Nick: ForumAdmin Oggetto: Napoli promosso in B Data: 15/4/2006 18.29.39 Visite: 379
Napoli promosso in serie B, esplode la festa partenopea
Davanti a un pubblico da record (50mila spettatori) la squadra di Reja batte il Perugia e si lascia alle spalle l'inferno della C
NAPOLI. Il Napoli è promosso in serie B. Con la vittoria sul Perugia per 2-0 e la contemporanea sconfitta del Frosinone a Chieti per 3-0, i partenopei hanno infatti ora 12 punti di vantaggio sui laziali, secondi in classifica, quando mancano tre giornate alla fine del campionato. La squadra di Reja è dunque irraggiungibile e viene quindi promossa in serie B. Sulle note di 'Oj vita, oj vita mia' con i giocatori che fanno il giro di campo ed il pubblico che canta, ed uno spettacolo pirotecnico, è cominciata al San Paolo la festa per il ritorno del Napoli in serie B, dopo due anni.
ADDIO ALL'INFERNO DELLA C, ORA SI PUNTA ALLA MASSIMA SERIE
Addio all' inferno. Ma anche bentornati in purgatorio. Ed ancora, a presto in paradiso. Dopo due anni trascorsi nel più tremendo dei gironi danteschi, quello della serie C1, il Napoli è tornato in serie B. Il verdetto definitivo giunge con tre giornate di anticipo sulla fine del campionato, grazie alla vittoria sul Perugia ed alla contemporanea sconfitta del Frosinone a Chieti.
La lunga penitenza, dunque, è finita. Dallo stadio San Paolo, un' intera città saluta il presidente Macalli. Addio per sempre alla Lega di serie C, si torna tra le braccia di Adriano Galliani, con un occhio a Franco Carraro, ancora oggi odiato dai tifosi, per due anni destinatario di striscioni e cori, ritenuto il principale artefice delle recenti, indicibili sofferenze del popolo azzurro. Non è un caso che oggi la rabbia dei tifosi contro il vertice della politica calcistica nazionale sia stata espressa con un vigore esagerato e l' esposizione in curva di 20 striscioni offensivi rivolti a Carraro, tanto da costringere l' arbitro a sospendere la partita per tre minuti.
Il Napoli retrocesse in terza divisione, per la prima volta nella sua storia, al termine del campionato di due anni fa, disputato nel torneo cadetto, che aveva terminato a metà classifica. Quell' anno però, contemporaneamente alla conclusione del torneo, finì anche il tormentato cammino di Salvatore Naldi, presidente succeduto al duo Ferlaino-Corbelli. I sacrifici fatti dall' albergatore napoletano non servirono a risanare una situazione disperata e, sommersa dai debiti, la società Calcio Napoli fu dichiarata fallita. L' intervento di Aurelio De Laurentiis e la costituzione della Napoli Soccer, a giudizio della Federcalcio, giunse fuori tempo massimo e il governo del calcio, resistendo a tutte le pressioni della piazza, emise il suo verdetto: applicazione del lodo Petrucci e retrocessione del Napoli in serie C1.
I soldi erano stati trovati, il salvatore della patria pure, ma con alcuni giorni di ritardo e non ci furono sconti per nessuno. E' quella una sentenza (e con essa il mancato ripescaggio dello scorso anno) che i tifosi del Napoli ed insieme a loro molti esponenti della società civile napoletana, non hanno mai perdonato a Franco Carraro, un uomo contro il quale, allo stadio e fuori di esso, non sono mai mancate le contestazioni per quella che ancor oggi, a Napoli, viene da tanti considerata una ingiustizia perpetrata con un accanimento e una tenacia riservati soltanto ai colori azzurri e a nessun' altra squadra in Italia. Oggi, con la vittoria sul Perugia, il primo importante passo di De Laurentiis - e con lui dell' intero popolo azzurro - viene compiuto.
Quello del Napoli targato De Laurentiis-Marino è stato, per la verità, un passo trionfale. Il direttore generale, lasciata l' Udinese di Pozzo per rispondere alla chiamata del magnate del cinema italiano che, entrato nel mondo del calcio, volle nominarlo subito suo plenipotenziario, ebbe il tempo, all' inizio dello scorso campionato, a malapena di fare una campagna acquisti rabberciata e velocizzata: due settimane per ingaggiare soltanto giocatori che altre società, a campionato appena cominciato, erano disponibili a fare andare già via. Dunque, inevitabilmente, seconde e anche terze scelte. In quelle condizioni, la barca del Napoli all'inizio fu a stento mantenuta in linea di navigazione.
Le cose andarono meglio con il mercato di gennaio, quando arrivarono alcuni pezzi pregiati, come Calaiò, Fontana e Capparella. Ma era già troppo tardi per puntare al primo posto, ormai appannaggio del lanciatissimo Rimini. Rimanevano i play-off ai quali il Napoli arrivò in terza posizione, dietro all' Avellino. Un cliente difficile, una squadra tignosa e rocciosa che seppe pareggiare la gara di andata al San Paolo e far sua quella decisiva del ritorno al Partenio. Una delusione cocente per De Laurentiis, per Marino, per Reja, per i giocatori, per i tifosi, per tutta la città. Tutto l' ambiente sbandò e sembrò perfino sul punto di crollare. Ma invece fu proprio in quel giorno di rabbia e di tristezza che nacque il nuovo Napoli, perché De Laurentiis e Marino decisero non solo di non arrendersi, ma piuttosto di riprendere la strada con rinnovata lena. La campagna acquisti che ne seguì (Iezzo, Bogliacino, Amodio, Maldonado, Savini, tanto per cominciare) chiarì subito a tutti che il Napoli quest' anno difficilmente avrebbe potuto fallire l' obiettivo promozione, come in effetti è stato.
Nel progetto che De Laurentiis ha in mente sin dal primo giorno in cui ha acquistato il Napoli, la serie B è soltanto una tappa intermedia e destinata a durare poco. Il produttore cinematografico, che ha fatto del calcio e del Napoli il suo secondo mestiere, sa bene che l' unica vetrina che davvero conta é la serie A. E De Laurentiis ha sempre detto che neppure la prima serie gli basta, perché per il Napoli punta ad uno scenario internazionale. Ora Pierpaolo Marino ha tutto il tempo, ed il presidente gli ha già messo a disposizione i mezzi finanziari che occorrono, per fare una campagna acquisti di prim'ordine, con un solo scopo: riportare il Napoli sin dal prossimo anno in serie A, laddove, a giudizio di tutta l' Italia sportiva, merita di stare.
Fonte: La Stampa
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