconi / a cura di Livio Pepino. -- Roma, 2003
Caniglia, Enrico - Berlusconi, Perot e Collor come political outsider : media, marketing e sondaggi nella costruzione del consenso politico. - Soveria Mannelli, 2000
Berlusconi, Silvio - La forza di un sogno : i discorsi per cambiare l'Italia di Silvio Berlusconi / introduzione di Sandro Bondi. - Milano, 2004
Marro, Enrico. Sette mesi di Berlusconi : L'altra volta é andata così / Enrico Marro, 2. ed. - Roma, 2001.



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