Nick: thecrow75 Oggetto: Saddam Hussein Data: 15/12/2003 2.56.54 Visite: 131
IRAQ: SADDAM HUSSEIN, L'UOMO CHE L'AMERICA AMAVA ODIARE AMMAN, 14 DIC - Definito dalla Cnn ''l'uomo che l'America ama odiare'', Saddam Hussein ha amato odiare l'America almeno altrettanto. All'ingresso del Rashid Hotel, l'unico albergo a cinque stelle (secondo standard iracheni) di Baghdad, sino a pochi mesi fa gli ospiti entrando non potevano non calpestare l'enorme ritratto a mosaico di George Bush senior sul pavimento. ''Abbiamo a che fare con un Hitler rivisitato'', aveva detto Bush padre il 15 ottobre 1990, salvo poi dovere ritrattare la dichiarazione dopo essere stato accusato di avere minimizzato l'Olocausto. ''Voi americani trattate il terzo mondo come i contadini iracheni trattano le loro mogli'', aveva detto Saddam giorni di luna di miele, e poi fuori a lavorare nei campi''. E, seppure fra i piu' strani compagni di letto, Saddam e l'America la loro luna di miele l'avevano avuta. Secondo molti biografi del dittatore iracheno ed esperti mediorientali, il primo incontro fra Saddam e la Cia (i servizi segreti Usa) risale al 1959. L'obiettivo comune era il regime del premier, il generale Abdul Karim Kassem in Iraq, a partire dal 1958. Considerato dal partito Baath un ostacolo al sogno dell' unita' araba che allora aveva nel presidente egiziano Jamal Abdul Nasser il suo campione, Kassem era visto dagli Usa pericolosamente vicino all'Unione Sovietica. Saddam aveva allora solo 22 anni ed era un semplice iscritto al partito Baath, ma questo non gli impedi' di partecipare - con la benedizione degli americani - a un attentato contro il generale. Rimasto ferito a una gamba durante il fallito golpe, Saddam ambasciata Usa del Cairo sono state documentate. Non e' chiaro se quelle visite fossero servite anche a organizzare il colpo - stavolta riuscito - contro Kassem del 1963, ma gli esperti dicono che, in cambio dell'aiuto a rovesciare Kassem, la Cia ottenne dal nuovo regime in Iraq i primi modelli di caccia Mig e carri armati sovietici. ''Eravamo molto felici'', ricorda nelle sue memorie il diplomatico James Atkins, ambasciatore Usa a Baghdad dal 1963 al 1965. ''Il Baath faceva fuori un sacco di comunisti, e questo era un grande sviluppo. Per questo riallacciammo le relazioni diplomatiche''. La cooperazione con gli Usa continuo' fino al 1972, quando l'Iraq firmo' un trattato di amicizia e cooperazione con l'Unione Sovietica. Nel 1968, il partito Baath era salito al potere con un colpo di Stato in cui Saddam giuoco' un ruolo importante che gli guadagno' la vice-presidenza. Nei successivi 10 anni, lavoro' al consolidamento della sua posizione, fino a divenire leader incontrastato nel 1979. Nel 1980, un anno dopo la rivoluzione islamica di Khomeini, il rais decise di invadere l'Iran con il beneplacito degli agenti della Cia che re Hussein gli faceva incontrare a ogni sua visita ad Amman. Un decennio dopo, Saddam cerco' ancora il parere degli Usa per una mossa cruciale: a pochi giorni dall'invasione del Kuwait del 2 agosto, fece chiamare di sorpresa l'allora ambasciatrice April Glaspie per il famoso incontro nel quale gli esperti ritengono il rais credette di avere ricevuto carta bianca. Secondo i resoconti della Glaspie, Saddam menziono' la disputa sui confini con il piccolo emirato, ricevendo la risposta standard secondo la quale Washington non avrebbe preso alcuna posizione su una disputa fra due Stati amici. Pochi mesi dopo, intervistato ancora dalla Cnn all'inizio della guerra del Golfo del gennaio-febbraio 1991, mentre una pioggia di bombe cadeva su Baghdad, Saddam si riferiva alla coalizione guidata dagli Usa come ''le forze del male'' e a Bush come ''Satana''. Apparentemente indifferente alla vicina disfatta, affermava: ''Chi ha Dio dalla sua parte, non puo' essere sconfitto'', quasi di certo cio' che aveva in mente sino al 9 aprile scorso, giorno in cui le truppe Usa entrarono a Baghdad. Ma questa e' ormai cronaca di oggi. 14/12/2003 17:24 © Copyright ANSA Tutti i diritti riservati P.S. ECCO LA DIMOSTRAZIONE CONCRETA CHE NON POSTO SOLO QUELLO CHE FA COMODO A ME.....OGNUNO SI ASSUMA LE PROPRIE RESPONSABILITA'....ANCHE L'AMERICA. |