Nick: thecrow75 Oggetto: Globalizzazione Data: 2/12/2003 1.56.3 Visite: 115
La globalizzazione. Il Concetto di “globalizzazione” nasce nell’ambito degli studi e delle ricerche sull’economia politica. Con esso viene descritta quella tendenza della moderna economia a sfruttare le scoperte scientifiche e facilità dei trasporti per creare sistemi produttivi e commerciali che abbiano come sbocchi di mercato non più singoli paesi o aree geografiche limitate, ma tutto il mondo. Oggi le industrie e le imprese possono vendere i loro prodotti in un’economia senza confini, capace di offrire le migliori opportunità di reddito e di profitto. Le merci possono viaggiare sempre più facilmente e altrettanto facilmente possono avvenire le trattative commerciali, le transazioni finanziarie, i pagamenti. Dall’economia questo termine è significativamente passato a descrivere altri fenomeni di portata più generale: questo perché lo stesso progresso tecnologico ha in realtà riflessi profondi ed agisce su tutti gli aspetti di una società: l’informazione, la cultura, il costume, la vita quotidiana. Gli effetti della globalizzazione sono numerosi, possiamo facilmente vedere per esempio, come consumatori, che tutti i prodotti di cui abbiamo bisogno o che desideriamo acquistare, dalle merci di largo consumo ai beni durevoli, sono ormai indifferentemente prodotti in qualunque parte del mondo, pur essendo disponibili come se fossero “dietro l’angolo”. Seguiamo mode che non appartengono più soltanto al nostro paese, ma che nascono contemporaneamente nei luoghi più lontani tra loro. La facilità con cui comunichiamo o ci scambiamo informazioni fa aumentare la circolazione delle idee, crea modi di pensare più aperti e consapevoli. Per accompagnare il continuo diffondersi dei flussi di informazione di cui parlavamo, nascono nuove professioni, nuove occasioni di lavoro specialistico, nuove possibili iniziative di impresa e di imprenditorialità. Naturalmente, tutto ciò non avviene per caso, visto che ogni gioco ha le sue norme. La globalizzazione richiede un innalzamento continuo dei nostri standard educativi, del livello di preparazione culturale e di formazione professionale di cui è necessario disporre per competere con i numerosi concorrenti. Chi non è all’altezza dei tempi è tagliato fuori dalla lotta. Al centro di questo processo ci sono certamente i paesi ricchi e le grandi concentrazioni industriali, i paesi ricchi tendono a usare i paesi poveri come serbatoi di manodopera a basso costo, in questo modo si sviluppano due mondi paralleli: un mondo “piccolo” in cui è concentrato ricchezza e benessere e un altro mondo più “grande” costituito da una povertà devastante e, spesso, i regimi totalitari peggiorano le condizioni di vita degli “esclusi” dalla globalizzazione con un risultato finale in cui i paesi poveri sono sempre più poveri, mentre quelli ricchi lo sono sempre di più. Di fronte a tutto ciò ci si può augurare solo che si dia il via ad uno sviluppo più equo e solidale, uno sviluppo che rispetti l’ambiente ma che allo stesso tempo sia un arma efficace per coinvolgere il più grande numero di persone, perché tutti abbiamo diritto ad entrare nella “globalizzazione” ma in modo razionale e giustificato, tuttavia bisogna sostenere sempre l’idea di “globalizzazione” perché senza di essa il mondo non può avere un futuro, non può migliorare, il costo da pagare c’è sempre ma almeno nessuno potrà dire che non si è provato a costruire un mondo migliore per le nuove generazioni. Marco.
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