Nick: Bostik Oggetto: LA MORTE DI PINUCCIO Data: 3/11/2003 2.28.36 Visite: 1006
Chiove ngopp a sti palazz scur... ngopp e mur fracit, ra' casa mia.. Io dico sempre che voglio ricordare Pino Daniele quando era vivo. Cioè quando scriveva canzoni che facevano vivere me, i miei amici, in una dimensione migliore di quelle “mura fracite ra’ casa mia”. E ora invece Pino Daniele canta con la voce in falsetto, pare uno uno a cui gli hanno operato le palle. E scrive delle canzoni che o le scrive lui o Nek non vedi la differenza. Io stavo a scuola all’Enrico Fermi. Un Itis in mezzo il rione Siberia e facevamo a gara a chi sapeva più cazzi di Pino. Se sapevi suonare le canzoni di Nero a Metà eri un mostro. Lo sapeva tutta la scuola se le sapevi suonare. Ti chiamavano appena c’era l’assemblea permanente e tu suonavi. Quando uscì la biografia di Pinuccio andammo io, Mariano detto O puorc Nir (perché era scuro di carnagione) e Roberto detto ’o fecat perché si vestiva a ricchione a fare il giro di tutti che Pino Daniele citava nel libro. Santa Maria la Nova, dove era nato. I Banchi Nuovi, piazza San Gaetano. Sono stato a sei concerti di Pino Daniele, tre volte stavo murenn perché la folla mi stringeva e io che sono piccolo non sapevo come cazzo arrangiarmi. Ma poi i concerti me li sono sempre goduti. Una volta, a Cava dei Tirreni pioveva un casino. Ci facemmo dei purpi, pieni d’acqua. Le mie mutande erano inzuppate mi ricordo. Pino uscì e disse: Guagliù ve vulev ricere che stasera vi daremo il culo, siete stati ad aspettarci con la pioggia. Io ero contento. Qualche giorno fa vado ad uno sfratto dove un tipo dice che vuole tagliarsi le vene con dei bicchieri rotti. E’ in un basso. La storia è particolare: questo tipo fa lo spazzino. Vive con la madre, è monoreddito ma il basso è di loro proprietà. Ma hanno commesso un “abuso edilizio”. Voi li conoscete i bassi…? Sono quelle case terraneo che affacciano sul vico. E basta uno guardo e puoi vedere pure chi sta nel cesso. Comunque questi signori avevano costruito una piccola “veranda”. Si erano ricavati uno spazio nel vico commettendo un abuso. E per questo sono stati sfrattati. Vado, trovo un signore. Una donna. Sono il fratello e la mamma di Pino Daniele. Mi fanno un po’ pena. Il fratello sta su un armadio e la mano gli sanguina (poco). Minaccia ma più per far vedere. Non parlano proprio di Pinuccio, che intanto canta “Che male c’è , che c’è di male. Tutto finisce. E sto male io. Io non so se serva rinnegare la famiglia per andarsene poi da Napoli e non soffrire la mancanza di quel tufo che Pino Daniele ha tanto citato. Io non so la mamma e il fratello poveri di Pino Daniele cosa hanno fatto al “grande cantante napoletano” per restare in un basso senza beneficiare della ricchezza del parente. So solo che Pinuccio per me ora è davvero seppellito. “è pò si faccio è corna, nun è pe cattiveria, e ca ce l'aggio a morte co chi sfrutta a miseria” Pino Daniele – Sciò Live 1984
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