Nick: *MuadDib* Oggetto: IMPRESENTABILI Data: 7/4/2006 12.41.20 Visite: 94
ecco un articolo dell'espresso di qualche tempo fa. non sono opinioni ma FATTI. sappiamo tutti, da sempre, che la politica e la legalità non sono cose che vanno di pari passo e che i disonesti ci sono sia a destra che a sinistra ma a tutto c'è un limite... Gli impresentabili Truffe. Tangenti. Peculato. Associazione mafiosa. Estorsione. Lesioni. Falso. Molestie sessuali. Ecco l'elenco di accusati, condannati e prescritti di Peter Gomez e Marco Lillo Condannati per tangenti, mafia, tentata estorsione, millantato credito, associazione sovversiva. Imputati per molestie sessuali, danneggiamento, falso, abuso edilizio, violazione del segreto d'ufficio e peculato. Indagati per frode, abuso, truffa e percosse. E poi ancora un mare di prescritti e miracolati dall'amnistia del 1989. C'è un po' di tutto nelle liste dei candidati per le politiche del 9 aprile. E in questo supermercato del delitto l'elettore si troverà a scegliere a scatola chiusa. Reintrodotto il proporzionale, abolite le preferenze, nell'urna vale il principio del paghi due e porti via tre: cioè scegli solo la coalizione e il partito, mentre in Parlamento ci finiscono gli uomini selezionati dalle segreterie dei vari movimenti politici. Così, anche se l'elettore ne avrebbe fatto volentieri a meno, alla Camera o al Senato rischia di trovarsi rapprensentato da un pregiudicato. Ma ecco un primo ( e incompleto) elenco degli impresentabili che sono invece stati presentati. Forza Italia In questa speciale classifica il partito del premier merita il posto d'onore. Il suo leader, Silvio Berlusconi, vanta nel proprio palmares un'amnistia (bugie sulla P2), sei prescrizioni, un reato depenalizzato da lui stesso (falso in bilancio All Iberian), un processo abolito per legge (l'appello Sme-Ariosto), due procedimenti in corso (diritti Mediaset e caso Mills) e uno sospeso addirittura in Spagna (violazione delle norme antitrust per Telecinco). Quanto basta per ricandidarsi alla presidenza del Consiglio e ritrovarsi in Parlamento accanto agli amici di sempre: il due volte condannato in appello per corruzione Cesare Previti, e il 'definitivo' Marcello Dell'Utri (fatture false Publitalia), ora in attesa di due processi di secondo grado (dopo le condanne per concorso esterno in associazione mafiosa e tentata estorsione) e della conclusione di quello in cui è imputato per calunnia. Se questi sono i vertici del partito c'è poco da meravigliarsi se tra i candidati spuntano i nomi di Gaspare Giudice (sotto processo per concorso in associazione mafiosa); Giuseppe Firrarello (imputato per concorso esterno in associazione mafiosa, turbativa d'asta e corruzione); Enrico La Loggia (indagato per un presunto finanziamento illecito da 100 mila euro ricevuto da Calisto Tanzi, mascherato da consulenza legale); Giampiero Catone (ex braccio destro di Buttiglione, passato con la Dc di Rotondi, imputato a Roma per bancarotta e truffa per i finanziamenti miliardari del ministero al polo industriale di Barzano); Maurizio Tomeo (candidato in Piemonte, sotto processo per presunte molestie sessuali a danno di due impiegate del comune di cui era sindaco); Pietro Franzoso (imputato in Puglia per voto di scambio); Pasquale Nessa (ricandidato a Bari nonostante fosse stato chiesto dai pm il suo arresto per concorso in concussione); di Mauro Pili (ex presidente della Regione Sardegna indagato per peculato) o di Sandro Balletto, ex presidente della provincia di Cagliari (paracadutato al Senato in Emilia Romagna): la scorsa settimana è stata chiesta la sua condanna per abuso d'ufficio e danneggiamento per il rifacimento della spiaggia storica di Cagliari, il Poetto, devastata per una sequenza di errori tecnici. A maggio Balletto andrà sotto processo per un secondo abuso d'ufficio (avrebbe contribuito a far nominare la figlia Veronica nel collegio dei revisori di una Asl) e infine sarà alla sbarra anche per una furibonda scazzottata con il suo ex capo di gabinetto. Nelle liste di Forza Italia è nascosto un partito nel partito: i sopravvissuti di Mani pulite. Si va da Giampiero Cantoni, l'ex presidente della Bnl arrestato negli anni Novanta per corruzione e bancarotta che poi ha patteggiato una pena di due anni, fino agli uomini della maxi-tangente Enimont: Egidio Sterpa, Giorgio La Malfa (finanziamento illecito, pena patteggiata), Carlo Vizzini (prescritto), Antonio Del Pennino (patteggiamenti per Enimont e Metropolitana milanese). A loro si aggiungono altri protagonisti minori come Mario Malossini, ex presidente della Provincia di Trento condannato per ricettazione (e prescritto per corruzione) per le tangenti sull'AutoBrennero; e il sottosegretario alle Riforme Aldo Brancher, ex uomo Publitalia, arrestato nel '93 per finanziamento illecito e falso in bilancio. Poi c'è Franco Malvano, in corsa alla Camera, sotto inchiesta per concorso esterno in associazione camorristica. Alleanza nazionale Un tempo Gianfranco Fini invitava gli indagati del vecchio Pds a dimettersi. Oggi candida i suoi in seggi sicuri. Apre la lista il ministro Gianni Alemanno, indagato per 47 mila euro di finanziamenti concessi dal solito Tanzi ad 'Area', la rivista della sua corrente. Segue il suo vicecapogabinetto Antonio Buonfiglio, candidato in Puglia e indagato a Roma per presunta corruzione nell'inchiesta sui crediti della Federconsorzi. Sempre in quella regione si segnalano l'onorevole Giuseppe Gallo, condannato in primo grado a un anno e tre mesi per abuso edilizio e l'assessore di Trani Luigi Simone, per il quale il pm ha chiesto il giudizio per una turbativa d'asta. Capolista in Piemonte sarà il viceministro Ugo Martinat, sotto inchiesta per concorso in turbativa d'asta e abuso d'ufficio. Capolista in Calabria è il sottosegretario alla Giustizia Giuseppe Valentino, al vaglio della Procura di Reggio "con riferimento a condotte attinenti gli interessi della criminalità organizzata nel settore dei finanziamenti pubblici, degli appalti, delle infiltrazioni nelle istituzioni e nella pubblica amministrazione". Capolista in Sicilia è Domenico Nania, condannato in primo grado per gli abusi edilizi della sua villa di Barcellona. Ben piazzato è anche Giuseppe Buzzanca, l'ex sindaco di Messina al quale l'uso privato dell'auto blu è costato una condanna per peculato d'uso. Udc A 'L'espresso' il presidente della Camera Pier Ferdinando Casini aveva garantito: "Non candiderò nessun indagato, tranne Cuffaro". Bisognerebbe aggiungere a quel tranne una dozzina di altri nomi. Dall'ex vicepresidente della Regione Molise, Aldo Patriciello, indagato dal 2004 per una frode negli appalti; al sottosegretario Teresio Delfino, candidato in Piemonte nonostante un avviso di garanzia nell'inchiesta sui fondi dell'Enoteca d'Italia. In Sicilia il 'tranne' di Casini diventa quasi una regola. Oltre a Salvatore Cuffaro, imputato per favoreggiamento aggravato a Cosa nostra e indagato per rivelazione di segreto nell'inchiesta su 'Messina ambiente', spicca Saverio Romano, sottosegretario al Welfare, inquisito per concorso esterno. Il pentito Francesco Campanella ha detto: "La cosca di Villabate lo ha votato alle politiche". Torna anche Calogero Mannino: arrestato per collusione con la mafia, assolto in primo grado, ma condannato in appello, ha visto la Cassazione annullare la sentenza. Il nuovo processo potrebbe saltare grazie alla legge Pecorella. Candidato anche il sottosegretario Giuseppe Drago, condannato a 3 anni e 3 mesi per peculato e abuso. Nel 1998, quando era presidente della Regione Sicilia prelevò 230 milioni di lire dai fondi riservati del governatore. "Li ho spesi in beneficenza", disse. Nella lista del Senato compare al quarto posto in Veneto Settimio Gottardo, l'ex sindaco di Padova che ha patteggiato una pena di 17 mesi per l'accusa di corruzione per una tangente sulla costruzione del nuovo palazzo di giustizia. Il deputato veronese Annamaria Leone ne chiese la sospensione "per gravi violazioni dei doveri morali". Non è stata ricandidata. E si è dimessa dal partito guidato dal segretario Lorenzo Cesa, arrestato nel 1993. Cesa ammise di aver ricevuto centinaia di milioni per gli appalti Anas, fu condannato nel 2001 a 3 anni e 3 mesi per corruzione ma la Corte d'appello di Roma annullò la sentenza perché lo stesso magistrato aveva svolto prima la funzione di pm e poi di giudice. Cesa è stato prescritto. Lega e autonomisti Non ci sono solo le vecchie condanne di Umberto Bossi (8 mesi per la maxitangente Enimont) e di Roberto Maroni (4 mesi e 20 giorni) per resistenza a pubblico ufficiale durante la perquisizione della polizia in via Bellerio nel 1996. Nell'albo degli inquisiti leghisti troviamo anche l'avvocato di Bossi: Matteo Brigandì, arrestato nel 2003 quando era assessore alla Regione Piemonte e tuttora sotto processo per una presunta truffa legata agli indennizzi per le alluvioni. Poi c'è il caso di Matteo Bragantini, in Veneto. Condannato in primo grado nel dicembre 2004 per violazione della legge anti-razzismo a sei mesi di carcere e all'interdizione dall'attività politica per tre anni (pene sospese), Bragantini si trova ora alleato dei movimenti autonomisti del Centro-Sud. Diversi ma simili nella poca attenzione ai carichi pendenti. Come nel caso di Vittorio Cecchi Gori, sotto processo a Catania per voto di scambio. Il produttore corre nella lista del Movimento per l'Autonomia come Giuseppe Brizio, ex direttore della Asl Taranto 1, indagato per associazione a delinquere, truffa, falso, peculato e corruzione. Nella stessa lista, stavolta alla Camera, è candidato il figlio, Simone Brizio, anche lui indagato nell'inchiesta del padre. Democratici di Sinistra Sotto la Quercia spicca in Campania il nome di Vincenzo De Luca, deputato fedelissimo di Massimo D'Alema (anche lui prescritto a Bari per un mini-finanziamento illecito). De Luca è indagato a Salerno per il piano regolatore e gli appalti della centrale termoelettrica. Il pm ne ha chiesto l'arresto per associazione per delinquere, truffa, minacce a pubblico ufficiale, ma il gip ha detto no. Anche l'ex sindaco di Enna Mirello Crisafulli, sarà candidato anche se è sotto inchiesta insieme con Cuffaro per violazione di segreto d'ufficio nell'inchiesta su 'Messina Ambiente'. Se sarà eletto si troverà in parlamento al fianco di Cesare De Piccoli, accusato nei primi anni Novanta di aver ricevuto su tre conti a lui riferibili un finanziamento illecito dalla Fiat, ma uscito dall'inchiesta grazie alla prescrizione. E a Vincenzo Visco (abuso edilizio). Udeur In Abruzzo non poteva mancare Rocco Salini, l'ex presidente della Regione condannato a un anno e 7 mesi per falso e dichiarato ineleggibile. Non per il Senato, dove lo ha portato nel 2001 Forza Italia. Stavolta corre con Mastella assieme a Pietro Pittalis, un ex assessore della Sardegna, indagato per peculato. Anche Sergio Stancato, ex Psi calabrese, è dei loro: arrestato nel 1998 per corruzione, è ancora sotto processo a Paola. Mentre in Sicilia è candidato Nuccio Cusumano, il sottosegretario al Tesoro del governo Amato arrestato nel 1998 e ora sotto processo per corruzione. Margherita A parte i casi storici, come quello di Enzo Carra (un anno e 4 mesi per falsa testimonianza su Enimont), si segnalano Andrea Rigoni, senatore uscente che ci riprova in Toscana alla Camera nonostante una condanna a 8 mesi in primo grado per abuso edilizio all'isola d'Elba. Giuseppe Vallone, ricandidato al Senato, ma sotto inchiesta per tentata estorsione ai danni di un'azienda che fa formazione professionale. Michele Pelillo, candidato in Puglia alla Camera, indagato a Taranto per la presunta svendita del patrimonio immobiliare del Consorzio agrario di cui era commissario liquidatore. Mentre in Calabria la Margherita punta sul consigliere regionale più votato a Crotone, Enzo Sculco, imputato per concorso in truffa e frode nelle pubbliche forniture assegnate quando era vicepresidente della Provincia. In Liguria candidato anche Romolo Benvenuto, condannato in primo grado per percosse nei confronti dell'ex moglie, una vicenda che si è estinta con un risarcimento. Anche Augusto Rollandin, senatore uscente del centro-sinistra, è stato ricandidato in Val d'Aosta nell'Union Valdotaine. Ex presidente della giunta regionale, più volte inquisito per vari scandali, Rollandin è stato condannato a 16 mesi di reclusione per abuso d'ufficio. Nel 1998 è stato dichiarato decaduto in quanto "ineleggibile". Ma quello era il consiglio Regionale. In Parlamento c'è posto anche per lui. Neri e sovversivi Sono tanti i candidati con un passato pesante nell'estremismo di destra. A partire da Marcello De Angelis. Il direttore di 'Area', la rivista della corrente di Gianni Alemanno, è secondo in lista per An in Abruzzo. Tanti anni fa è stato condannato per associazione sovversiva perché faceva parte di Terza Posizione. Dopo la latitanza e la perdita del fratello Nanni, è rientrato in Italia per scontare la condanna. Una volta in libertà, ha creato una band che prende nome dall'articolo del codice per cui è stato condannato. Corre invece col partito di Alessandra Mussolini Pasquale Guaglianone, numero due della lista di Alternativa Sociale in Lombardia. Tanti anni fa, Guaglianone è stato condannato per i suoi rapporti con i Nar (Nuclei armati rivoluzionari). Il leader della Fiamma Tricolore, Luca Romagnoli, ha candidato invece in Veneto Piero Puschiavo, il leader storico del Fronte Skin, processato e assolto per incitamento all'odio razziale, e in Trentino un altro leader degli skinhead, Paolo Motta, indagato e prosciolto per gli incidenti della partita Brescia-Roma del 1994. Ben altri problemi angustiano invece la Mussolini, imputata a Bolzano per falso ideologico per le firme delle elezioni regionali. Una militante del suo partito, Monia Caramma, è indagata anche per corruzione: un cancelliere avrebbe incassato 4 mila euro in cambio dell'autentificazione. I pm le hanno chiesto chi le avesse dato quei soldi, ma la militante si è rifiutata di rispondere. L'udienza preliminare è fissata il 5 aprile, alla vigilia delle elezioni. I dieci ex di Andreotti Basta un confronto tra le liste dei candidati e i ministri dell'ultimo governo Andreotti in carica dall'aprile 1991 all'esplosione di Tangentopoli per scoprire che il tempo si è fermato. Si candidano (e probabilmente saranno eletti) dieci ministri di 15 anni fa. Paolo Cirino Pomicino (indimenticato ministro del Bilancio) ritrova oggi nella lista Dc-Psi gli ex colleghi Carmelo Conte (Aree urbane) e Gianni De Michelis (Esteri). Calogero Mannino (Mezzogiorno) corre invece con l'Udc insieme a Francesco D'Onofrio (Affari regionali) mentre Vincenzo Scotti (Interni) ha creato Il terzo polo; l'ex liberale Egidio Sterpa (rapporti col Parlamento) torna in campo con Forza Italia dove ritrova l'ex Psdi Carlo Vizzini (Poste) e la craxiana Margherita Boniver (Italiani all'estero). A sinistra troviamo solo un candidato della Margherita: Franco Marini (Lavoro).
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