Nick: azad Oggetto: Il 4occhi di merda Data: 1/3/2006 20.51.53 Visite: 205
Intervista a Bloomberg news I mercati si fidano di me "I mercati si fidano più di me che di Berlusconi, se andremo al governo rientreremo nei parametri di Maastricht entro 4 anni". Lo afferma il leader dell’Ulivo Romano Prodi, intervistato da Steve Scherer per Bloomberg news. Per i prossimi dati macro-economici su Pil e deficit, si prevede lo sforamento per il terzo anno consecutivo dei parametri imposti dal patto di stabilità. S&P minaccia il declassamento dell’Italia. Questo anche a prescindere da chi sarà il vincitore delle elezioni. Cosa farebbe lei? "Non è esatto dire che la fiducia dei mercati internazionali è identica per i due schieramenti, è molto diversa. Moody’s, pochi giorni fa, ha detto che i mercati internazionali si fidano più di me che di Berlusconi. Io sono entrato nel ‘96 al governo con un bilancio pesantissimo. In tre anni l’ho aggiustato e siamo entrati nell’euro. Quando sono stato presidente della Commissione europea, non ho mai speso più dello 0,99 percento del Pil europeo. Ogni anno abbiamo restituito ai paesi membri miliardi di euro. Quindi, c’è una bella differenza fra l’opinione internazionale nei miei confronti e quella nei confronti di Berlusconi". Il Professore garantisce di essere già al lavoro: "Devo dire che ho lavorato con i miei esperti e sono già in contatto con gli organismi internazionali. Tutti sanno che posso impegnarmi in un serio piano di rientro ed è questo che io attuerò durante i miei anni di governo, se vincerò le elezioni". Piano di rientro entro quale periodo? "Un anno prima della fine del quinquennio noi entreremo ampiamente, dico ampiamente, nei parametri di Maastricht". Sulla vicenda Edison-Edf e il comportamento del governo francese, Prodi è perentorio: basta con le asimmetrie. Se Parigi non apre le porte del mercato, l’Italia deve ostacolare le acquisizioni francesi in Italia. Il leader dell’Ulivo sottolinea la necessità di riconsiderare l’operazione fra Bnp-Paribas e Bnl, ma anche l’equilibrio Edison-Edf. "Il problema - afferma Prodi - è che noi abbiamo adottato una legge sull’Opa molto liberale, molto aperta, in attesa dell’Opa europea, che poi i nostri parlamentari di maggioranza hanno bocciato; per cui adesso abbiamo una legge che lascia venire gli stranieri in Italia e altri paesi, e invece non ci lasciano andare. Con la Francia il discorso è chiarissimo, non c’è nulla da fare con Electricitè de France, abbiamo visto come hanno reagito in questo caso. Negli ultimi anni hanno comprato i formaggi, non ci hanno lasciato entrare nelle autostrade, quando c’è stato il tentativo di acquistare Dexia si sono opposti. Si sono opposti in questo caso di Suez con Gaz de France. Nello stesso tempo - sottolinea - hanno preso una partecipazione nelle nostre banche, a cominciare da Intesa e potrei fare un elenco lunghissimo: Mediobanca e così via. Allora, non possiamo mica pensare ad una asimmetria di questo tipo. Se non si aprono anche loro, noi dobbiamo ostacolare queste acquisizioni in Italia, perché non possiamo essere considerati solo oggetto d’acquisto. Naturalmente so che le misure amministrative contano fino ad un certo punto. Bisogna anche attrezzare una strategia-Paese per rinforzare i legami fra le nostre imprese e cercare anche noi dei campioni nazionali, visto che non si vuole arrivare ad una definizione per tutta l’Europa. Però, quando il ministro, poche ore fa, a Bruxelles, annunciava la strategia per la fusione Suez-Gaz de France, non era presente nessun ministro italiano, c’era solo il nostro ambasciatore. Voglio dire, non è questo il modo con cui noi organizziamo le nostre forze e diamo un messaggio di reazione. Ci vuole un messaggio forte". Certamente non servono politiche di rinazionalizzazione, ma la competizione sui mercati deve essere ad armi pari. "Credo - osserva Prodi - che dobbiamo adottare delle disposizioni che ci rendano ad armi pari con gli altri paesi. Io sono sempre stato per il mercato europeo, ho lavorato su questo. Lo ritengo importantissimo, ritengo che una politica di rinazionalizzazione sarebbe disastrosa per l’economia del Continente, ma non possiamo poi essere sempre l’anello debole della catena. Il governo lo dovrebbe capire".
 Non piangere se non puoi vedere il sole perchè le lacrime ti impediranno di vedere le stelle. |