Nick: T-34 Oggetto: SI BELL 'O ZI' Data: 3/5/2006 13.28.4 Visite: 108
Morales nazionalizza il petrolio boliviano. L'Europa protesta. Il presidente della Bolivia, Evo Morales, ha annunciato martedì la nazionalizzazione degli idrocarburi ordinando all'esercito di presidiare i giacimenti petroliferi e di gas. Sulla scia di Chavez alle compagnie petrolifere straniere ha dato sei mesi di tempo per regolarizzare la loro situazione tramite la firma di nuovi contratti. La misura interessa circa 26 compagnie straniere presenti in Bolivia, paese che detiene dopo il Venezuela le maggiori riserve di gas dell'America del sud, stimate a circa 1.550 miliardi di metri cubi. Morales ha chiesto l´appoggio popolare a difesa dei pozzi di gas e petrolio e ha disposto una attiva partecipazione della compagnia statale Ypfb a tutte le fasi della commercializzazione degli idrocarburi boliviani. Il capo dello stato ha dato l´annuncio ufficiale la notte del 1° maggio alle migliaia di boliviani riuniti sulla Plaza Murillo di La Paz con un discorso riproposto al paese a reti unificate. Poi il primo ha firmato, nel campo petrolifero San Alberto di Tarija, il decreto supremo 28701 che di fatto nazionalizza l´industria petrolifera. Il gruppo petrolifero spagnolo Repsol ha giudicato «preoccupante» l´annuncio Mentre nessun commento è arrivato dalla Total, la multinazionale petrolifera che detiene una partecipazione del 15% nei giacimenti di San Antonio e San Alberto, nel sud-est della Bolivia, che sono operati dalla brasiliana Petrobras. Protesta invece Bruxelles. Il portavoce della Commissione europea Johannes Laitenberger si dice stupito che il presidente Morales non abbia avviato delle consultazioni prima di avviare il procedimento di nazionalizzazione. L´Alto rappresentante della politica estera della Ue Javier Solana entra invece anche nel merito del provvedimento che definisce anche lui «preoccupante» e ne ricorda i rischi – non per l´Europa che ha un import di idrocarburi latinoamericani definito «non significativo» - ma per i boliviani che «potrebbero soffrirne». Più soft la reazione del governo brasiliano, direttamente colpito negli interessi nazionali. Il presidente Luiz Inacio Lula da Silva si è riunito martedì con i suoi principali ministri e collaboratori per valutare le Conseguenze. Ma Lula ha un atteggiamento conciliatorio: «Se non ho litigato nemmeno con Bush, vuoi che vada a litigare con Evo Morales?», ha detto scherzando in un incontro del Partido dos Trabalhadores venerdì scorso. Morales e Lula sono infatti arrivati ai vertici dei rispettivi paesi da una stessa storia di oppositori e sindacalisti. Il ministro dell'Energia brasiliano, Silas Rondeau, ha però definito le misure boliviane «un atto non amichevole che può essere inteso come una rottura delle intese» tra i governi brasiliano e boliviano. Il presidente boliviano Morale oltre all´industria petrolifera, ha annunciato anche altre nazionalizzazioni: miniere e foreste. Morales lo ha annunciato parlando dal palazzo di governo a una folla di circa 10 mila persone. http://www.unita.it/view.asp?IDcontent=55993
"..a nuje10 e consorte romantici e bolscevichi [cit.].."
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