Nick: ^NAPALM^ Oggetto: YES Data: 20/3/2006 16.12.40 Visite: 126
YES Il paradigma del prog
La genesi del gruppo e le prime opere Gli Yes sono un gruppo famosissimo e ogni progman li conosce sicuramente sia per la loro fama che per le numerose formazioni costituite da alcuni musicisti rock molto validi. Essendo un gruppo molto longevo, addirittura attivo ai giorni nostri, il gruppo ha una storia lunga e caratterizzata dai continui cambi di schieramento e dalla ricca discografia. La loro storia ha inizio nell’estate del 1968, a Londra, sede di 2 gruppi chiamati The Warriors e Mabel Greer’s Toy Shop. Oltre a suonare con il gruppo The Warriors, Jon Anderson si guadagnava da vivere in un locale chiamato La Chasse. Chris Squire e Peter Banks si divertivano invece con i Mabel Greer’s Toy Shop, un gruppo tra il Rock’n’Roll e il Progressive Rock. Un giorno il proprietario de La Chasse presentò Chris Squire a Jon Anderson, così Squire propose ad Anderson di unirsi al suo gruppo come Vocalist. Jon Anderson accettò volentieri la proposta e successivamente si unirono al gruppo anche il pianista Jazz Tony Kaye e il batterista Bill Bruford. A questo punto la formazione era al completo e sostituirono il nome Mabel Greer’s Toy Shop con Yes.
I Mabel Greer's Toy Shop:

Nel 1969 pubblicarono il loro primo album, omonimo, formato in gran parte da arrangiamenti di brani esistenti e qualche brano di loro composizione. Tra questi spicca Survival, composto interamente da Jon Anderson, nel quale si comincia a sentire la maturità del gruppo, nonostante l’album le sia totalmente estraneo. L’album, infatti, ebbe poco successo e il gruppo tentò di sfondare l’anno successivo con Time and a Wordd. Questo album era un tentativo di mescolare l’armonia della musica classica alla pienezza sonora del rock. Riscosse un discreto, ma non esagerato, successo posizionandosi 45° nella classifica inglese delle vendite. Nonostante la crescente fama di questo gruppo, Peter Banks decise di lasciare il gruppo prima dell’uscita dell’album, perché aveva poco spazio per esibirsi. Fu rimpiazzato dal talentuoso e virtuoso chiarrista Steve Howe, desiderato dai maggiori esponenti progressive dell’epoca come The Nice e Jethro Tull. Nonostante Howe nonostante non avesse partecipato affatto alle registrazioni dell’album, apparse comunque in copertina.

Gli Anni d'Oro Dopo l’entrata di Howe al posto di Banks, il gruppo conobbe Eddie Offord, celebre produttore di dischi prog, collaboratore anche degli Emerson, Lake & Palmer. Da questo momento, con l’aiuto dei nuovi arrivati, il gruppo comincerà a conoscere il successo. Il primo contatto verso la fama mondiale avvenne nel 1971 con l’uscita di "The Yes Album". Il punto di partenza dei brani sono felici intuizioni melodiche come e meglio dei due dischi precedenti, quello che cambia, e rende il disco formalmente più progressivo, è l'espansione dei brani a livello strumentale e di arrangiamento, con soluzioni spettacolari e improvvise, con una fortissima dinamica interna nei brani. Il disco è comunque una delle pietre miliare di progressive anche se il suono non è ancora del tutto maturo. In questo indimenticabile album si comincia a percepire la maturità del gruppo e la tipica sonorità degli Yes che accompagnerà le opere del gruppo per svariati anni. Questo album riscosse un elevato successo, non paragonabile però ai successivi, che segneranno indelebilmente la storia del prog. In seguito a questo album entrò a far parte del gruppo, rimpiazzando Tony Kaye, il celebre tastierista Rick Wakeman che trascinò all’interno del gruppo il moog e il mellotron, indispensabili strumenti in un gruppo prog. Wakeman si dimostrò immediatamente abile nell’uso di tali strumenti, confermando anche le sue capacità nel suo 2° album da solista, "The Six Wives of Henry VIII", dove gli strumenti elettronici dominano la scena. Rick Wakeman, ex Strabws, e la quadratura del cerchio appare compiuta. Wakeman è tastierista di impostazione classica e accademica e di debordante narcisismo, e queste due caratteristiche influenzeranno, nel bene e nel male, le scelte stilistiche del grupp La formazione Squire /Anderson /Wakeman /Howe /Bruford è definita “la formazione classica” degli Yes, anche perché segnò l’uscita dei più famosi album non solo nella storia di questo gruppo , ma addirittura in quella del prog. Nello stesso anno cominciò anche la collaborazione del noto disegnatore Roger Dean con gli Yes che fornì al gruppo magnifiche copertine per gli album di successiva pubblicazione. Nel 1972 gli Yes pubblicano "Fragile", album che rimarrà eternamente nella storia del prog sia per l’eccezionale contenuto musicale che per la storica copertina, un disco di forte impatto e, anche se gode di una certa sopravvalutazione, porta agli Yes grande successo, fama e considerazione. Di spicco è la prima traccia, "Roundabout" e "Long Distance Runaround", con una linea melodico molto simile. Il gruppo era ormai in piena maturità e anche l’anno successivo si prestava a portare un gran successo. Nel 1972, dopo aver pubblicato Fragile, gli Yes presentarono il loro più glorioso album: "Close to the Edge". Quest’album viene reputato da gran parte dei critici l’album-simbolo del rock progressivo. La suite omonima, che copre tutta la prima facciata, si basa in realtà su poche idee melodiche di fondo che si ripetono più volte nello sviluppo del brano, quello che è stupefacente, a parte l' esecuzione, è la strabordante inventiva dell'impianto strumentale, che dilata e sorregge il brano, una vertigine stordente ora convulsa ora pacata, ora epica ora liturgica, con Anderson, primo protagonista, che tiene con le parti vocali le fila in un continuo rifrangersi autoreferenziale tra gli strumenti, un equilibrio miracoloso in cui trova compimento un paradigma implicito di tutto il progressive. La suite rischia di fare passare in secondo piano i due notevoli brani che costituiscono la seconda facciata. "And You And I" parte come una romantica ballata di forte e orecchiabile melodia che ben presto si estende in una parte centrale epica e celebrativa. L'ultimo brano, "Siberian Khatru", ricorda come struttura un po' "Roundabout" del disco precedente, con Howe e Wakeman raramente più lucidi negli interventi strumentali.



Il gruppo, quindi, era in piena maturità, anche se presto non lo sarebbe stato più. Infatti, successivamente a questo album, Bill Bruford (batterista) si trasferì ai King Crimson e fu sostituito da Alan White. La formazione “classica” si stava piano piano diradando. Nel 1973 gli Yes pubblicarono "Tales from Topographic Oceans". Questo album portò una scissione dei fan degli Yes: molti lo considerarono l’opera-apice del gruppo, ma altrettanti lo giudicarono un eccesso di onnipotenza. I testi, di Jon Anderson, erano ispirati dal best-seller “Autobiografia di uno Yogi”, di Parmahansa Yogananda. E' un disco controverso, che ha lasciato all' epoca, e lascia tutt'ora, interdetta la critica e i fan ed è stato indicato retrospettivamente come un esempio della degenerazione del progressive.In seguito Rick Wakeman si allontanò dal gruppo ritenendo di non condividere più la visione musicale degli Yes. A quel punto gli Yes erano a terra, senza Bruford e Wakeman. Wakeman fu rimpiazzato dal tastierista svizzero Patrick Moraz, ma ormai i “classici” Yes non esistevano più.

Verso il declino Nel 1974 gli Yes incisero “Relayer” che, nonostante tutto, fu di gran successo: è un bel disco, tra l' altro impreziosito dalla più bella copertina che Dean abbia mai fatto per il gruppo, a volte però risulta un po' compresso, come se la musica, specie nella suite della prima facciata, faticasse a liberarsi e a prendere forma. Ma ben presto gli Yes si sarebbero allontanati dalla scena del rock, tanto velocemente quanto il rock stava abbandonando il pensiero musicale della gente di quell’epoca. Successivamente Jon Anderson propose al gruppo di incidere ognuno un album solista e così fu: - Olias of Sunhillow --> Anderson - Beginnings--> Howe - Fish Out of Water--> Squire - Ramshackled-->White - Story of I-->Moraz
Da lì in poi la fama degli Yes scese vertiginosamente e Moraz abbandonò il gruppo nel ’76. Ci voleva qualcone che tirasse su il gruppo e questo qualcuno fu Rick Wakeman. Rimpatriato Wakeman, gli Yes incisero successivamente 2 valori rispettivamente nel ’77 e nel ’78: "Going for the one" e "Tormato". Due album che ebbero un discreto successo, il primo l'ultimo grande disco degli Yes, il second il frutto di una band ormai in crisi ancora più evidente da un suono quasi digitale delle tastiere di Waikman, che avvolte risulta un pò irritante. Ma non potevano sbancare visto che ormai la scena musicale era dominata dal Punk e del prog non gliene importava più nulla a nessuno. Così cominciarono a toccare il fondo e a sentire il bisogno di cambiare genere, ad adattarsi alle nuove esigenze.

Nel 1980 Wakeman e Anderson se ne andarono (Jon andò a collaborare con i Vangelis). Il gruppo era ormai dimezzato e dovettero ricorrere a due nuovi elementi: alle tastiere Geoffrey Downes e come cantante Trevor Horn. Con questa formazione incisero "Drama". Si grida allo scandalo per la deriva pop. Retrospettivamente possiamo dire però che molte critiche appaiono forse ingenerose, il pop contamina molti brani, ma rimangono comunque gli eclettismi e gli incisi strumentali tipici del gruppo. Sempre nel 1980 esce il bel doppio live "Yes Show", con materiale sparso dell' epoca Relayer-Tormato, tra cui, da segnalare, una versione di "The Gates Of Delirium" molto superiore a quella in studio; ma a dopo il tuor gli Yes si sciolsero nuovamente.
L’era commerciale Ma quando Squire incontrò Anderson a Los Angeles, un lume di speranza si accese e finalmente tornarono a suonare, con il debutto nel gruppo di Rabin (collaboratore di Squire). Incisero nel 1983 l ’album "90125" che ebbe un enorme, inaspettato successo commerciale e con Owner of a Lonely Heart raggiunse la vetta della classifica. Anderson è di nuovo il vocalist e riapparire di Kaye alle tastiere dopo molti anni, l'uscita di Howe sostituito dal carneade Trevor Rabin alla chitarra. L’album sbancò e vendette addirittura più di 6 milioni di copie e grazie al brano Cinema vinse Grammy per il miglior pezzo rock strumentale. Non potevano che organizzare un nuovo, grandissimo tour, forse il più trionfale nella storia del gruppo, conclsu a Rio de Janeiro. Nell’87 cercarono di ripetere il successo con Big Generator, ma a causa di alcune divergenze, Jon Anderson e Horn se ne andarono e la storia dei veri Yes finisce quì. Nonostante tutto si crearono degli “Yes alternativi” con Anderson, Brudford, Wakeman e Howe (gli ABWH) che incisero un album omonimo.

Reunions Col tempo gli Yes ebbero occasioni per rincontrarsi, come nel 1991. Dopo varie prove per ritornare insieme nel 1991 incisero "Union", composto da materiale degli ABWH e degli Yeswest (con Squire). Ma ben presto si risciolsero. Sembra francamente finita, ma nel biennio '96/'97 escono due doppi cd ("Keys To Ascension 1 e 2") che vedono il riformarsi del vecchio gruppo con Wakeman, Howe e White. I due cd contengono una parte live, con riproposizione di vecchi classici, e una parte di nuove composizioni sorprendentemente dignitose, se non buone, in uno stile sostanzialmente immutato. I fan cominciano a sperare, ma Wakeman è un ciclotimico ed esce dal gruppo, che ingaggia lo sconosciuto Bill Sherwood alle tastiere; nel '97 con questa formazione esce il leggero e modestissimo Open Your Eyes. Tutti storcono la bocca ma nel 1999 ecco "The Ladder": la formazione è la stessa del disco precedente con in più tale Khoroshev aggiunto alle tastiere, ma il disco è molto migliore, con alternanza di pezzi di orecchiabilità pop con altri in cui ricompaiono i complicati equilibrismi dei tempi andati. Nel 2001 il gruppo è in quattro, affidando a un'intera orchestra il compito di sostituire le tastiere (come verrà poi celebrato nel tour documentato nel Dvd "Synphonic Yes"). Il disco è "Magnification" e completa l'opera di rinascita iniziata con The Ladder; molto ben bilanciato l'uso dell'orchestra, molto buone le scelte melodiche, complesse il giusto, evidente lo sforzo di rilancio creativo con pezzi di buona sensibilità armonica, anche molto intelligibili, ma sempre sul filo di una tradizione di estrema articolazione e gusto esecutivo, il migliore disco degl gruppo dalla fine degli anni settanta.
Poi, è cronaca: tour mondiali (molte volte in Italia), alcuni live, la scoperta del Dvd, il recente ritorno sul palco (fino a quando?) del solito transfuga Wakeman, una credibilità ritrovata, un modello imitatissimo (più di chiunque altro) da tutti i gruppi new-prog. E forse dei nastri spediti nello spazio per contattare forme di vita aliene.

SITO UFFICIALE
Discografia
• Yes (1969) • Time And A Word (1970) • The Yes Album (1971) • Fragile (1972) • Close To The Edge (1972) • Yessongs (1973) • Tales From Topographic Oceans (1974) • Relayer (1974) • Going For The One (1977) • Tormato (1978) • Drama (1980) • Yesshows (1980) • 90125 (1983) • 90125 Live/The Solos (1985) • Big Generator (1987) • Union (1991) • Talk (1994) • Keys To Ascension (1996) • Keys To Ascension II (1997) • Open Your Eyes (1997) • Something's Coming/The BBC Recordings 1969-1970 (1998) • Friends & Relatives (1998) • Ladder (1999) • Live At The House Of Blues (2000) • Magnification (2001) † http://cattiveriia.altervista.org
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