Vai alla freccia - Homepage - BlogRoom - Mappa
Visualizza Messaggi.

Nick: Genki
Oggetto: lissent and enjoy
Data: 2/4/2006 21.53.46
Visite: 113

http://www.modoinfoshop.com/ascolta.asp?id=55

il testo..

l titolo si capisce benissimo


silvio!!!
l'ho duro come un'enciclica del papa!

silvio!!!
eternità d'etere vischiosa
sfavillante crocicchio trapuntato ZEISS

silvio!!
lente divina
talento immenso omeopatico virus integrale che
sragiona con mille variopinte cellule di felicità letale
supposte di adrenalina come scariche
ad ogni stacco ad ogni stucco
che ti faccio ti riposi sul mio fisico sfilacciato
di tisico di tossico di tattico di vela

silvio!!!

digrigna i denti in percentuale
privaci!!
dell'elettrica aureola in cima al vecchio pathos
buttaci!!
un lembo del tuo smisurato membro virtuale
tosaci!!
il grande lobo ai lati del naso
guardaci!!
nei migliaia di occhi dentro la tua giara

silvio!!
bene l'azienda!
a noi lo zen zero
a noi lo zen zero
un baco ingozza il tartaro gengivale
splendi Ramsete e rema
rema
mantieni tutte le direzioni e
rema
rema

silvio!!!
spingi ogni soluzione all'estremo avrai un gallo in gola
un posto al sole
una casa in campagna
una ressa di schiena

un primo maggio di cartapesta

la mattina in mano
le sementi tutte pronte nel timo
le urla i gesti di sapone
il pane arcobaleno
l'amore cantato suonato
fatto sul lato di piazza
in tv la pazza passa non vista non sentita
e' la mima la mima la mima stagionata
un'adorabile insolita alma marcia
rapida a svestirsi a sentirsi vuota
cosmica avvinazzata

silvio!!!
crepa alla svelta
crepa in cancrena contro un tir di ufficiali giudiziari
crepa in contumacia trafitto da un raggio di merda
crepa nella stalla della mucca milka
crepa con la tua immagine che hai creato

perché non si stima un uomo dal vestito
ma per quanti scalpi di tiranno s'e' adoprato






poesia per E.


non ti dirò mai che avevi il culo grosso e
non mi passava il cuore dal capezzolo e
non guardavo oltre la montagna di rimpianti
venuti a prendermi dopo che ti ho detto
vattene

non ti dirò mai che laceravi il mio ristretto cielo di dominio totale
sulla ragione passa e avanza
per diventare grandi e imboccare la clessidra dal punto giusto

non ti dirò mai che non potrò amare la semina non raccolta
destinata altrove ai cromosomi buoni rinati e aprezzati per i sorrisi sul cuscino rivoltato
non ti dirò mai che non avevo in mente niente per te come per tutte come per me e per tutti
che ci affaccendiamo a portare vento sul bordo alto dell'ultima luce
vicino al fuoco prima di cadere e passarlo comunque

‘sto tempo del cazzo
finisce e riprende
e noi gli parliamo e vorremmo prendercelo sulle spalle o sulla riva come foci accentuate

non ti dirò il perchè mi fai esistere
è facile l'odore del diniego tra le vesti tessute dai pensieri esclusi
quelli definitivi che ti prendono alla gola e sanno di vino focaccia e rapide smorfie riassuntive

fine della prima vita

oggi come prima ho un bollino di sopravvivenza in più
colorato grigio-pollo
contadino in meno di un mese

non ti amo e penso
che è lo stesso
per forza nascono i figli
loro muoiono nel vivere sorpreso delle cose






Tramite inferriate

amo quegli occhi di sette anni fa che non venivano mai
che avevano i contorni oblunghi e le guance infuocate
amo la schiena e il processo
dopo
a conti fatti il silenzio sul da farsi
l'inseguire i mesi e il reggiseno appeso al cielo
che allatta l'umanità

amo il calore di quei giorni del sempreuguale
che aspettavano il fuoco ingenuo del semprenuovo
con la testa caracolante di Manghi dietro
e le ginocchia sugli alberi di quell'altro

il gigante che piove in basso e semina la mia incostanza
amo elisabetta indefinita poco chiara come un giunto sulla matita
mai stampato
entrava il giorno impaurito di scatto
già fuoriuscito di testa nel pallone nel pallore
di una vita strozzata solo un depliant il resto nelle istruzioni nel colore
viola da' la vita rosso la toglie
uno sbaglio i figli si fanno nella certezza dell'errore

amo elisabetta
amo elisabetta

a testa in giù in su di mezzo
anche solo la prima elementare
sarebbe un amore in cartella
nel computer tra le mani a fionda
a prendere il latte da solo a camminare da solo
a baciare in due la stessa bocca infinita

amo il campo gravitazionale dove atterrano gli spavaldi eroi di elisabetta
e sequestrano il cuore il punto di arrivo dei sensi interconessi

mi basta una sega
per portare l'arcobaleno nella stanza







Ore latrine


la cellulite in faccia per non offendere le coscie lisce
pallide d'intorno stese come strisce da attraversare per salvarla la mia
sessualità a rischio d'involuta praticità nel pavimento le goccie per il
popolo di
terracotta

così si sferra alla condotta inebriata un pugno dei tuoi occhi
celestilavati nell'addome di oggiholaforzadi
sollevare quest'incontro fuori dalla paludosa amicizia
due amori invecchiati costanti rei decostruiti nella fogna
del cuore particolarmente i tombini enormi di numero segnalivello
le tue dita attacate al polso scartato il retro
l'orologio saprebbe con le lancette delle parole dirmi l'ora per
togliermi l'aria di dosso
e amarti a secco sopra il ronzio dei gattigufo inclini a salir le scale
frangimarmo appese nell'atrio scomposto ove questi diciott'anni
di libero freno ci abbracciano
prima che il diluvio del tempo s'attriti nel
distancante fronzolo della buonanotte


ridetta
risentita


serve un figlio alla spirale ciclonica del nostro avere
serve un figlio alle parole numerate ai piombati piedi
dei nostri camini spenti
serve un figlio il peggiore il mietitore di traboccante ego
il freddo che separa il riflesso nella stagnante pozza unica
contesa
la saliva uscita dal bacio al microscopio e la falsità nell'illudersi che tutto sia reciso
al lancio dell'istinto

riprodotto perfetto un figlio anche qui al tavolo ventisei per la frizione lenta della lingua
si accendono i volti sui monti vanno i cigni a pascolare sulle tettoie delle auto
carriarmati colgono le gobbe verdebrullo
al passaggio di magiche pozioni
di ventoluce e pioggia cerulea
voglio un figlio figlio di una rapina all'intenzione pedissequa
una pompa di benzina sfornavita abbarbicata alla sommità del ventre
gettata come carbone fuori dal buco presbite
dentro la bocca della cimice che imballa
le poche cose da portar dietro sullo sfondo della dimensione due
voglio un figlio cadente che alla megascuola porrà il suo veto
voglio un figlio suicida ma legato all'inverosimile progetto

del

nostro

amore



Rispondi al Messaggio | Indietro | Indice topic | Quota Testo | Vai su| Segnala ad un amico|Successivo


lissent and enjoy   2/4/2006 21.53.46 (112 visite)   Genki
   re:lissent and enjoy   2/4/2006 21.54.51 (23 visite)   MoRpH3uS
   re:lissent and enjoy   2/4/2006 21.56.45 (33 visite)   Genki
      re:lissent and enjoy   2/4/2006 21.58.44 (23 visite)   MoRpH3uS
         re:lissent and enjoy   2/4/2006 21.59.28 (22 visite)   Genki
            re:lissent and enjoy   2/4/2006 22.3.19 (16 visite)   MoRpH3uS
               re:lissent and enjoy   2/4/2006 22.5.19 (16 visite)   Genki
                  re:lissent and enjoy   2/4/2006 22.8.8 (22 visite)   MoRpH3uS
                     re:lissent and enjoy   2/4/2006 22.10.21 (19 visite)   Genki
                        re:lissent and enjoy   2/4/2006 22.14.13 (14 visite)   MoRpH3uS (ultimo)

Nick:
Password:
Oggetto:
Messaggio:

vai in modalità avanzata
                 


Rimani nel thread dopo l'invio


Ricerca libera nel sito by Google (Sperimentale, non sono ancora presenti tutti i contenuti)

Google
 



Clicca per leggere le regole del forum



Imposta IRCNapoli come homepage

Clicca per andare sul forum di prova.
IRCNapoli "Un racconto a più mani".
Mappa del forum

Visualizza tutti i post del giorno 02/04/2006
Visualizza tutti i post del giorno 28/07/2025
Visualizza tutti i post del giorno 27/07/2025
Visualizza tutti i post del giorno 26/07/2025
Visualizza tutti i post del giorno 25/07/2025
vai in modalità avanzata