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Nel maggio del 2003 disse "buffone" all'allora premier Silvio Berlusconi, in aula al tribunale di Milano per il processo Sme. Poco gli valse ritrattare, asserendo di aver pronunciato la parola "puffone"; il giudice di pace decise comunque di affligergli una multa. Ora, però, la Cassazione ha dato ragione a Piero Ricca e ha annullato la sentenza. Il giovane è stato rinviato a nuovo processo.
La V sezione penale della Cassazione ha annullato "con rinvio" al giudice di pace la condanna a 500 euro di multa, emessa il 18 febbraio 2005 a seguito di una querela presentata da Palazzo Chigi per ingiurie nei confronti del premier.
Il giovane aveva apostrofato l'ex capo del governo Silvio Berlusconi, mentre si recava negli uffici giudiziari per rendere dichiarazioni spontanee nell'ambito del processo Sme, con queste parole: "Fatti processare buffone. Rispetta la legge. Rispetta la Costituzione. Rispetta la democrazia. Rispetta la dignità degli italiani o farai la fine di Ceaucescu o di Don Rodrigo".
In primo grado, l'avvocatura dello Stato aveva chiesto un risarcimento di 50mila euro. Nel corso del giudizio di primo grado il giudice di pace di Milano a aveva stabilito il pagamento della somma di 500 euro. Ma la Cassazione ha dato il via a un nuovo processo. "Ero convinto che poteva bastare questa sentenza per stabilire che la mia era una critica politica e non un'ingiuria", ha commentato con soddisfazione l'imputato.
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