Nick: Mach Oggetto: Dal sole24ore Data: 8/3/2006 10.26.56 Visite: 95
Che non avesse intenzione di partecipare al faccia faccia così come è stato regolato dalla Vigilanza Rai, Romano Prodi lo aveva detto chiaramente, lo aveva anche spiegato punto per punto in una lettera pubblicata sul suo sito il 22 febbraio.
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«Non ci sono le condizioni», ha ribadito da Porta a Porta, non sono condivisibili le regole dettate, in particolare quella che consente al Presidente del Consiglio di partecipare a una conferenza stampa finale, dopo il confronto con il leader dell'Unione. Ma Silvio Sarcina, portavoce del Professore, nella lettera alla Rai nella quale si ufficializza il diniego, fa anche riferimento a particolari precisi: «Non trovo menzione delle garanzie da noi più volte richieste per lo svolgimento dei confronti. Parlo di posizionamento dei candidati nello studio, di posizionamento delle telecamere, di regole di regia (come, ad esempio, il divieto di inquadrare durante l'intervento del candidato A, il candidato B ad evitare commenti di quest'ultimo utilizzando la mimica facciale e il body language), di tempi regolamentati per le domande e per le risposte, la presenza o meno del pubblico oltre, ovviamente, alla scelta del conduttore». Non a caso il Professore aveva proposto un faccia a faccia sulle reti Mediaset, così da superare l'inghippo delle regole varate dalla Vigilanza Rai e come moderatore aveva pensato a Emilio Fede. La decisione di Romano Prodi suona così come segno di sfiducia anche nella Rai, almeno in una parte di essa, chiamata a ospitare il confronto e a indicare il moderatore, per il quale era stato ripetutamente fatto il nome di Bruno Vespa. L'Unione ricorda che anche Silvio Berlusconi nel '96 rifiutò il confronto con Francesco Rutelli. Prodi, da Porta a Porta ha riletto il comunicato con il quale il Presidente del Consiglio rifiutò quell'invito. E a chi gli ribatte che allora non c'erano le regole oggi fissate dalla Vigilanza, ripete che queste regole non funzionano. Berlusconi accusa il colpo, seppur preventivato e ormai dato per scontato. Se ai più ligi alle questioni di forma, il no potrebbe anche apparire come segno di poco rispetto al suo ruolo politico e istituzionale, è soprattutto la prova che il Professore è ormai sicuro di vincere, tanto da poter rinunciare a uno spazio televisivo importante. Il Premier insiste: «Io ci sarò comunque», accusa Prodi di avere paura del confronto e promette che parlerà, anche davanti a una sedia vuota. L'effetto specchio non spaventa Silvio Berlusconi, abile e efficace comunicatore, ma il suo atteggiamento, deciso ma quasi intransigente in questa circostanza, lascia trasparire qualche incertezza. Di fatto, nonostante gli annunci di sondaggi sempre più favorevoli al suo schieramento, l'impegno mediatico del Presidente del Consiglio continua a essere pressante, volto a conquistare altri elettori indecisi. Ed evidenzia due approcci differenti: quello fermo ma sereno di un Prodi che appare sicuro di vincere, e quello attivo fino a risultare talvolta concitato di un Berlusconi impegnato in una corsa contro il tempo. Al voto mancano 32 giorni, allora sapremo cosa ha meglio funzionato e chi dei due è riuscito a leggere più da vicino l'atteggiamento e le intenzioni del proprio elettato, indecisi inclusi . "Quando c'è l'amore c'è tutto". "No ti sbagli, chella è 'a salute". www.sgteverola.tk |