Un po' di giorni fa mi sono imbattuto in un articolo su Punto Informatico - una tra le poche testate ancora libere dal controllo, forse perché i "controllori" stanno solo ora capendo il peso del web - riguardo una norma introdotta con la nuova finanziaria - di quelle piccole norme che si celano in mezzo ai grandi faldoni, della cui esistenza ti accorgi solo quando lo prendi nel culo - relativamente all'oscuramento di una lista di siti di scommesse online.
Ecco il link: http://punto-informatico.it/p.asp?i=58081&r=PI
Riassumo in due parole: la lista contiene 516 siti di scommesse non residenti in Italia, e quindi non rispondenti alle norme italiane in fatto di gioco d'azzardo. Chi prova ad accedere ad uno dei siti contenuti nella lista (provate un po' con questo: http://www.williamhill.co.uk/ ), si trova di fronte ad una tristissima paginetta preconfezionata di proprietà della AAMS (Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato), che leguleicamente ne motiva il sequestro.
Una sola frase risulta comprensibile: il sito richiesto non è più raggiungibile poiché sprovvisto delle autorizzazioni necessarie per operare la raccolta di giochi in Italia.
Ma in realtà non è soltanto il gioco che viene impedito - argomento sul quale avrei comunque da ridire, perché nel momento in cui vado in Svizzera a giocare al casinò nessun Carabiniere viene ad arrestarmi, e giocare su di un sito residente all'estero è cosa non eccessivamente dissimile -.
Ad ogni modo non solo il gioco viene impedito, perché impedendo l'accesso al sito, ed a tutti gli altri siti, di fatto l'utente è impossibilitato ad accedere ad ogni tipo di INFORMAZIONE contenuta in quei siti.
Insomma, si tradisce il principio base sul quale si è sviluppata la rete, ossia l'INFORMAZIONE, passando ad una censura ignota in Europa, e conosciuta soltanto in paesi quali Cina, Cuba, Vietnam, etc.
E si tradisce - cosa ancor più grave - la nostra stessa Costituzione.
Perché un conto è utilizzare vie più o meno legali per oscurare un sito, trovando un magistrato accondiscendente che firmi due carte e via, ed un altro conto è il sequestro di Stato, che, mi ripeto, è il tradimento della nostra Costituzione, e sorpassa ogni limite di decenza.
Che il panorama informativo italiano sia più o meno censurato, ormai non è più una cassandrata ma è un dato di fatto.
Ne dico un'altra per restare in tema informatico: qualcuno ha mai letto informazioni sul rootkit della Sony su testate tipo Repubblica, CorSera, etc. ?
Rispondo io: no. Perché le si trova soltanto su PI ed in giro per il web. Eppure è un argomento di cui si discute in tutto il mondo.
Ed è altrettanto un dato di fatto la strada verso censura e controllo intrapresa nel Belpaese.
Basti parlare di lotta al P2P, Legge Urbani, sino ad arrivare ad argomenti triviali come la pubblicità di Siffredi che viene cassata (sembra una cazzata, ma è comunque censura).
Stiamo assistendo ad un Governo - parlo in generale, niente Destra o Sinistra - che sceglie di pensare ed agire in vece dei suoi cittadini.
Il capovolgimento dei fronti, dove il popolo non è più Sovrano, ma gregge informe che oggi viene educato sulle scommesse on line e sul P2P, e domani potrebbe essere educato sulla libertà di informazione, e su cosa è giusto e cosa è sbagliato.
E il trampolino di lancio scelto per questa trasformazione orwelliana è il web, perché terreno fertile, privo di partigiani e non ancorato a tradizioni storiche, dove soltanto pochi pionieri sanno destreggiarsi, mentre i più si limitano a fagocitare mp3, suonerie, rossoalice e sarcazzi vari.
Tra l'altro la società a cui fa capo William Hill ha interpellato l'Europa affinché intervenga nei confronti dell'oscena norma di cui ho parlato sinora.
Francamente trovo davvero triste e umiliante che un sito di scommesse debba ricorrere alle vie europee per vedere risolta una questione che non aveva alcuna ragione d'esistere.
L'ennesima figura di merda di un Paese ormai allo sbando.
C'è poco da fare, l'intera classe politica italiana andrebbe buttata nel cesso - o ancora meglio in galera - e sostituita con una in grado di garantire princìpi da tempo orbati di fondamento quali la democrazia, la giustizia, l'uguaglianza e soprattutto la Libertà.
Non mi piace avere la verità in tasca.
Preferisco toglierla dalle tasche di coloro che credono di averla.