Nick: mir Oggetto: La cervella è una sfoglia di cipolla Data: 24/2/2006 21.33.28 Visite: 226
La cervella è una sfoglia di cipolla. Ci sono certi tratti della metro dove il rumore è così forte che fai fatica a pensare. Quindi ti guardi intorno e non pensi. Semplicemente ti fai attraversare dalle immagini. Una di queste immagini è una ragazza sui 25. Alta e con un bel corpo. Una faccia dai lineamenti duri tipo contadina ma con due splendidi occhi nocciola chiari chiari e una massa informe di riccioli biondi. Mi sgama mentre la guardo e, con sorpresa, mi sorride. Il sangue, dentro, fa un mezzo giro veloce che mi riscalda la faccia. La metro ha un sussulto e la signora che si stava avvicinando alla porta si aggrappa a me per non cadere. Le sorrido, la signora sorride e anche la contadina sorride. Tempo qualche istante, anche la contadina si avvicina. Guardandomi. Gli ormoni si tuffano nel circolo del sangue e cominciano una festa che io non ho autorizzato. Fin da piccolo mi hanno ammorbato col fatto di associare una mia caratteristica ad uno dei miei genitori. Gli occhi di mio padre, la faccia di mia madre, il fisico dei fratelli di mia madre, l'altezza degli avi slavi. Di una cosa avrei fatto volentieri a meno. Il naso di chissà chi. Inteso non come cartilagine e ossa posti al centro del viso ma come capacità di captare gli odori. Se sono in una stanza ed entra qualcuno che ha sudato un po' troppo lo sento all'istante. Sento puzze ovunque. La contadina si avvicina e vengo investito da questa zaffata acre di sudore. Cipolle crude. Sparisce il bel corpo, spariscono i begli occhi, riesco solo a pensare alle cipolle. Alla genovese, alle insalate, alla frittata. Ma applicati all'emanazioni della pelle mi nauseano. La contadina mi dice "scendi?" Io "si". All'uscita della metro lei si presenta. Si chiama M. All'aria aperta l'odore è meno pungente. Io sono S. (come sempre d'altronde). Facciamo la stessa strada. Parliamo di tutto e di niente. Lo so, questo è il momento in cui dovrei chiedere o dare il numero di cellulare. Ma a ondate regolari arriva questo odore di cipolla che ottunde i sensi e non mi fa ragionare. Mi dico "Cazzo, supera sto momento. Prendi il numero e poi questa va a casa e si fa una doccia. Stasera andrà molto meglio." Arriviamo davanti a McDonalds. L'odore già nauseabondo di McDonalds si mescola a quello suo di cipolla andata acida. Ho un piccolo conato. Mi dà il suo numero di cell. Non ce la faccio. Le do il numero di mio padre. Lui ha sempre avuto una capacità di sopportazione superiore alla mia. Chissà. http://www.librando.net Perchè io valgo.... quindi se vi incontro datemi il resto [cit.]. |