Nick: mir Oggetto: I mostri dentro Data: 4/3/2006 14.46.7 Visite: 112
Un lungo corridoio d'ospedale. Puzza di disinfettante, chiuso e cibo pessimo. Un gruppo di tre donne in vestaglia parlano e fumano. Hanno i visi scavati, la pelle giallastra, i capelli sporchi sistemati alla meglio. Le parole che escono dalla bocca delle donne sono strane. Parlano lento come se non riuscissero a muovere bene la bocca o come se stessero davanti a qualcuno lento. Una dice: "E' vist c'ha cumbinat chella?" L'altra risponde dopo un tempo che sembra lunghissimo: "Chella non sta bbon. Chella ten e' mostr aint!" Un infermiere arriva con il carrello delle medicine. E' grasso e sciatto. La bustina che dovrebbe avere in testa sta sul carrello. Le donne spengono frettolose le sigarette e corrono a mettersi in fila. Oggi non si entra a scuola. Non è un filone nè c'è assemblea, tantomeno uno sciopero. Stiamo tutti davanti all'ingresso e parliamo a bassa voce. Tra un po' ci muoviamo e andiamo in piazza. Poi in chiesa. Chiuso in una cassa di legno c'è un nostro compagno di classe. Le ragazze piangono. I ragazzi no, tranne me. Mi metto in fondo al corteo perchè nessuno mi veda. E' strano associare l'immagine di un vivo con quella cassa di legno. Era intelligente e sensibile. Troppo per la sua età . Troppo per questo mondo. L'uomo si sveglia nel momento esatto in cui nel sogno sta per morire. L'orologio sul muro sentenzia le sei del mattino. Si alza e va in bagno a svuotare la vescica. Il battito aumenta come se fosse chissà quale gesto. La casa è silenziosa. Nessuno vuole più ucciderlo. Un chiarore filtra tra le persiane. Mette su un maglione ed esce sul terrazzo. A terra le bottiglie della sera prima. Ne rompe una. Prende un pezzo di vetro e se lo pianta sull'avambraccio. Il sole sorge nel solito modo illuminando vetro, sangue e uomini. Nessun mostro.
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