Nick: buendia Oggetto: lavorare tutti Data: 14/4/2006 18.7.11 Visite: 162
per lavorare meno?
nella vita di un singolo di media cultura il lavoro è un'esigenza irrinunciabile. perché rende fattivi, consente l'applicazione delle proprie energie mentali e fisiche per arrivare a portare avanti un processo individuale che si riversa, poi, nell'insieme delle attività produttive di uno stato, di una comunità quale che essa sia. in questo senso le varie attività lavorative prevedono una retribuzione adeguata, che si addica al profilo professionale, al livello di produttività, alla crucialità di alcune posizioni in cui qualsiasi datore di lavoro, nel pubblico come nel privato, investe per ottenere un rendimento elevato. la meritocrazia dovrebbe essere la regola, se la questione del lavoro fosse inquadrata in quest'ottica estremamente semplificata ma realistica, non reale, purtroppo. tra le varie categorie lavorative esiste un'interconnessione spesso invisibile che rende tutti i componenti della catena utili ma non indispensabili. il mercato dell'impiego, a quanto pare, sta piegando verso un'ultraspecializzazione in taluni settori che rende la flessibilità una stortura, un limite fortissimo. purtroppo pochi finiscono col fare da adulti ciò che credevano di voler essere da adulti; ed è impensabile che un ragazzino decida che studi intraprendere dopo le scuole primarie. a questo punto dovrebbe intervenire, quindi, la scuola con rinnovato compito, soprattutto volto a svelare le incognite del futuro. non solo all'università, ma già dalle scuole superiori bisognerebbe alleggerire il bagaglio nozionistico dei diplomandi, tanto più che oggi l'università è il vero luogo della diversificazione formativa professionale, e ha il compito di collocare temporaneamente i giovanissimi in una zona franca di non impiego a tempo indeterminato. in ultimo, aggiungo, che è sacrosanto mantenere le categorie professionali distinte ed è sacrosanto che ciascuna abbia il profilo economico che ricalchi l'impegno profuso nel corso degli anni di studio perché con ciò si rispetta e valorizza la responsabilità di scelta individuale e si può gradualmente consentire la crescita collettiva.
piuttosto che dei guadagni di un onesto libero professionista, io mi scandalizzerei delle cifre vertiginose che si leggono sul conto di certe stelline televisive e certi pallonari che faranno pure parte del gioco a pieno titolo ma producono in concreto solo montagne di spazzatura patinata.
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