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Nick: pearl jam
Oggetto: Leggere non uccide.
Data: 7/5/2006 6.11.55
Visite: 145

Scrivere e cantare canzoni, costa fatica.
Come del resto, tutte le cose che ti fanno sentire vivo.
Napoli delle volte ti fa sentire vivo, vivo come non mai.
Oggi verso le 5, ho visto Napoli regalarmi la sua bugia migliore.
Pareva una donna fantastica stesa ai piedi del mare.
Il sole a baciarle il corpo, e una leggera brezza che le permetteva il respiro
La più grande bugia, delle volte, si accompagna alle canoniche verità. E allora, passando in qualche posto, ho notato questa donna.
Era nel centro della città, l'assolato ed indaffarato centro.
Indossava almeno 3 paia di calze. Erano consumate e sicuramente sporche. Lo si notava anche ad uno sguardo fugace.
Pareva morta.
Rannicchiata su di una panchina, sicuramente fredda, sicuramente più viva di lei.
Aveva lo sguardo di chi si stesse godendo il sonno. L'ho vista forte, nobile e forte, una donna che non poteva piegarsi a niente. Non aveva niente da perdere, e quando non hai niente da perdere sei il più forte tra gli esseri umani.
Sarà rimasta nel mio campo visivo per non più di 30 secondi. Ma mi ha dato da pensare, e non nei termini più congeniali a visioni del genere, in fondo, non mi ha fatto pena. Ho pensato proprio a questo, a quanto si è forti quando si è soli. Soli e senza nulla da temere. Senza un sogno, una casa, qualcosa da farsi portare via.
Di certo il disagio, per i primi tempi, dev'esser grande, ma credo che poi, quando ci si abitua, quando il vagare tra il nulla diventa cosa di tutti i giorni, si deve provare proprio un grande sollievo.
Ricordo di una volta, ero in Francia credo, ma non ne sono sicuro, gli ospedali nei ricordi, sembrano tutti uguali; comunque, ero in questo ospedale, e mancavano pochi giorni alle dimissioni. Un medico paffuto cercava di spiegarmi le lastre della mia schiena che, fredde e senza vita, mostravano quello che ero.
- Non dovrebbe avere problemi in futuro, caro signor Mele - all'epoca ero solo un ragazzo. Solo, a troppi kilometri da casa, ma pur sempre un ragazzo.
- Eh, se proprio vuole metterla così, dottore -
- Beh Mele, sai cosa voglio dire. Sapessi quanto ne vedo morti qui dentro - Il dottore cercava il miglior italiano da parlare, e delle volte, proprio non riusciva a trovarlo.
- Si muore dappertutto, dotto'. Il problema è quando non si vive. -
La mia voce, così che le mie frasi, erano laconiche e lapidarie. Forse ce l'avevo con il mondo intero, forse solo con me stesso.
Non riuscivo a staccarmi dal pensiero di aver perso qualcosa, qualcosa di irrecuperabile. Per sempre. Al di là delle mie gambe, al di là della mia condizione medica.
- beh, tu hai ancora tempo, ragazzo. Innamorati, trova la tua strada e sogni.. sogni -
Credo che fu allora che decisi di voler diventare qualcuno. O morire cercando di diventarlo.
E' passato un bel po' di tempo, da allòra. Da quelle parole, da quella vetrata che dava su di un giardino pensile. Una donna, ecco, avrei trovato una donna, l'avrei amata e sarei diventato un attore, un famoso attore di cinema e handicappato. Sarei stato il Robert De Niro degl'invalidi. E l'avrei amata, come Woody Allen in Io e Annie, come William Wallace ha amato la sua donna, anche dopo che le tagliarono la testa. Specie dopo.
Avrei fatto film, e sarei divantato ricco, e avrei adottato 100 bambini, e l'avrei amata come un uomo steso su di un giaciglio a farsi amare dal sole. Non temevo niente, ero uno storpio con solo i sogni dalla sua. Storpio e innamorato, e sarei diventato il miglior attore mai esistito.

In questo tempo, ora mentre scrivo, 5 giorni su 7, sono passati alcuni anni, ed ho paura di che il vuoto non mi lasci più andare. Ho paura di morire, ho paura di non vivere appieno le meraviglie o le brutture che di giorno in giorno, mi si presentano.
Paure semplici e banali, di tutti. E ho paura di esser tutti, e paura che non possa bastare a nessuno, a chi mi ama, a chi amo, a me stesso.
Sono certo di non diventare quell'attore lì. Quello che sognavo di essere.
Provo a scrivere canzoni, a cantarle, a cercare di decifrarmi sopra un foglio. Annoto frasi che ritengo esser immortali.
Cerco di sognare, aggrapparmi alla passione, con tutto ciò che ne deriva.
Ma la paura. Paura di perdere TUTTO, come se TUTTO significasse qualcosa.
Delle volte vorrei solo che dalla mia stanza vuota, risonassero parole come quelle di quel dottore paffuto e francese. Vorrei che qualcuno cercasse di infondermi speranza. Qualcuno che mi convinca che i sogni, e la paura, non vanno proprio d'accordo.
Delle volte vorrei affacciarmi, e vedere quel giardino pensile, situato nel bel mezzo del nulla. Dove un luogo valeva l'altro, e malgrado solo, e consumato da quel poco di vita che avevo vissuto, decisi di sognare, di diventare un grande attore alla Robert De Niro, e di amarla.
Amarla con tutto me stesso.
"Non so piu' chi sono.Sono il fantasma d'uno sconosciuto."



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Leggere non uccide.   7/5/2006 6.11.55 (144 visite)   pearl jam
   re:Leggere non uccide.   7/5/2006 8.50.24 (65 visite)   Precario (ultimo)

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