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Nick: Tanzarella
Oggetto: Se fosse successo a Napoli
Data: 25/2/2006 0.43.26
Visite: 87

Martedì sera due cognati di 20 e 28 anni hanno aggredito una commessa
dopo essersi fatto consegnare il bancomat le hanno svaligiato il negozio
Stupro e poi lo shopping da D&G
arrestati due violentatori milanesi

Il giorno dopo il sequestro sono andati in centro a fare compere
Stamattina è scattato grazie anche al racconto della donna  


MILANO
-Lo stupro, le botte, la rapina, poi lo shopping: vestiti firmati Dolce e Gabbana e scarpe da ginnastica alla moda 'Silver Nike'. E le manette della polizia. E' durata poco la 'bella vita' per due milanesi, Claudio Strangi, 28enne padre di due figli agli arresti di reati che vanno dai danni contro il patrimonio al tentato omicidio e il fratello della sua convivente Francesco Cannaò, 20 anni anch'egli conosciuto alle forze dell'ordine per via di denunce per reati a sfondo sessuale. 

Due balordi, che martedì sera non sono capitati per sbaglio al capolinea Bisceglie della Linea 1 della metropolitana milanese, ma hanno scelto con cura il luogo dell'agguato, dove trovare una vittima. 

E tre sere fa la vittima è stata una commessa trentenne, che lavora nel centro di Milano. La donna aveva chiuso la sua attività e come tante altre sere alle 19.30 si era recata nel parcheggio per prendere l'auto e tornare a casa. Invece nei pressi della sua auto, mentre cercava le chiavi della vettura si è ritrovata un coltello puntato alla gola. 

I due l'hanno costretta a sedersi nel posto di guida dell'auto e si sono posizionati uno sul sedile del passeggero, l'altro in quello posteriore. Quindi l'hanno prima rapinata dei soldi che aveva in tasca e poi l'hanno costretta a fermarsi a due sportelli bancomat dai quali hanno prelevato 500 euro. 

Ma ancora non basta. Inizia la violenza sessuale: uno guarda e l'altro agisce finchè la giovane non dice che non ha soldi, che di lavoro fa la commessa in zona Buenos Aires e vuole essere riportata a casa. Ma i due violentatori hanno un'idea e le chiedono di portarla nel negozio in cui lavora dove prelevano l'incasso di circa mille euro, fanno incetta di vestiti che però poi abbandonano in strada perché li giudicano d'intralcio per la fuga. La donna viene legata e abbandonata nel negozio. Solo verso le 4 del mattino riesce a liberarsi e a dare dà l'allarme alla polizia. 

Molti gli indizi sui quali hanno lavorato per ore gli inquirenti della mobile, tra cui anche diverse tracce biologiche. Importante anche la collaborazione della donna che ha riconosciuto le foto dei suoi aggressori che hanno agito a volto scoperto. Schiaccianti, poi, le prove a carico dei due: a casa di uno dei violentatori gli agenti hanno sequestrato anche il telefonino della vittima, usato nelle ore successive l'aggressione. "La sensazione - dicono gli investigatori - è che la coppia non fosse nuova a scorribande come quella di martedì sera".

(24 febbraio 2006


Fonte: www.repubblica.it

Chi era MARIA POCHIOLA?



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