Nick: Precario Oggetto: Gioco a perdere Data: 29/4/2006 11.23.28 Visite: 65
Spesso ci penso: è strano, ma è anche molto comune. C'è chi lavora - e siamo in tanti - in situazioni assurde, di precariato estremo, dove se non lavori non ti pagano, e spesso non ti pagano neanche quando lavori. Dove chi è "fortunato" sta 'nguaiato, e chi non lo è, lassamm sta'. Dove se ci sei o non ci sei, non cambia. Anzi, a volte sarebbe meglio (per gli altri, ma non per te) se tu non ci fossi. Dove esci da una gavetta per farne un'altra, dove tutto è il perfetto contrario di ogni logica di guadagno. Coglione uno che si sceglie un lavoro del genere, uno che si dimena tra un precariato e l'altro, quando già il titolo di studio che ha gli permetterebbe di trovare un altro lavoro, più comodo, più remunerativo. Ma diverso. E neanche si può dire che, questo calvario, lo si faccia in nome di un futuro paradiso. Macché, qua se ci va bene, guadagnamo poco più di un impiegato statale. E allora perché fustigarsi in questo modo, quando ci sarebbero altre strade, più serene, da considerare? Onestamente, non lo so. Immagino che sia per la voglia di dire qualcosa e farla sapere a tutti, perché quando ti tappano la bocca per troppo tempo, dopo ti viene voglia di gridare, e non ce n'è per nessuno. Una cosa è certa: i calcoli vanno bene, le analisi pure, e pure i "se" e i "ma". Però, quello che conta è che comunque, in ogni caso, non potrei fare diversamente. Che Dio ce la mandi buona. E' cominciata un'altra giornata, e in una giornata (lo so per esperienza) può succedere di tutto. Veramente di tutto. Amen. Non parlare di scoop in casa dello scuppiato. |