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Nick: Mach
Oggetto: Le brutte notizie sn di sinist
Data: 7/3/2006 11.42.4
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da la Stampa.it
Al soviet de La Stampa ci siamo arenati su un autentico rompicapo che nemmeno tutta la nostra scienza comunista è stata in grado di risolvere. Dunque, in mattinata il ministro Tremonti dichiara che chi come l’Istat parla di crescita zero «sta falsificando la realtà e ingannando gli italiani». L’Istat, presieduta da un mite economista scelto da Berlusconi, ribadisce la correttezza del proprio operato. A quel punto è già pomeriggio e un Tremonti in fase digestiva conferma che i numeri falsi venivano dall’istituto nazionale di statistica. Però subito dopo sostiene di avere fiducia nell’Istat. E conclude: «Conseguentemente chi falsifica i dati non è l’Istat, ma la sinistra». Qui comincia il mistero. Se i dati che lo avevano fatto arrabbiare al mattino erano di fonte Istat, perché da una certa ora in avanti il bersaglio della sua ira diventa la sinistra?
La sinistra, e noi del soviet lo sappiamo bene, è un ricettacolo di difetti: non riesce a rappattumare uno straccio di posizione comune su Iraq, alta velocità e bioetica, e ha un leader che quando parla sembra un infuso alla camomilla. Però, proprio perché già così gravata di guai, non ha materialmente il tempo né la capacità di ingaggiare uno 007 che si infili col favore delle tenebre nello studio di Biggeri, trafughi le statistiche che riconoscerebbero all’Italia berlusconiana lo stesso prodotto interno lordo della Cina e le sostituisca con quei numeri da festival della depressione che abbiamo letto sui giornali. A meno che il ministro non abbia inteso riferirsi a un assioma di scienza della politica elaborato da noti studiosi come il Fede, il Bondi e lo Schifani: ogni brutta notizia, da qualunque parte provenga, è per definizione una notizia di sinistra.
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