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Nick: thecrow75
Oggetto: Una città in trappola
Data: 6/12/2003 2.29.49
Visite: 142

Metrò bloccato, pendolari furiosi: «Vergogna»

DARIO DEL PORTO
Alle 8.20, una tranquilla mattinata di dicembre si trasforma nel giovedì nero degli utenti della metropolitana collinare. «Informiamo i signori viaggiatori che le corse sono sospese per motivi tecnici», comunicano gli altoparlanti in tutte le stazioni. Per centomila persone è l’inizio del caos, la città precipita rapidamente in un’altra giornata d’inferno sul fronte dei trasporti e della viabilità.
Racconta Elvio, imprenditore di 52 anni: «Quando hanno annunciato che i treni non sarebbero più partiti, mi trovavo nel sottopassaggio che collega la stazione Museo della Linea 1 con il terminal piazza Cavour della linea 2. Sulle prime, non si riusciva a comprendere l’esatta portata dell’interruzione, se cioè riguardava entrambe le tratte o una sola di esse. Abbiamo vissuto momenti di confusione totale - prosegue l’imprenditore - tutti avevano fretta e non sapevano a chi rivolgersi per avere notizie. Mi sono avviato verso piazza Cavour e ho sentito che, alle domande della gente, gli addetti si sforzavano di spiegare, a voce alta per farsi sentire da tutti, che i problemi riguardavano solo i treni del percorso Piscinola-Dante».
Appena il metrò chiude i battenti, per chi deve andare a scuola o al lavoro scatta la corsa alle soluzioni alternative. Mancano informazioni, però, e dinanzi all’incertezza il termometro della tensione sale quasi subito. Gli autobus vengono presi d’assalto come non capitava forse da una decina d’anni. I più affollati sono i mezzi che collegano la zona alta dell’Arenella con il centro del Vomero, ma diventano impraticabili anche i pullman che percorrono tragitti più lunghi e finiscono con il diventare l’unico collegamento sicuro tra l’area ospedaliera e il resto della città.
Nel giro di un paio d’ore, l’effetto-imbuto ingolfa il traffico ed esaspera gli animi dei cittadini. «Sono salito su un bus della linea OF - racconta Guido, avvocato di 27 anni - da via Mariano Semmola, al rione Alto, dovevo arrivare in Tribunale al Centro direzionale. Erano le 10.30, la vettura era stracolma di gente, si entrava a fatica, chi ha potuto si è fatto largo a spintoni».
I centralini di Metronapoli vengono presi d’assalto. In tarda mattinata, la situazione peggiora ulteriormente, soprattutto sul versante della viabilità. Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori Collinari, sottolinea: «All’uscita da scuola, molti studenti nella fascia dai 14 ai 18 anni, che avevano raggiunto il Vomero con le prime corse della metropolitana, hanno trovato i cancelli sbarrati. I genitori hanno dovuto catapultarsi a riprenderli con le autovetture private per poterli far tornare a casa, contribuendo ad aggravare il già caotico traffico veicolare».
Capodanno chiede «interventi urgenti per far luce sulla vicenda». Insorgono le associazioni di consumatori. In una nota, l’Acusp parla di «cittadini costretti a viaggiare stipati come sardine negli autobus», chiede l’intervento del prefetto e definisce «indispensabile che lavoratori dei trasporti, sindacati, aziende e utenti sottoscrivano un patto per sentirsi compartecipi di un progetto comune teso ad elevare la domanda di bus e metrò. Un patto - prosegue la nota - affinché il trasporto pubblico locale diventi un problema nazionale».
Scuote il capo Francesco Licastro, presidente del Consiglio Circoscrizionale del Vomero: «Il blocco improvviso è un segnale pessimo - afferma - che mi coglie di sorpresa specie a seguito degli incontri avuti con le rappresentanze sindacali, che avevano garantito che il prossimo sarebbe stato un Natale all’insegna del trasporto pubblico. L’agitazione ha gettato il Vomero nel caos. Abbiamo persino rinunciato ad avanzare richieste di misure radicali di riduzione del traffico per i non residenti, dietro la promessa di un potenziamento dei mezzi pubblici. Ma se queste sono le premesse - accusa il presidente del ”parlamentino di quartiere” - si tratta di un colpo ferale alla battaglia culturale per l’incentivazione all’uso del mezzo pubblico».


NO ALLA PROTESTA
«Non è possibile che cinque persone si danno ammalate e bloccano una città intera. Non possiamo condannare quello che è accaduto a Milano e poi dire che l’azienda non è stata capace di gestire l’emergenza. È stata un’azione indecorosa e indecente e bene ha fatto l’azienda a denunciare quanto successo alla Procura».
Luigi Simeone è il segretario generale della Uil Trasporti Campania. Nei giorni scorsi c’è stata una spaccatura tra Uil e Cisl da una parte e Cgil dall’altra.
Cosa è successo?
«È successo che improvvisamente cinque persone si sono date ammalate. Una cosa senza precedenti, che ha bloccato migliaia di persone. Non si può fare una cosa del genere, con la gente lasciata a piedi per tutta Napoli, e poi in un periodo come quello di dicembre».
Un’azione deliberata quindi?
«Noi moralmente abbiamo condannato piloti e assistenti di volo quando fecero una cosa del genere. La malattia non può rientrare nella lotta sindacale. Se poi c’è stato un piano preordinato sarà la magistratura a dirlo. Io posso solo aggiungere che gli steward dell’Alitalia sono finiti sott’inchiesta così come i medici che hanno firmato i certificati di malattia. Non vorrei che anche ora succedesse la stessa cosa».
Si respira una brutta aria in Metronapoli?
«L’azienda ha fatto sapere che aveva chiesto a qualcuno di sostituire il personale assente, ma ci sono state minacce. La dice tutta».


SÌ ALLA PROTESTA
«La colpa di quanto è accaduto ieri? È tutta dell’azienda. E non è giusto addebitare ai lavoratori la responsabilità dello stop».
Federico Libertino, segretario regionale della Cgil Trasporti, è direttamente interessato alla vertenza Metronapoli. Il 15 dicembre anche il suo sindacato ha dichiarato sciopero.
«Bisogna distinguere. C’è l’agitazione sindacale, con il rifiuto degli straordinari, che è legittima. Che poi si siano sommati delle malattie questo non era preventivabile né penso sia parte di una strategia ma solo un caso».
Nessuna protesta particolare quindi?
«Se così fosse, sarebbe una forma di lotta sbagliata, che noi condanniamo. Ma a me va di sottolineare lo stato in cui versa l’azienda, senza una strategia chiara. con una vertenza aperta da due anni e una programmazione che non decolla».
Napoli come Milano quindi?
«Lì si è trattato di una protesta sacrosanta nel merito e sbagliata nelle forme. Qui c’è un’esasperazione simile, ma ripeto, la nostra lotta è sempre stata dentro le regole. Non penso proprio che i dipendenti del controllo di sicurezza elettrica si siano dati malati apposta. Il problema è un altro».
Quale?
«Ripeto, c’è un’agitazione in corso. A Metronapoli si vive un ibrido contrattuale. Alla linea 2 ad esempio non è accaduto niente perché la situazione è normale».


IL VICESINDACO: VERTENZA DA RISOLVERE SUBITO
«Assurde quelle bugie sullo stop»
«Da una parte il metrò si è fermato per un’agitazione sindacale; dall’altra devo dire che è vergognosa la disinformazione data dall’azienda che non ha voluto avvisare gli utenti sulla vera natura dello stop». Il vicesindaco Rocco Papa ha un diavolo per capello. Ieri Napoli ha conosciuto una giornata tragica sul fronte trasporti. «Che devo dire? Per fortuna la metropolitana è affidabile, i treni non si sono fermati, come poteva pensare la gente ieri mattina. Si è trattato di una vertenza sindacale che è opportuno risolvere al più presto».
Metronapoli in questo periodo versa nel caos più assoluto. Scioperi su scioperi (il prossimo è programmato per il 15 dicembre), «il fatto che ieri - conclude Papa - siano stati affissi cartelli con la dicitura ”guasto tecnico” significa che la società non è controllata. È necessario a questo punto che le trattative riprendano al più presto».
Ma nella maggioranza consiliare c’è chi attribuisce lo stop di ieri a Metronapoli. Sandro Fucito, di Rifondazione Comunista, segue da vicino la vertenza nata all’interno dell’azienda sul doppio contratto, con una metà di lavoratori con regime ferroviario e l’altro autoferrotranviario.
«Napoli - attacca Fucito - ha conosciuto ieri e non per la prima volta un grave disservizio causa il blocco del funzionamento della metropolitana collinare. Uno stop di ore a danno di migliaia di utenti con conseguente traffico paralizzato ma attenzione: non vi è stato alcuno sciopero ed alcun guasto tecnico». La causa, invece, è da ricercare, secondo Fucito, nella «mancata regolamentazione di servizi interni e di gravi carenze organizzative addebitabili esclusivamente all'azienda».
C’è infatti un precedente risalente a qualche giorno fa. «Mi risulta - conclude Fucito - che come già avvenuto il 28 novembre, alle 21.30, l’unica struttura di controllo per la sicurezza si sia trovata in mancanza del personale necessario all’espletamento delle funzioni di controllo. Ciò è avvenuto dopo la legale imposizione di due ore di straordinario al personale del turno uscente».



“Il Mattino” del 5 dicembre 2003.






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Una città in trappola   6/12/2003 2.29.49 (141 visite)   thecrow75
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