la paura è paralisi.
si annulla il senso critico.
ciò che vuoi è scappare, ciò che devi è restare.
restare a digerire quello che a stento riesci a deglutire.
senza paura saremmo già da un pezzo oltre l'orlo del precipizio, avendone saremmo lontani e nascosti al mondo.
questa è la mia lettera al mondo che non scrisse mai a me. chi lo sa se emily c'aveva fifa o non ne aveva affatto.
amo, amo e detesto sbagliare, soprattutto detesto gli errori che da reversibili per paura divengono fissi, ferite destinare anon guarire più o a lasciare cicatrici deturpanti.
paura non devo avere, paura non troppa, vigile restare, respirare con lentezza.
al bimbo che fa ciao con la mano così cara come oggi m'è cara, con lo stesso sorriso.
trent'anni mai trascorsi, tutti qui, l'hanno portato alla mia porta.
gli ho aperto, abbiamo cominciato i nostri giochi di bambini.
lui viene a trovarmi spesso e non mi aiuta mai a rimettere ordine.
ma mi piace vedere le cose che abbiamo toccato, sparse intorno a me, quando va via.
lo saluto con la mano anche io, allora.
il giorno dopo aspetto il giorno dopo.

U A U