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Nick: ProGreSs
Oggetto: che bellezz !!!
Data: 29/4/2006 16.5.0
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Gli onorevoli no global già minacciano Prodi
Prima seduta in Parlamento e primo ricatto: «Via dall’Iraq altrimenti occuperemo le basi militari»
L’esordio da spaesato, la vigilia da arrabbiato. Francesco Caruso si infila nella folla di giornalisti che lo assediano senza dire nulla, senza nemmeno ammettere che si sente emozionato. Ma si vede, eccome. Il primo giorno da scolaretto, dietro ai banconi di Montecitorio, non lascia indifferente il ragazzone che di solito porta in piazza la rabbia dei No Global. Ma il vero battesimo del disobbediente Francesco Caruso è avvenuto alla vigilia, quando con una sola dichiarazione ha mostrato tutto il suo potenziale distruttivo per la coalizione con cui ha scelto di candidarsi. Occuperà anche le basi miliatri in Italia, pur di ottenere da questo governo, dal suo governo, il ritiro immediato del nostro contingente dall’Iraq. «Non ci devono essere tentennamenti nè ambiguità da parte del centrosinistra: le truppe italiane vanno ritirate immediatamente dall’Iraq e il paese va restituito agli iracheni, su questo non transigo». Francesco Caruso, eletto nelle liste di Rifondazione comunista e leader dei disobbedientì napoletani in particolare si dice «pronto a qualunque iniziativa convenzionale e non, se questo provvedimento non sarà tra i primi adottati dal nuovo governo». E ancora: «Nel programma dell’Unione si parla di ritiro delle truppe italiane dall’Iraq sempre con una certa sfumatura e sempre con ambiguità - osserva il neodeputato - Io credo invece che su questo punto si debba fare una scelta radicale, senza se e senza ma». Tra i metodi 'non convenzionalì, Caruso arriva a ipotizzare l’occupazione di basi militari: «Durante una di quelle ispezioni all’interno di una base permesse ai parlamentari si potrebbe rimanere dentro e dichiararsi prigionieri politici», spiega.
Una versione inattesa dai colleghi di coalizione, piovuta nelg iorno in cui le più alte cariche dello stato, a partire da Carlo Azeglio Ciampi, chiedevano rispetto per le vittime e per i loro famigliari. E invece Caruso il disobbediente ha pensato bene di andare già duro con le parole: «Come quelli dei kamikaze sono atti di disperazione ed esasperazione, non per questo giustificabili, ma che fanno parte di una strategia scelta da gruppi armati per contrastare le forze occupanti e tra queste ci sono anche quelle italiane, non perché lo dico io ma perchè lo dice il diritto internazionale».
Questo la vigilia. Il giorno dopo, invece, Francesco ha vissuto il primo giorno da deputato alla Camera cercando di contenere l’imbarazzo. L’imbarazzo per occupare la poltrona del potere proprio lui, che il potere vorrebbe demolirlo in piazza. E l’imbarazzo di avere tutti i benefici e privilegi della classe dirigente. «Devo guadagnare quanto un operaio di terzo livello e dare del lei agli altri deputati. Tenere le distanze. E non devo avere in tesca un euro in più Perchè lo so come va a finire. Il potere è ammaliante, vedi i soldi e poi non sai più farne a meno», ha dichiarato Francesco Caruso. «Per me terrò il 10% dell’indennità - ha continuato Caruso - Il resto al partito e agli avvocati che difendono i compagni nei guai con la giustizia. Questo potere mi serve per dare voce al movimento, lottare per l’amnistia, entrare nelle carceri, creare pressione nelle piazze, liberare i compagni». Poi in riferimento alle agevolazioni economiche che gli spettano in quanto deputato Caruso prosegue: «Oggi mi sono un pò vergognato quando mi hanno illustrato i benefits da deputato. Onorevole il conto corrente è gratis, quest’altra cosa è gratis e poi... Noo! Non voglio niente, proprio niente. Non li ho voluti ascoltare».
Per fortuna, almeno per Caruso, il disobbediente voluto alla Camera da Fausto Bertinotti, ieri non era solo. Assieme a lui anche Vladimiro Guadagno, detto Vladimir Luxuria.
Lei in tailleur nero, gentilissima e timida, ma con le idee ben chiare. Lui pantaloni casual, camicia di fuori, scarpe da ginnastica e giacca di velluto scuro. Lei porta in Parlamento i transgender. Lui fa sbarcare a Montecitorio i no global. E’ questa la strana coppià oggi al debutto alla Camera. In comune, il simbolo sotto il quale si sono candidati: quello di Rifondazione comunista. Tutti e due ci hanno tenuto a far sapere che non sono alienì, capitati per caso in un mondo che non gli appartiene. Fino ad ammettere l’inammissibile: «Rischio di passare per un fenomeno da baraccone», dice Caruso ribellandosi alla curiosità dei cronisti. Che poi non si è risparmiato anche un curioso faccia a faccia con il collega di coalizione Clemente Mastella a Caruso: «Ho visto che sei venuto a protestare a Ceppaloni, magari - lo apostrofa Mastella con il sorriso sulle labbra - è il caso che andiate a protestare anche a Massa Martana», dove ha casa Fausto Bertinotti. «Anche lui ha una bella piscina. Tu dici che sei venuto a vedere la mia di piscina, ma - incalza il leader dell’Udeur - vai a vedere anche quella di Bertinotti». Un sorriso e una pacca sulla spalla. Il primo giorno in parlamento finisce così, ma la legislatura, come sanno bene nell’Unione, è appena all’inizio.
