Bombe di stato scoppiate nelle piazze e anarchici distratti caduti giù dalle finestre... La notte del 18 marzo il comune di Milano, con un blitz notturno voluto dal sindaco Albertini, si è impossessato della lapide in memoria di Giuseppe Pinelli. Pinelli, ferroviere anarchico, venne sequestrato il 12 dicembre 1969 dopo la strage di Piazza Fontana e nella notte tra il 15 ed il 16, "volò'" giù da una finestra del quarto piano della Questura di Milano e mori' poco dopo in ospedale. Nella stanza erano presenti tre poliziotti, un carabiniere e il commissario Luigi Calabresi. Subito dopo la morte, la polizia e i media raccontarono la favola del suicidio di Pinelli, mentre gli anarchici e tutto il movimento sostennero che l'anarchico era stato defenestrato. La sentenza di Gerardo D'Ambrosio (1975) concluse salomonicamente che a causare la morte di Pinelli fu un "malore attivo" (sic!) e non il suicidio o l'omicidio. Ora il comune di Milano ha deciso di sostituire la targa in sua memoria che recitava "ucciso innocente", con una nuova su cui si legge "innocente morto tragicamente". Il momento nel quale avviene questa operazione revisionista è sicuramente stato scelto provocatoriamente e senza neppure l'approvazione del Consiglio Comunale: d'altra parte siamo in piena campagna elettorale e Milano vive un momento delicato dopo i fatti di sabato 11 marzo.
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