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Nick: Rambov`
Oggetto: Lotta alla mafia
Data: 14/4/2006 9.27.18
Visite: 55

Volevo ricordarvi un articolo del 2001 ai primi giorni del governo berlusconi


Per indebolire la lotta alla mafia
bisognava incominciare a creare un clima più rassegnato, diciamo meno integralista. Bisognava spiegare che la nostra economia non può permettersi i ritardi richiesti da qualche verifica antimafia ... Meglio fare vigorosamente propria, in pubblico ovviamente, la teoria che con la mafia si può e si deve convivere, se no l'economia e i pubblici lavori e gli appalti e tutto il resto ne soffrono troppo. 
E questo è stato fatto. 


Per indebolire la lotta alla mafia bisognava fare capire che lo Stato non ha alcun senso di colpa verso i familiari delle vittime; che questi ultimi non sono più circondati da una specie di tutela morale legittimata dal loro dolore. E che le loro parole hanno un valore esattamente uguale a quelle di qualsiasi suddito. Dunque si scordino di testimoniare a vita: devono tacere o le citeremo in tribunale. Come la vedova Grassi, ad esempio, che crede di potere ancora liberamente interrogare la pubblica opinione su quale sia, presso Cosa nostra, l'effetto del messaggio mandato dal "ministro della convivenza". La signora ha parlato proprio mentre riapriva temerariamente la ditta del marito. Meritava di essere pubblicamente minacciata di querela. 
E questo è stato fatto. 


Per indebolire la lotta alla mafia bisognava far capire che lo Stato non ritiene poi troppo disdicevole difendere con i suoi rappresentanti di governo i killer mafiosi mandati a giudizio nelle aule di Giustizia della Repubblica. E nemmeno far vedere a una moglie, a un figlio, a una madre di un carabiniere o poliziotto morti ammazzati da Cosa nostra o dalle organizzazioni sorelle, che ci va il sottosegretario in persona e con tanto di scorta a difendere il boss finito a processo. Sì, proprio lui. E, diversamente dai familiari delle vittime, senza alcun complesso di colpa. 
E questo pure è stato fatto. 


Per indebolire la lotta alla mafia bisognava poi fare capire che è finita la solfa della legalità, andata così fastidiosamente di moda agli inizi dello scorso decennio. Ma non bisognava solo deprecare gli eccessi prodotti da quel clima incandescente. Se no che messaggio si manda? L'eccesso, il vero eccesso, è stato proprio quella richiesta di legalità tanto estranea ai nostri costumi. Dunque, adeguiamo la legge alle nostre tradizioni. Meglio ancora se ne approfittiamo per far capire che ogni interesse privato è sempre più legittimo dell'interesse pubblico. L'ideale? Depenalizzare il falso in bilancio o fare tornare praticamente gratis e in forma anonima i soldi portati in nero in giro per il mondo. 
E questo è stato fatto. 


Per indebolire la lotta alla mafia bisognava poi fare capire ai magistrati che la pacchia è finita. Che essi non possono più contare su una considerazione e un rispetto innaffiati con il sangue dei loro colleghi uccisi.
...
Molto meglio, e più diretto, far capire a tutti che ora debbono pagare ­e salato- per quella fisima del "controllo di legalità" a trecentosessanta gradi. 
... Dunque, occorreva tagliare le scorte.
E al tempo stesso far vedere che ministri, sottosegretari e loro nani e ballerine le scorte e le macchine di servizio continuano ad averle. 
E anche questo è stato fatto.

Per indebolire la lotta alla mafia bisognava far vedere che le autorità pubbliche nate da un decennio di lotte e di paure, di umiliazioni e di speranze, sono considerate a pieno titolo -nè più nè meno- posti di potere da spartire, pezzi di domino nello spoil system. Ad esempio il Commissariato contro il racket e l'usura. E occorreva mandar via di lì il primo commerciante che ha organizzato la ribellione contro il racket; lui con i suoi personalissimi rapporti di fiducia con le vittime dell'usura e del pizzo mafioso. O almeno renderlo meno autonomo e meno forte. 
E anche questo è stato fatto. 

Per indebolire la lotta alla mafia bisognava, infine e ovviamente, rendere molto più difficili le investigazioni e i processi. Per esempio intervenendo sui meccanismi di formazione delle prove. E cercando di renderli praticamente proibitivi per chi si azzardi a mettere il naso nei conti all'estero dei padrini e dei loro amici e protettori. Magari arrivando a rendere retroattive tali nuove norme di procedura penale. 
E anche questo è stato fatto. 


Per indebolire correttamente la lotta alla mafia bisognerebbe ora intervenire sui meccanismi della cultura, della scuola, dell'informazione, della partecipazione religiosa; insomma su tutte quelle attività che sono state utili a mobilitare per la prima volta contro la mafia milioni di cittadini e di giovanissimi in tutta Italia.
Occorrerebbe mettere all'indice qualche giornalista libero; così, per dare un segnale. Meglio se è il più autorevole di tutti, un Enzo Biagi, ad esempio, che ha pure raccolto in due libri le dichiarazioni del principe dei traditori, Masino Buscetta.
E anche questo è stato fatto. 

(Il Popolo, giovedì 25 ottobre 2001)
 http://www.societacivile.it/previsioni/articoli_previ/dallachiesa.html

MeGlIo FrOcIo Ke FaScIsTa!

Basta convincere un altro
mezzo milione di persone che è
inutile stare a cercarsi un
lavoro e porteremo la disoccupazione ad un
confortante 5.5%.

..:: BlackGarden ::..



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Lotta alla mafia   14/4/2006 9.27.18 (54 visite)   Rambov`

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