Nick: Precario Oggetto: Il mio amico di tennis Data: 15/4/2006 11.33.10 Visite: 92
Ho saputo che un mio amico, il mio compagno di tennis, se n'è andato un mesetto fa. M'ero distaccato da lui e dal tennis, ultimamente, perché ho cambiato redazione ed è cambiato il carico di lavoro. Parlando col maestro l'ho sfottuto un po', ho detto "figurati che l'ultima volta che abbiamo giocato, io e Guido, ha pure vinto... figurati come sto a pezzi!". E lui m'ha detto che è morto, che me lo voleva dire e che però non aveva più il mio numero. Correndo sulla Napoli-Salerno con la sua macchina nuova, una Maserati mi pare, che pareva una Spider. Un ragazzo come me, che faceva il mio stesso lavoro, e che giocava come i bambini: con entusiasmo, divertendosi, ma sempre con un radicato senso della competizione. E' pazzesco quando succede a qualcuno che conosci, perché l'hai visto muoversi, ridere, atteggiare le linee del viso. E t'immagini che faccia avrà potuto fare mentre l'auto si spatasciava da qualche parte, mentre l'abitacolo cambiava forma e diventava una trappola. Ti chiedi se si sarà reso conto di quello che succedeva, se avrà avuto il tempo di mettersi paura. Ti chiedi un sacco di cose, e magari, stupidamente, ti chiedi perché cazzo non ha schiacciato un po' di meno quel pedale di merda. Io non lo so, sarò io ad essere strano. La prima cosa che m'è venuta in mente è stata "ma che cazzo!". Le ultime sei partite le abbiamo chiuse in parità. Ho vinto le prime tre, e pensavo che fossi un pollastro. Poi mi hai preso a pallate per tre partite di seguito. Ma questa qui, l'ultima, cazzo l'abbiamo persa tutti e due. Forse tu un po' di più, ci mancherebbe. Io però ho perso una piccola certezza, quella di poter giocare una bella partita con una bella persona, come i bambini, che giocano sì, però vogliono pure vincere. Mi hai fottuto. Adesso non saprò mai chi tra noi due giocava meglio. E non è certo per questo che mi si stringe il cuore. Ma che cazzo. |