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Nick: MuS|CA'
Oggetto: E' IMPORTANTE
Data: 15/11/2003 3.9.17
Visite: 163

COMUNICATO STAMPA
CS156-2003

LA PROPOSTA DEL GOVERNO ITALIANO SULLA RESPONSABILITA' SOCIALE DELLE
IMPRESE: UN'ALTRA OCCASIONE PERSA, SECONDO LA CAMPAGNA "MENO BENEFICIENZA,
PIU' DIRITTI"

La proposta illustrata oggi dal governo italiano sulla responsabilita'
sociale delle imprese presenta numerosi elementi di incertezza e configura
meccanismi decisionali che la rendono largamente inaccettabile. E' quanto
afferma la Campagna "Meno beneficenza, piu' diritti", promossa da 14
associazioni italiane, in rappresentanza di circa tre milioni di iscritti.

Nella proposta del ministro del Lavoro e delle Politiche sociali Roberto
Maroni, viene considerato come quadro di riferimento il Libro Verde della
Commissione Europea, trascurando volutamente le numerose prese di
posizione del Parlamento Europeo e le recenti Norme delle Nazioni Unite
sulla responsabilita' delle imprese nei confronti dei diritti umani. La
Campagna "Meno beneficenza, piu' diritti" ribadisce a questo proposito che
la responsabilita' sociale consiste nell'assunzione, da parte delle
imprese, di tutte le conseguenze della propria attivita' sia sul piano
economico che su quello ambientale e sociale, lungo l'intera catena di
creazione del valore, tanto nel loro paese quanto all'estero.

Il Progetto italiano, al contrario, limita il concetto di responsabilita'
sociale delle imprese ai ristretti confini nazionali, escludendo centinaia
di milioni di persone e intere grandi comunita' che lavorano per imprese
italiane ed europee e che spesso subiscono gravi abusi dei loro diritti,
in favore di una visione miope e utilitaristica, in cui la beneficenza
viene confusa con la responsabilita' e dove la sola convenienza economica
sembra essere la molla che dovrebbe spingere le imprese ad assumere
comportamenti meno discutibili.

Il documento presentato questa mattina sottolinea, a pagina 34, come il
Progetto sia frutto "di un'ampia riflessione avviata all'inizio del 2002"
e si proponga "di avviare un nuovo confronto esteso a tutti gli
stakeholder interessati a livello nazionale ed europeo". La Campagna "Meno
beneficenza, piu' diritti" osserva che la "ampia riflessione" di cui parla
il governo ha completamente trascurato la consultazione di associazioni,
enti e anche gruppi di imprese, che avrebbero potuto dare un importante
contributo all'elaborazione del Progetto. Dopo aver rifiutato questo
confronto, sembra quanto meno paradossale che venga ora presentato un
Progetto definito nei minimi termini e su questo si auspichi un confronto,
che e' stato negato nella prima e piu' importante fase.

L'autocertificazione effettuata dalle imprese attraverso un "Social
statement", viene affidata secondo la proposta governativa a un "CSR
Forum" di cui non e' specificata la composizione; contemporaneamente,
viene comunicata l'avvenuta sottoscrizione di un "protocollo d'intesa" con
Unioncamere, "per la collaborazione in materia di promozione della CSR (ad
esempio per le funzioni di raccolta dei Social statement, per l'attivita'
di supporto e monitoraggio delle imprese)". Di fatto, quindi, funzioni
importanti di analisi e verifica vengono affidate a organismi che non
possono essere definiti neutrali.

Con questo Progetto, le aziende (tramite la cosiddetta "seconda fase")
vengono anche invitate a effettuare dei contributi allo Stato, poiche'
essi di fatto sono gestiti tramite "un Fondo SC nell'ambito del Bilancio
statale" a supporto di "priorita' di intervento sociale" contenute nel
Piano di Azione Nazionale e individuate dalla Conferenza Unificata ?
aggiungendo anche "?e dalle Organizzazioni Non Governative", cio' che pare
alla Campagna "Meno beneficenza, piu' diritti" un contentino di poco
conto.

Il Progetto fa anche riferimento a una serie di parametri, i "Social
Performance Indicators", elaborati dall'Universita' Bocconi su un campione
di sole 15 aziende, i quali sembrano costituire un ennesimo sistema di
riferimenti che ignora ? anche se non contrasta ? i sistemi gia'
esistenti, come i parametri del Parlamento Europeo e le Norme delle
Nazioni Unite gia' richiamate (SA 8000, AA 1000, GRI): aggiungere
parametri a parametri non fara' altro che accrescere la confusione di
imprese e consumatori in un panorama gia' fortemente inquinato da
interpretazioni volontaristiche di comodo.

La Campagna "Meno beneficenza, piu' diritti" esprime ancora forti
perplessita' sul ruolo che il ministero del Lavoro e delle Politiche
sociali intende attribuire a non meglio identificati "soggetti autorizzati
a gestire i progetti nel sociale", soggetti di cui non si conoscono le
attribuzioni e i reali poteri, cosi' come sulla "destinazione del TFR nei
Fondi pensione, tra i quali quelli etici". Chi decidera' quali Fondi sono
veramente "etici"?

Infine, la Campagna "Meno beneficenza, piu' diritti" valuta positivamente
il richiamo all'etichettatura sociale del Commercio equo e solidale,
menzionato tra gli indicatori sociali, anche se sottolinea che esso viene
associato ai soli criteri di "qualita', impatto ambientale e sicurezza dei
prodotti", escludendo quindi il forte contenuto solidaristico e di
responsabilita' sociale che ha caratterizzato il Commercio equo e solidale
sin dalla propria nascita.

La Campagna "Meno beneficenza, piu' diritti" esprime in conclusione la
forte insoddisfazione delle associazioni che la compongono, per
un'occasione che l'Italia ha perso per dare un contributo allo sviluppo in
senso migliorativo della discussione in corso sul tema della
responsabilita' sociale delle imprese nel nostro paese, in Europa e nel
mondo.

FINE DEL COMUNICATO
Roma, 14 novembre 2003

Per ulteriori informazioni:

Amnesty International Italia - Ufficio Stampa: Paola Nigrelli
tel. 06 44.90.224, cell. 348-6974361, e-mail: press@amnesty.it
Azione Aiuto - Ufficio Stampa: Chiara Guerzoni
tel. 02 74200244, cell. 347-0679441, e-mail chiarag@azioneaiuto.it
TransFair Italia Ufficio Stampa: Benedetta Frare
koine' comunicazione, cell. 348-8243386, e-mail: stampa@transfair.it

La campagna "Meno beneficenza piu' diritti" e' composta da:

Amnesty International Coord. Lombardo nord-sud ROBA dell'altro
Mondo
ARCI CTM/Altromercato Save the Children Italia
Azione Aiuto Legambiente TransFair Italia
Banca Etica Libera Unimondo
Cittadinanzattiva Mani Tese

Le 14 associazioni chiedono un impegno del governo italiano in sede
europea per:

* definire un codice di condotta europeo
* introdurre una base giuridica vincolante per la disciplina delle
attivita' delle imprese europee all'estero
* introdurre l'obbligo della presentazione di un bilancio socio-ambientale
accanto a quello finanziario
* attivare incentivi fiscali e finanziamenti per le imprese che possono
dimostrare il raggiungimento di adeguati standard
* introdurre parametri etici e ambientali vincolanti per le imprese che
operano per conto degli Stati e dell'Unione Europea.

La Campagna "Meno beneficenza, piu' diritti" e' on line su
www.piudiritti.it.



P.S. Ma io non lo so, di quante prove avete bisogno per cominciare a domandarvi se forse non vi siete sbagliati a giudicare positivamente l'operato di questo Governo?


Marisa



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