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Nick: DanyMasca
Oggetto: L'Italia non cresce, ma...
Data: 27/2/2006 15.48.52
Visite: 88

(il post è lungo ma interessante).

... Berlusconi raggiunge record d'incassi!!!


Era il 1994, anno dell'ingresso di Silvio Berlusconi in politica, le sue otto holding avevano 108 milioni (euro) di debiti, le casse vuote e un patrimonio (definito come la ricchezza, espressa in termini monetari, di un soggetto in un determinato istante) di 269 milioni.
In 11 anni, pur avendo distribuito ai soci 850 milioni di dividendi, ha cancellato i debiti, con 303 milioni in banca e un patrimonio di 854 milioni. Silvio Berlusconi ha festeggiato il 2005 con l'ennesimo record assoluto di entrate personali, dove le sue casseforti hanno chiuso il bilancio con 172,9 milioni di utili, cancellando il massimo storico di 149 milioni segnato nel 2004. Mediaset continua a fare scorpacciate di audience e profitti, Fininvest è tornata ai bilanci da record assorbendo senza traumi il rosso del Milan (230 milioni in pochi anni) e i buchi aperti dai suoi errori imprenditoriali (400 milioni persi con l'investimento in Kirch e 300 bruciati nelle Pagine Utili).
Il Presidente da il merito ai suoi figli e ai suoi manager, sottovalutando in fondo il suo ruolo di seconda punta, visto che anche il governo (tra legge Gasparri - 1 - 2- 3 - 4 - 5 -, decreti salva-calcio, condoni fiscali - 1 - 2 - 3 - e leggi Tremonti varie) ha dato una mano alla causa. (fonte)
Ma il premier nei primi giorni di gennaio 2006 non aveva detto «Mai fatto affari con la politica, anzi ho solo perso»??? (fonte1 - fonte2). E' da valutare chi ha davvero perso in questi 5 anni di Governo Berlusconi, e i dati ci vengono forniti guarda caso dall'Espresso, con dei grafici animati di calcoli fatti da vari enti sull'andamento economico con le differenze tra il 2001 (anno d'entrata al Governo del Presidente) e il 2005.
Giusto qualche esempio:
PIL: nel 2001 il prodotto interno lordo italiano viaggiava al passo dell'1,7 per cento. Esattamente al pari dell'Europa a 15. E al di sopra della media del mondo, inchiodato all'1,4 per cento. I numeri del Consensus Forecast (che si basa su dati di istituti come Jp Morgan e Goldman Sachs, Confindustria e Prometeia, Eni e Morgan Stanley) dicono che il 2005 s'è chiuso a quota 0,2 per cento. In pratica, a crescita zero.
Debito Pubblico: siamo passati da 1348 miliardi di euro del 2001 ai 1542 del 2005 (fonte: Banca d'Italia).
Imposte dirette e indirette: la somma delle imposte dirette e di quelle indirette è passata dai 359 miliardi del 2001 ai 399 del 2005, con un aumento (dal 49,13 per cento al 51 tondo) dell'incidenza delle seconde, a tutto vantaggio dei redditi più alti. (fonte: 2001 lavoce.info - 2005 Dpef ).
Lavoro-Occupazione: all'inizio della legislatura cresceva del 2 per cento l'anno; nel 2004 solo dello 0,9. E un andamento altrettanto mesto si rileva nel Sud: più 2,3 nel 2001 e meno 0,3 nel 2004 (Nicola Rossi, 'Mediterraneo del Nord', Editori Laterza). Quello che cresce, semmai, è il lavoro irregolare: dal 26 per cento del totale nel 2001 al 27,9 nel 2005, almeno secondo il Censis.
Ricchezza italiani: nel Sud il tasso di diffusione della povertà relativa tra le famiglie è cresciuto, arrivando al 25 per cento tondo nel 2004 (dopo essere diminuito dal 24,3 del 2001 al 21,6 del 2003). Ma il trend investe l'intero paese. Secondo l'ultima indagine sul risparmio di Bnl e Centro Einaudi, la quota di italiani convinti di poter contare su un reddito "più che sufficiente" è diminuita dal 15,8 per cento (2001) al 13,8 (2005). E la percentuale degli italiani che non hanno risparmiato nel corso dell'anno è salita dal 38 per cento del 2002 al 51,4 dello scorso anno. Dove invece c'è stato il boom è nei prestiti bancari alle famiglie: da 251.964 milioni di euro (2001) a 384.867 (2005).
Fallimenti: se le famiglie se la passano male, le aziende peggio. Uno studio targato Euler Hermes, la società del gruppo Allianz che è leader mondiale nell'assicurazione sui crediti, rivela che nel 2001 in Italia i fallimenti erano diminuiti dell'8 per cento. Dopo cinque anni di cura Berlusconi, nel 2005 hanno fatto un balzo in avanti del 6 per cento. Data la situazione, gli indici di fiducia non potevano che scendere in picchiata. Quello delle imprese da 89,3 a 87,5. Quello delle famiglie addirittura da 122,7 a 104,2.
Competitività: incapace di competere, l'Italia s'è arroccata. L''Index of economic freedom' elaborato ogni anno dal centro-studi ultra-conservatore di Washington Heritage Foundation in collaborazione con il 'Wall Street Journal', e basato su 50 variabili, dice che siamo un paese sempre più ingessato. Nel 2001 eravamo al trentacinquesimo posto nella classifica guidata da Hong Kong. Nel 2005 siamo scesi al quarantaduesimo, a pari merito con Trinidad e Tobago. Surclassati dal Botswana. E tallonati da Madagascar e Mongolia.
Indice Globalizzazione: nel 2001 l'Italia era al tredicesimo posto, un gradino al di sotto degli Stati Uniti. In cinque anni è sprofondata al ventisettesimo, mentre gli Usa scalavano otto posizioni. Un paese chiuso alla globalizzazione, avevano ammonito cinque anni fa gli autori della ricerca, diventa terreno fertile per la corruzione.
Corruzione: tra l'inizio e la fine di questa legislatura, l'Italia ha visto peggiorare la propria posizione anche nella classifica basata sul 'Transparency international corruption perception index' e redatta dall'Università tedesca di Passau su incarico di Transparency (un'organizzazione non governativa sostenuta dall'Onu). Nel 2001 eravamo ventinovesimi nella graduatoria guidata dalla Finlandia. Cinque anni di berlusconismo dopo, siamo affondati al quarantesimo posto. Superati dalla Malesia.

Dal sito di Forza Italia nel 2004 presenta il comunicato: "Stiamo lavorando alla seconda parte della legge Finanziaria, quella relativa alla riduzione delle tasse. Questo consentirà ai cittadini di avere piu' soldi in busta paga. E più soldi significa più ottimismo, piu' libertà".E intanto Silvio Berlusconi alla nazione, quasi a reti unificate, riferisce: «I dati che conosco inducono all'ottimismo». Certo, ha ragione, inducono ottimismo, ma al suo capitale.

tratto da...

http://liberoblog.libero.it/politica/bl2758.phtml

NON SERVONO LE PAROLE PER FARSI CAPIRE!!!



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L'Italia non cresce, ma...   27/2/2006 15.48.52 (87 visite)   DanyMasca
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