Nick: Mr_LiVi0 Oggetto: Dossier Islam. Data: 23/2/2006 15.9.48 Visite: 228
Eccovi qui l'altra campana... quella tradizionalista, quella legata al Laicismo del cristianesimo ( termine coniato ieri a L'Infedele da Andreotti). Le notizie riguardano aspetti diversi dello stesso argomento: l'islam nella nostra società e nell'unione europea. La Fallaci premiata, le dichiarazioni di chi oggi difende l'integralismo musulmano, e il parere di Marcello Veneziani ( a detta dei suoi nemici l'unico intellettuale di destra )spero vi faranno riflettere sull'importanza delle radici cristiane all'interno della nostra società. Il cristianesimo rispetta la libertà d'opinione e non ha come missione "la conversione degli infedeli". L'uomo ha la propria vita e decide come comportarsi. Non è dio a proporre la nostra missione, anzi, l'obiettivo della nostra vita risiede solo nella nostra coscienza. La Toscana rossa premia la Fallaci. È scandalo di PAOLO EMILIO RUSSO Seppur scaricato dai Ds, da Rifondazione e dai Comunisti italiani, il presidente del consiglio regionale toscano non si è lasciato intimidire. Così ieri Riccardo Nencini è volato a New York per consegnare ad Oriana Fallaci il riconoscimento della Toscana, una medaglia d'oro alla scrittrice «benemerita della cultura». Anche la Regione rossa per eccellenza, dopo la città di Milano, premia la saggista. La premiazione è avvenuta al consolato italiano di New York alla presenza di altri due consiglieri regionali della Toscana, Gianluca Parrini (Margherita) e Angelo Pollina (Forza Italia). Il riconoscimento da parte della Regione che ha dato i natali all'autrice de "La rabbia e l'orgoglio", però, ha avuto un parto lungo e difficile. Democratici di sinistra, Rifondazione e Comunisti italiani - partiti che guidano la giunta - l'hanno infatti fortemente osteggiata. E pure il presidente dell'istituzione, il governatore diessino Claudio Martini, non ha perso l'occasione di manifestare pubblicamente la propria contrarietà al gesto. Tutto è nato, oltre due anni fa, dalla proposta del presidente Nencini. Iscritto allo Sdi, ex deputato socialista, ha suggerito all'ufficio di presidenza del consiglio regionale toscano di concedere un riconoscimento alla fiorentina Oriana Fallaci. In due occasioni. «In ultimo, il 17 gennaio scorso, l'ufficio di presidenza valutò positivamente la mia proposta di un riconoscimento alla scrittrice », ricorda Nencini. «L'Ufficio di Presidenza fissò anche la motivazione, nella quale, richiamandosi alla decisione del Presidente Carlo Azeglio Ciampi di conferire a Oriana Fallaci una medaglia d'oro quale "benemerita della cultura", si sottolineava come il riconoscimento fosse attribuito "alla giornalista e scrittrice di fama internazionale ed eccellente interprete, per coraggio e professionalità, del ruolo di inviato di guerra"». Tra le motivazioni, dunque, c'è il presente della Fallaci, ma anche il passato. Solo i Radicali, che ora si sono uniti allo Sdi nella Rosa nel pugno, appoggiarono la decisione del presidente Nencini. Dagli altri partiti solo critiche. Addirittura, Giulio Andreotti si dichiarò contrario al premio nel corso di un appuntamento pubblico. Un gruppo di attori e politici sollecitati da Beppe Grillo raccolse firme contro l'onorificenza: tra questi il comico Paolo Hendel, il vignettista Sergio Staino, l'ex sovrintendente del Maggio musicale Giorgio Van Straten e alcuni consiglieri regionali. Laura Pecchioli, esponente Ds, aveva persino aperto una casella di posta elettronica: nenciniripensaci@ yahoo.it. Ma Nencini, il presidente, non ci ha ripensato. Il compito di assegnare la medaglia d'oro, del resto, spettava a lui solo. «La Toscana è la terra della tolleranza», non si è mai stancato di ripetere. Così, appena l'aereo che ospitava la delegazione toscana è decollato alla volta degli Usa, sono piovute da Firenze le prese di distanza. «Il riconoscimento a Oriana Fallaci è un atto legittimo, ma del presidente», ha puntualizzato il vicepresidente del consiglio toscano, Alessandro Starnini (Ds). «Riteniamo», gli ha fatto eco il gruppo del Pdci, «l'attribuzione della medaglia d'oro alla giornalista una iniziativa personale del presidente del Consiglio regionale Riccardo Nencini». Comunque, scrivono gli uomini di Oliviero Diliberto, «i Comunisti Italiani si dissociano dalla decisione, esprimono la loro contrarietà alla scelta fatta ». Consegnata la medaglia d'oro, per la scrittrice si prospetta già una nuova onorificenza. L'eurodeputato leghista Matteo Salvini ha presentato una richiesta scritta al presidente Josep Borrel Fontelles per intitolare a Oriana Fallaci, «la più coraggiosa scrittrice europea vivente, l'aula del Parlamento Europeo di Bruxelles ». Nella dichiarazione scritta «a norma dell'articolo 116 del regolamento » Salvini sottolinea tra l'altro, a sostegno della richiesta, che «Oriana Fallaci è stata testimone dei conflitti e delle tragedie che hanno segnato la storia degli ultimi decenni e che, come autrice di saggi e romanzi tradotti in più di trenta paesi, ha ricevuto prestigiosi riconoscimenti e stimolato, con le sue opinioni, dibattiti e confronti di idee». Quando la sinistra parlava come Calderoli di MATTIAS MAINIERO Questa è la storia di una conversione. Chiamatela, se volete, folgorazione sulla strada dell'Islam, e ovviamente dimenticate i precedenti. Storia meschina, tutto sommato, ed elettorale, niente a che vedere, neppure lontanamente, con le strade che portano a Damasco. Protagonisti: Fassino & compagni più o meno prodi, gente come sappiamo dai solidi principi che quando deve cambiare idea non ci pensa su un attimo. Basta annusare aria elettorale, e nell'urna (cineraria) finisce di tutto, a cominciare dalle proprie convinzioni. Breve passo indietro. Siamo negli anni, non tanto lontani, del caso Rushdie. Conoscete lo scrittore: nato a Bombay (India), trasferitosi a Londra, ha studiato all'Università di Cambridge e ha dato alle stampe i "Versetti satanici". È stato così, senza neppure la consolazione di aver scritto un capolavoro, che Rushdie si è ritrovato sul capo una condanna a morte. Secondo il regime degli ayatollah, la sua opera, ispirata al Corano, era blasfema, e da quelle parti le offese al Profeta (e non solo) si lavano col sangue. Tu scrivi e io ti faccio fuori. Ma, siccome sono colto e pio, non dico apertamente che ti stacco la testa dal collo o ti ficco una pallottola in fronte. Parlo di fatwa. Insorse tutto il mondo civile. Insorse ovviamente anche la sinistra (Berlusconi non era presidente del Consiglio). L'Unità (anno 1989, mese di febbraio) titolò: «C'è un obbligo: impedire quell'assassinio». Giusto, sacrosanto. E pure coraggioso: avremmo potuto scriverlo noi. Leggiamo dal testo: «Non c'è offesa a una civiltà, a una cultura, al Corano e al profeta dell'Islam che giustifichi il sacrificio». Ve lo assicuriamo: è proprio l'Unità, portavoce di quella sinistra che ieri camminava con la schiena dritta e oggi si genuflette all'Islam, ieri non voleva farsi complice e rifiutava sdegnata ogni forma di compromissione e oggi lavora di distinguo. Ma tant'è: la sinistra ha la conversione facile, e soprattutto ha una coerenza relativa. Come si suol dire: dipende. Per esempio, dal fatto che oggi i voti di Bertinotti e no global servono alla causa comunista. E anche dal fatto che a governare è Silvio Berlusconi e ad esporre in pubblico la t-shirt anti- Islam è stato Calderoli, ministro di Berlusconi. Precisazione, quasi scontata: ovviamente Roberto Calderoli non è Salman Rushdie, e non c'è bisogno delle elucubrazioni bertinottiane per capirlo. Ma che differenza passa tra il fanatismo islamico di ieri e quello di oggi, tra l'intolleranza che porta ad emettere una condanna a morte contro uno scrittore e quella che scatena la fatwa contro i vignettisti e l'assalto ad un consolato (o molto peggio)? E perchè ieri si poteva testimoniare solidarietà e complimentarsi con la Mondadori che aveva deciso di pubblicare il libro di Rushdie e oggi non si può fare altrettanto con chi ha pubblicato le famose vignette? Misteri ulivisti: ieri sì, oggi no. Ieri (anno 2004, mese di agosto) Piero Fassino spiegava al Corriere della Sera: «Un conto è riconoscere e rispettare le differenze culturali e religiose, altro accettare la negazione di diritti universali». Oggi (anno 2006, mese di febbraio) queste stesse cose le dice Marcello Pera, e la sinistra quasi lo insulta. Rapido giro di dichiarazioni infuocate: irresponsabile (Antonio Di Pietro, Italia dei Valori), soffia sul fuoco dello scontro di civiltà (Alfonso Pecoraro Scanio, Verde), parole sbagliate e pericolose (Gianfranco Pagliarulo, Rossoverde), siamo su una china pericolosa (Fausto Bertinotti, rosso-rosso di Rifondazione comunista). Più gentile e diplomatico Fassino: Pera non è convincente. Test della memoria per i convertiti di sinistra. Chi ha pronunciato questa frase: «Il fondamentalismo islamico è una forza reazionaria contraria all'emancipazione femminile e ai valori della democrazia. È chiaro che, di fronte a chi uccide e mette le bombe, non si può rinunciare all'uso della forza»? Silvio Berlusconi? No. Marcello Pera? Neanche. Roberto Calderoli prima o dopo la t-shirt? Errore. La frase l'ha pronunciata Massimo D'Alema (anno 2004, mese di ottobre). Ma allora D'Alema dichiarava anche che il fondamentalismo islamico è «una forza che si oppone al progresso e all'uguaglianza fra le persone », allora l'Unità non voleva avere nulla a che fare con chi condanna a morte uno scrittore e Piero Fassino, come Marcello Pera, invitava l'Occidente a non assumere «le differenze religiose come alibi per giustificare le violazioni dei diritti umani». Altri tempi, storia andata. Oggi Berlusconi tenta di recuperare il consenso degli indecisi e dei moderati. Ela sinistra, per non perdere i voti delle ali estreme e non lasciarsi sfuggire la ghiotta occasione di attaccare l'avversario politico, cambia idea. C'è chi lo fa sulla strada di Damasco e chi sulla via di Palazzo Chigi. Ad ognuno la sua fede, a volte un po' troppo corrosa dagli innamoramenti islamici. L'Islam attacca e l'Europa cala le braghe di MARCELLO VENEZIANI Se esistesse davvero l'Europa oggi darebbe una risposta chiara, forte e unita alle violenze anticristiane ed antioccidentali che divampano nel mondo islamico; non si ridurrebbe a discutere di vignette e magliette, e non userebbe come una clava il reato d'opinione contro storici, giornalisti e ministri, ma si porrebbe in positivo il problema di riaffermare la propria civiltà. Sì, l'unica risposta seria ai barbari di fuori e ai vigliacchi di dentro, e in via subalterna ai sobillatori internazionali e ai cretini locali, non è quella di deridere, infangare e disprezzare le altrui religioni e convinzioni ma quella di salvaguardare, valorizzare e riscoprire la propria civiltà laica e religiosa. Volgere in positivo la propria appartenenza. Non deridete Maometto, non prendete in giro Allah, anche perché è il nome d'arte che usa il nostro stesso Dio nel deserto; non coglionate fedi secolari e civiltà diverse dalla vostra. Primo, perché non è giusto, non è degno di una civiltà non comprendere il valore dei simboli e delle altrui convinzioni; secondo perché è errato fare di ogni erba un fascio e insultare alla stessa stregua fanatici e no, allargando così il bacino di ostilità verso l'Occidente; terzo, perché autorizza a fare la stessa cosa verso i nostri simboli, le nostre credenze; quarto, perché è dannoso, produce guai, rivolte e reazioni sanguinose, come si è visto. Anziché mettere in cattiva luce le tradizioni altrui, pensate a rimettere in buona luce le nostre. Pensate positivo, usate magliette della salute europea, che denotano - anche spiritosamente- la sobria fierezza di appartenere a questa civiltà, a questi valori, a queste eredità, senza bisogno di insultare e denigrare gli altri. Oggi, ancora una volta, dobbiamo ammettere che il vero presidente dell'Europa unita si è rivelato Papa Ratzinger e non i commissari bassettoni della Ue. Finora avevamo l'alibi che l'Europa si è unita da poco, è ancora lattante, non a caso fa Ue...Ma gli anni passano, l'Euro invecchia, e non si vede traccia di maturazione politica, strategica, culturale e militare, nell'unione europea. Perché non prendere una forte iniziativa politica e diplomatica unitaria, convocare ad un tavolo i capi dei paesi islamici che assumono atteggiamenti ostili verso l'Europa, e che lasciano manifestare e incendiare le nostre ambasciate e chiedere di firmare un trattato fondato sulla reciprocità: noi vi garantiamo il rispetto e la libertà dei vostri culti e voi rispettate altrettanto nei vostri paesi; noi garantiamo i vostri immigrati regolari ma voi garantite che ci date una mano contro i terroristi; noi vi diamo una mano nei settori dove siete più carenti (armi escluse), ma voi ci garantite l'incolumità degli europei e dei cristiani. I trattati si sa, non sono la Bibbia e spesso non sono osservati;mameglio di niente, costituiscono un impegno, certificano un rapporto di diritti-doveri reciproci e sono fondati sulla bilateralità; è sempre possibile commisurare il do ut des ai comportamenti effettivi. E invece quest'Europa non parla, balbetta, non assume posizioni univoche e nette ma bamboleggia in venti lingue diverse. Se la prende con le Fallaci o i Calderoli e li trascina perfino in tribunale. Quest'Europa che non difende dalle violenze il diritto d'opinione degli europei espresso in quattro pur stupide e sbagliate vignette, processa invece le opinioni politicamente scorrette di studiosi, giornalisti e ministri. L'ultimo caso allucinante è la condanna a tre anni di galera dello storico David Irving per le sue inaccettabili opinioni passate sulla Shoa. David Irving (ironia della sorte, un nome ebreo) è già in galera, ha ritrattato, ma non è bastato. E' uno storico che ha espresso opinioni deliranti ma anche ricerche storiche meticolose e apprezzabili. Con la condanna a Irving oltretutto non si raggiunge nemmeno lo scopo pedagogico di suscitare l'orrore per lo sterminio: primo, perché è stata data risonanza mondiale alle tesi di Irving, e poi perché condannandolo alla galera si innesca un meccanismo di solidarietà nei suoi confronti e di fascino della tesi ideologicamente proibita che ha effetto deleterio sulle teste deboli e i cuori intrepidi. Ma nell'Europa, patria della libertà e della tolleranza, della democrazia e del diritto d'opinione, certe opinioni portano in galera. Invece bruciare le bandiere del proprio paese, infangare i soldati di Nassiriya, elogiare massacratori come Mao, Stalin e Pol Pot, dittatori come Lenin e Castro, sputare sui propri eroi, martiri, santi e madonne, non è reato. Capite quali terribili ovvietà siamo costretti a ripetere? Perché si negano le verità elementari, si compiono vistosi squilibri, palesi ingiustizie, si è molli e vigliacchi con terroristi e violenti e invece si è duri e inflessibili con semplici opinioni e trascurabili gesti, pur stupidi e inaccettabili. Che fiducia possiamo avere in un'Europa così? Nell'Islam figliano, credono e si espandono; noi al contrario non crediamo in nulla, smantelliamo le famiglie, difendiamo solo gli eurodiritti delle coppie gay (è il nuovo dogma che unisce l'Europa) e ci commuoviamo al cinema del rapporto sodomita tra due omosessuali nel film pluridecorato I segreti di Brokeback mountains (che se ben traduco vuol dire letteralmente montagne sfondate dietro). La cosa peggiore è che invocavamo l'Europa vent'anni fa, ma allora aveva l'alibi che non si era ancora unita, c'era il muro di Berlino e c'erano ancora vigorose le nazioni. Oggi lo scenario è cambiato, l'unione fu fatta, ma l'Europa è sempre la stessa: non c'è. Grazie per aver letto !!! Vivere... è sorridere dei Guai !!! |