Nick: harding Oggetto: passato remoto Data: 30/11/2003 17.34.1 Visite: 99
Stamattina "scesi" per strada. Svincolai lo scooter dalle insicurezze cittadine e partii. Solito percorso casa-ufficio, liso dalla routine e da pensieri unidirezionali. Solite imprecazioni verso una città di disobbedienti. Se nessuno seguiva le regole chi disobbediva veramente? Proseguii verso la tangenziale e poi svoltai per quella via dove un'antica speculazione aveva oscurato il cielo con alti alveari di vita incerta. Non ebbi più lo scooter sotto di me. Gli spigoli vivi della città moderna si smussarono in lievi colline. Camion che potevano essere elefanti, un fiume che poteva essere una strada affollata o il Gange, gente intorno che imprecava o forse pregava il suo dio. Mi sedetti sul lato del fiume. C'era Battiato che mi parlò del senso del possesso (che fu prealessandrino). Era tanto che volevo chiederglielo. Incontrai anche quell'omino meraviglioso di Gandhi, o forse era totonno o' posteggiatore, che mi chiese se mi interessava un sitar "nuovo mai usato". Declinai. "Io non so suonare!" anche se in un sogno bisognerebbe approfittare e fare anche quello che non si sa. Sulla riva del fiume c'erano due che si baciavano. Erano John e Yoko. "Peace, fratelli" dissi forse con poca convinzione. "Non abbiamo spiccioli" risposero all'unisono. Un po' di delusione. Minchia era il mio sogno. Proseguii. In una caverna enorme trovai un vecchio che dormiva sotto i cartoni. Era Bukowski. Colmo di gioia mi avvicinai gridando "hey HAnk!Hank!" Lui si girò minacciandomi con dei cocci di vetro. Dissi:"Hank. Sono io. Ci siamo conosciuti tra le tue righe ed i miei pensieri. Io sento come te" "Povero coglione"-rispose-"hai solo cacciato soldi per dei pezzi di carta"-e poi-" Sei quello di prima. Solo che adesso lo sai". Il vetro non mi sfiorò nemmeno ma mi sentivo tagliato. C'erano dei ragazzi che cantavano in una piccola folla. Scappai lì. Già sapevo di vedere Bono e The Edge. Cantavano "New Year's Day". Non potevano non esserci. Capodanno è tutto tranquillo Un mondo bianco si mette in moto E io voglio stare con te Stare con te notte e giorno A capodanno non cambia niente Starò ancora con te Starò ancora con te Si è riunita la folla bianca e nera Sotto un cielo rosso sangue Sono i prescelti, a braccia conserte Il giornale dice, dice che è vero, che è vero Possiamo farcela Anche divisi siamo come uniti Comincerò da capo, comincerò da capo Forse è il momento giusto Magari stasera Starò ancora con te Starò ancora con te Così ci dicono che è l'epoca d'oro Infatti è l'oro a giustificare le guerre che finanziamo Anche se io vorrei stare con te Stare con te notte e giorno Non cambia niente a capodanno Faceva rigirare troppe cose dentro questa canzone anche se era solo un sogno. Passai sotto palme nane, banani, alberi di fichi fino a giungere in un piccolo prato. Controsole un ragazzo basso, tarchiato e con una montagna di capelli palleggiava da dio. Mi fece venire in mente che essere grandi era per sempre ma perdersi era un attimo. -E l'amore? Se questo è un sogno ci deve essere.- Un bimbo mi portò dei quaderni. Senza nemmeno aprirli riconobbi i miei diari. "Aprili" disse il bimbo che aveva la faccia del mio migliore amico delle elementari. Le pagine erano bianche. Li presi tutti con me e strappandoli ne feci coriandoli da affidare al grande fiume.
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