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Nick: Bukowski7
Oggetto: ACEH (2) - Guerra
Data: 7/3/2006 4.15.33
Visite: 196

Post numero due, a chi si fosse perso le ragioni di tali post
e le motivazioni che mi hanno spinto a farlo(i)
consiglio di dare un'occhiata al
post numero 1, in cui si è parlato della
guerra in Uganda.

Ne approfitto per ringraziare Peppe Elleggi
e chiunque altro gestisca il forum
per averlo tenuto in evidenza per così tanto tempo
e aver dato quindi a tutti la possibilità
di leggerlo.
Il resto dipende solo dalla voglia che abbiamo
di sapere certe cose di cui "misteriosamente"
i media non parlano.

Oggi ci occupiamo di:

ACEH









Popolazione stimata: 4,2 milioni di abitanti nel 2000 (poi c’è stato lo tsunami…). Questa cifra rappresenta circa il 3% della popolazione indonesiana, e quasi un quarto della popolazione dell'isola di Sumatra.
Capitale: Banda Aceh.

Aceh è un "territorio ad autonomia speciale" dell'Indonesia, situato sull'estremità settentrionale dell'isola di Sumatra. Il suo nome completo è Nanggroe Aceh Darussalam (simpatico notare che in arabo Darussalam significa "casa della pace").

La guerra in Aceh è solo una delle decine di guerre che insanguinano quella parte dell’Asia, ed è simbolo di come l’indifferenza del mondo che si autodefinisce "civile" uccide due volte i popoli di quelle aree.
Va infatti avanti dal 1976.
Si tratta, quindi, di uno dei conflitti più lunghi attualmente in corso.
I due schieramenti in guerra sono il Movimento Aceh Libero (GAM), che reclama l’indipendenza della loro regione (culturalmente molto diversa dal resto dell’isola di Sumatra) e l'esercito indonesiano, che schiera in questa nazione il TNI, la stessa "sezione" dell’esercito che operò anche a Timor Est, rendendosi responsabile della vergognosa orgia di sangue e di violenza su obiettivi civili che si verificò nella nazione nel 1999.

In 30 anni la guerra ha fatto 50.000 morti. Fonti vicine al GAM riferiscono, invece, che i morti sono 90.000.

La cosa che più ferisce la popolazione di Aceh, e che farebbe indignare davvero chiunque, è il totale disinteresse delle comunità internazionali rispetto a tale conflitto, considerato ufficialmente da ONU e governi di quasi tutto il mondo come un problema interno della Repubblica di Indonesia. Gli interessi economici di quelle nazioni che millantano di "esportare libertà" è pari a zero, in quanto la nazione di Aceh è molto piccola e non ha molte risorse economiche.
L’unica speranza legata ad una soluzione del conflitto provenne dalle trattative portate avanti per ben 2 anni dal Centro Henry Dunant per il Dialogo Umanitario. Non un governo, quindi, ma un'organizzazione non governativa collegata alla CRI (Croce Rossa Internazionale).
Fu proprio il Centro Dunant a permettere, nel 2002, una breve tregua in seguito ad un accordo tra il governo indonesiano e le milizie locali dei separatisti. La tregua si concluse dopo 5 mesi con un attacco improvviso e ferocissimo del governo indonesiano, che sperava di poter cogliere impreparato l’esercito separatista in virtù del "cessate il fuoco". Il 19 maggio 2003, infatti, il Governo d’Indonesia instaurò la legge marziale in tutta la provincia, proibiendo l'accesso ai giornalisti ed agli operatori umanitari stranieri. Chiedetevi perché…
Tutto ciò che si sa della guerra in Aceh da quella data in poi è merito di William Nessun, un giornalista free-lance americano, che riuscì a passare un intero mese tra le file del GAM in qualità di reporter, denunciando la ferocia del governo indonesiano e le condizioni di vita della popolazione locale. Catturato dalle truppe indonesiane, fu subito espulso dal paese. Nessen riferisce di torture su civili e ogni genere di atrocità, cibo razionato (in quanto il governo indonesiano ha paura che il cibo in eccesso venga "offerto" dalla popolazione locale ai ribelli del GAM) coprifuoco di sera, continue retate e controlli, impossibilità di spostamenti (basti pensare che per spostarsi da un villaggio all’altro, anche se per soli 2 km, si deve ottenere un permesso dal Capo Villaggio, il quale a suo volta deve dichiarare all’esercito indonesiano nomi e cognomi di tutti coloro che si spostano da un determinato villaggio ad un altro). Ma non è finita qua (come se non bastasse). Nessen ci ha fornito anche un dettagliato racconto sulle deportazioni nei "campi di raccolta". Il Governo, infatti, per contrastare il supporto che la popolazione civile da’ ai guerriglieri del GAM, deporta quotidianamente centinaia di persone considerate sospette in "campi di raccolta" dei quali il Governo indonesiano ha sempre negato l’esistenza e sui quali non si hanno notizie (qui azzardo un "mi ricorda qualcosa"…). Inoltre, al fine di semplificare l’opera di monitoraggio della popolazione locale sono stati "accorpati", per così dire, decine di villaggi
Col benestare delle comunità cosiddette "occidentali" il Governo indonesiano continua questa opera di repressione, controllo, censura, violenza sulla popolazione civile accusata di supportare i separatisti.
C’è una cosa tuttavia che rende il conflitto in Aceh davvero peculiare: l'incendio sistematico di centinaia di scuole. In poche settimane, infatti, tra maggio e giugno 2003, sono stati dati alle fiamme quasi 500 edifici scolastici, sia istituti statali che scuole islamiche. L'utilità e la funzione di tali folli gesti sono ancora oggetto di dibattito. I responsabili non sono mai stati identificati, in quanto il Governo accusa i separatisti che, dal canto loro, rispondono che non avrebbero nessun interesse nel farlo, accusando a loro volta il Governo. Il risultato è che circa 60.000 bambini sono costretti, laddove ce ne sia la possibilità, a seguire le lezioni all’aperto in condizioni di disagio assoluto.

Come se non bastasse, le aree costiere occidentali di Aceh (comprese le città di Banda Aceh e Meulaboh) sono state devastate dallo tsunami del 26 dicembre 2004. Lo tsunami ha distrutto 800 chilometri di zona costiera uccidendo 230.000 persone e lasciandone senza tetto circa 500.000.


Al momento non si vede una soluzione alla guerra.
La propaganda, la censura, il controllo e l’oppressione sono le principali armi che il governo indonesiano schiera in questa guerra. Ad appoggiarlo una vera "banda" di feroci assassini più che di soldati, il TNI, che dimostrò di essere tale negli scontri a Timor Est di 7 anni fa.
Ma è il silenzio delle comunità internazionali il principale nemico da sconfiggere.
Aceh è una nazione che muore lentamente ogni giorno, e muore due volte.





"Se mi amate, dovreste uccidervi tutti"
(Spider Jerusalem)

"Noi/ generazione post BR figli della bomba/ voi/ generazione di PR figli della bamba...



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ACEH (2) - Guerra   7/3/2006 4.15.33 (195 visite)   Bukowski7
   re:ACEH (2) - Guerra   7/3/2006 9.55.49 (71 visite)   Mr_LiVi0
      ma perchè   7/3/2006 13.36.21 (53 visite)   golden
         re:ma perchè   7/3/2006 15.12.9 (58 visite)   Mr_LiVi0
            Caro Mister   7/3/2006 22.15.19 (36 visite)   Bukowski7
      re:ACEH (2) - Guerra   7/3/2006 22.10.41 (34 visite)   Bukowski7
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