Nick: thecrow75 Oggetto: Il gulag caraibico Data: 1/11/2003 2.57.48 Visite: 114
Castro si conferma “progressista”: dure condanne per 80 oppositori Il gulag caraibico. di Valerio Riva Si può parlare di Fidel, mentre Saddam, morto o vivo, tiene ancora la scena? Sì, se non altro perché li unisce la graduatoria di Forbes dei politici più ricchi del mondo: Saddam al terzo posto, Fidel all'ottavo. Ma non solo per questo. Forse Saddam Hussein non farà più in tempo a godersi le ricchezze accumulate, ma è certo che Fidel Castro comincia a rendersi conto che quel che sta capitando al suo socio iracheno mette a repentaglio anche il godimento delle sue. È questa paura infatti che ha convinto Fidel Castro a compiere un gesto apparentemente così impolitico come far arrestare (in una sola maxiretata, neanche si trattasse dei boss di un rione palermitano) ottanta inermi intellettuali dissidenti e sottoporne settanta a processi “rapidissimi”, condannandoli a pene del tutto sproporzionate (a uno, Mario Enrique Mayo, vent'anni per avere semplicemente navigato su internet!). L'Internazionale socialista sostiene che Fidel ha “approfittato del fatto che l’attenzione pubblica era concentrata sull’Irak”. Ma non è plausibile: non si arrestano 80 persone in una notte, in varie città dell’isola, sperando che la cosa passi sotto silenzio. Persone note all'estero, perché sono giornalisti che scrivono su importanti giornali di tutto il mondo o difensori dei diritti umani affiliati a organizzazioni internazionali; non si istruiscono maxiprocessi in 48 ore, tutti con gli stessi capi d'accusa; non si chiudono teatralmente le porte dei tribunali, lasciando la stampa estera accalcarsi fuori nella speranza di saper qualcosa dai pochi stretti familiari ammessi a presenziare ai dibattimenti. C’è modo più sicuro per scatenare il massimo dell'attenzione? Evidentemente no. QUESTA E' LA DEMOCRATICA CUBA...........
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