Nick: Viola* Oggetto: Il petalo cremisi e il bianco Data: 31/3/2006 11.57.31 Visite: 104
Il petalo cremisi e il bianco - Michel Faber L'età vittoriana come tutte le epoche di grande repressione sessuale, è stata un' età di grandi perversioni e ipocrisie. E' stata anche l'epoca di jack lo squartatore. Si è stimato che a Londra vi fosse circa una prostituta ogni sei uomini, e la maggior parte di queste donne viveva in condizioni subumane. La protagonista di questo romanzo-fiume (quasi 1000 pagine) è Sugar, una delle prostitute più famose del suo tempo, a 20 anni già con una grande esperienza (figlia della tenutaria di un bordello, la madre la vende a un uomo quando ha 13 anni). ma rispetto alla maggior parte delle altre prostitute, sugar ha qualcosa di più. è molto intelligente, anche troppo, sa leggere e scrivere (cosa rarissima), e ha un istinto di sopravvivenza fortissimo che la spinge a usare ogni mezzo per tirarsi fuori dalla sua miserevole situazione. l'occasione le si prospetta con l'incontro con William Rackham, erede di una fortuna, uomo debole e vanesio che oltre al sesso cerca qualcuno che lo guidi. dapprima william tira fuori sugar dal bordello e la sistema in un appartamento. poi se la porta in casa come istitutrice della figlia sophie. grazie all'intelligenza di sugar william riesce dove aveva sempre fallito, e diventa un uomo d'affari di successo. è lei che gli dà forza, lei che lo guida, lei che gli indica tutte le mosse giuste. ma cosa vuole in realtà sugar? non lo sa neanche lei. l'unica cosa che sa è che morirebbe piuttosto che tornare sulla strada. forse vorrebbe essere amata e protetta, ma william è troppo superficiale ed egoista per riuscire a farlo. sugar è anche una donna buona, prova empatia per la moglie di william, la fragile agnes, la delicata bambolina vittoriana che viene tenuta rinchiusa nelle sue stanze perchè ritenuta pazza (in realtà ha un tumore al cervello), e quando william decide di rinchiuderla in manicomio sugar riesce a farla fuggire e a mandarla in un convento. infine c'è Sophie, la figlia di william. bambina respinta dalla madre, dimenticata dal padre perchè femmina, senza particolari qualità, ma che ispira a sugar un grande affetto. e poi tanti altri personaggi: la prostituta caroline, la madre di sugar, il fratello di william, henry, l'unico uomo buono della storia, la santa laica emmeline, amore inconfessato di henry, gli amici di william, i libertini disperati. e un mare di comparse. quell'umanità braulicante e misera della Londra vittorina, dove ogni abiezione era normale, dove si viveva raccogliendo la merda per la strada con le mani per venderla, dove i bambini morivano a sciami, dove la miseria faceva diventare le persone peggio degli animali rabbiosi. e dove le donne che perdevano il lavoro avevano come unica scelta quella di battere la strada, o morire. suoni, odori, pratiche che a noi sembrano disgustose, tutto è ricostruito dall'autore in modo magistrale, e davvero ti sembra di essere lì, in mezzo a quelle persone, di osservarle da vicino. romanzo-fiume che si legge molto velocemente, romanzo "classico" nell'impianto, gran bel romanzo. la storia si chiude con sugar licenziata in tronco da william perchè incinta di lui. in sostanza, la rimanda sulla strada. sugar aveva già abortito per non essere allontanata, ma è tutto inutile, viene gettata via come una cosa che non serve più. Allora prende tutti i soldi (tanti) che è riuscita a risparmiare e scappa, prendendo qualcosa con sè. La figlia di William, Sophie. Se la porta via verso un destino (si spera) migliore. cosa ne sarà di loro (e di altri personaggi), l'autore lo racconta poi, nel romanzo (breve stavolta)"natale in silver street". e non finisce mica il cielo |