Nick: kicco82 Oggetto: Moggi nella bufera Data: 9/5/2006 13.1.53 Visite: 87
Dossier completo: 1) Le tappe della vicenda Le intercettazioni che stanno sconvolgendo il mondo del calcio risalgono alla stagione 2004 e vedono protagonista il direttore generale della Juventus Luciano Moggi, l'allora designatore degli arbitri Gigi Pairetto, il vice presidente della Federcalcio Innocenzo Mazzini, l'amministratore delegato della Juventus Antonio Giraudo. L'inchiesta si è sviluppata partendo da un altro filone, quello su cui la Procura di Torino indagava da tempo in materia di doping. Dalle intercettazioni disposte dai magistrati sono emersi particolari sconcertanti che la Procura ha raccolto per quasi due anni e che ha poi deciso di inviare alla Figc il 13 marzo scorso, con le motivazioni dell'archiviazione sulle intercettazioni effettuate: si tratta di un dossier di 272 pagine. Domenica 30 aprile cominciano a diffondersi le prime indiscrezioni sulle intercettazioni, ma i nomi restano celati. Solo per poche ore. Dal lunedì successivo il pentolone si scoperchia e l'intera vicenda finisce sulla pagine di tutti i giornali. I diretti interessati cominciano a giustificarsi, anche se la Procura si affretta a spiegare che non ci sarebbe nulla di penalmente rilevante nelle intercettazioni. Moggi, celandosi dietro il silenzio stampa proclamato dalla Juventus un mese prima, si limita a dire "Andrà tutto a posto", ma questa volta sembra proprio che neanche lui riuscirà a rimettere le cose a posto. I tifosi della Juventus cominiciano a intasare di email le redazioni, sconcertati e umiliati, ma anche i sostenitori delle altre squadre si danno da fare, scagliandosi contro il club di Torino e il potere di Moggi. La vicenda ora finisce nelle aule del Tribunale, ma per l calcio un'epoca può già dirsi finita. 2) Intercettazioni 1 Ecco gli stralci delle prime intercettazioni resi pubblici dalla Procura di Torino che incastrano Luciano Moggi. L'arbitro per Stoccolma Pairetto: «Pronto» Moggi: «Gigi? Dove sei» Pairetto: «Siamo partiti» Moggi: «Oh, ma che c... di arbitro ci avete mandato?» Pairetto: «Oh, Fandel è uno dei primi...» Moggi: «Ho capito, ma il gol di Miccoli è valido» Pairetto: «No» Moggi: «Sì, come no? (...) Ma poi tutto l’andamento della partita ha fatto un casino a noi» Pairetto: «Gli assistenti non mi sono piaciuti molto, in assoluto, no, ma stavo pensando ad un altro, quello che aveva alzato era quello di Trezeguet che mi ricordo davanti» Moggi: «Quello è un altro discorso. (...) Ora mi raccomando giù a Stoccolma, eh?» Pairetto: «Porco Giuda, mamma mia, questa veramente dev’essere una partita...» Moggi: «Ma no, masi vince, ma sai, si dice...» Pairetto: «Ma questi sono scarsi» Moggi: «Però con uno come questo qui resta difficile, capito?» (...) Moggi: «Oh, a Messina mandami Consolo e Battaglia» Pairetto: «Eh, l’ho già fatta» Moggi: «E chi ci hai mandato?» Pairetto: «Mi pare Consolo e Battaglia» Moggi: «Eh, con Cassarà, eh?» Pairetto: «Sì» Moggi: «E a Livorno, Rocchi?» Pairetto: «A Livorno Rocchi, sì» Moggi: «E Berlusconi Pieri, mi raccomando» Pairetto: «Non l’abbiamo ancora fatto» Moggi: «Lo facciamo dopo» Pairetto: «Vabbò, lo si fa poi» L'applauso a Pairetto Giraudo: «...tu hai qualche notizia dicome tira l'aria lì a Sportilia (raduno degli arbitri, ndr)?» Moggi: «Bene bene con Gigi (Pairetto, ndr)» Giraudo: «Ma non è come l’anno scorso?» Moggi: «No no, con Gigi è una cannonata» Giraudo: «Però adesso bisogna dirgli che s’impegni per ’sto corvo perché non si può mica andare avanti con ’sta testa di c...» Datemi Green Moggi: «Pronto?» Morena: «Signor Moggi buongiorno. Volevo comunicarle arbitro e assistenti per la partita di Champions League di domani sera» Moggi: «L’arbitro chi è, Cardoso? » Morena: «No, io vedo arbitro Poll Graham» Moggi: «Uhm» Moggi: «Di dov'è l'arbitro...» Morena: «È inglese» (...) Pairetto: «Pronto» Moggi: «Buongiorno» Pairetto: «Ohilà buongiorno» Moggi: «Oh, all'anima di Cardoso, eh?...» Pairetto: «Eh» Moggi: «Paul Green (in realtà è l’arbitro Graham Poll, ndr)» Pairetto: «Come?» Moggi: «Paul Green» Pairetto: «Allora è successo qualcosa all'ultimo momento, io ho Cardoso, è successo qualcosa... si vede che è stato male o qualcosa del genere» Moggi: «Informati, informati un momentino» Pairetto: «Sì sì, verifico subito» Non mi dimentico Moggi: «Pronto» Pairetto: «Ehilà, lo so che tu ti sei scordato di me, mentre io mi sono ricordato di te» Moggi: «Ma dai» Pairetto: «Eh, ho messo un grande arbitro per la partita di Amsterdam». Moggi: «Chi è?» Pairetto: «Meier» Moggi: «Alla grande» Pairetto: «Vedi che io mi ricordo di te anche se tu ormai...» Moggi: «Ma non rompere, adesso vedrai, quando ritorno, poi te lo dico io se mi sono scordato» Mi serve una macchina Uomo: «Casa Agnelli buongiorno» Moggi: «Sono Moggi buongiorno. Avrei bisogno di Nalla» Nalla: «Ciao Luciano» Moggi: «Io avrei bisogno in tempi rapidi perché siccome dobbiamo fare...» Nalla: «Sì» Moggi: «Per un amico importante, di una Maserati» Nalla: «Sì» Moggi: «Quattroporte» Nalla: «Quattroporte?» Moggi: «Sì. Ti diamo tempo una settimana dieci giorni, va bene?» Nalla: «Va bene» E la macchina è qui Enzo: «Pronto?» Pairetto: «Enzo?» Enzo: «Ciao Gigi» Pairetto: «Ascolta volevo dirti la macchina ce l’ho già praticamente» Enzo: «Quale?» Pairetto: «Quindi quando vogliamo andare poi a prenderla c’è a disposizione praticamente la Maserati» Enzo: «Ma dai» Pairetto: «Sì quindi» Enzo: «Madonna» Pairetto: «Adesso quando rientro domani chiamo direttamente la Casa Reale». Su Carraro Mazzini: «Perché questo cogl... (riferito a Carraro, ndr), ricordati che lui crede, che anche se passa così come vuole normalmente, di vincere lui. Invece devi metterglielo nel c... Ricordatelo». Moggi:«Ooh se ti dico lasciamici parlare, poi domani io ho l’appuntamento» Mazzini: «Va bene» (...) Mazzini. «Venerdì vado a fare gli arbitri» Moggi: «Venerdì vengo anch’io» Mazzini: «Gliel’ho detto ad Anto’ e mi ha detto che non viene» Moggi: «Lascia sta’, quello è un ambiente un po’ ibrido, meno uno ci si confonde e meglio è, e vale neppure la pena di starci alla lontana: io uno ci faccio partecipa’, o partecipo io o ci mando Alessio». Attento pa' Alessandro Moggi: «...io l’altro giorno, tu prendila come informazione, poi, io non lo so, mi sono rivisto con Preziosi (ex presidente del Genoa, ndr), come sempre capita» Luciano Moggi: «Uhm» A. Moggi: «Mi ha incominciato a fare tutto un discorso, il calcio come cambia, bisogna stare attenti di qua, di là, Carraro, Galliani, poi mi fa, non vi fidate di Montezemolo. Dico perché? Perché io ho sentito una conversazione alla Juve, vogliono fare fuori tutti, rimane solo Giraudo» L. Moggi: «Sì, ma questa è una cazzata» A. Moggi: «Io te lo dico come cosa, siccome molte volte Preziosi è negli ambienti di questo genere qui, lui c’è dentro» L. Moggi: «Non c’è mai» A. Moggi: «Bé, pa’, io te lo dico perché, insomma...» L. Moggi: «È esattamente il contrario». Scambio in prestito A. Moggi: «Mi ha chiamato Morabito (procuratore, ndr), in particolare Vigorelli (procuratore, ndr), per sapere se volevi fa un cambio di prestiti per pia’ Liverani» L. Moggi: «No, no, ma perché ora lavorano per la Lazio?» A. Moggi: «Che ne so, mi ha detto così?» L. Moggi: «Porca miseria, da quando quello lì ha agganciato lì di sotto, mo ci voglio parla’ con quello, perché gli hanno dato Lopez e gli vogliono dare Marquez, a loro, eh?» A. Moggi: «Eh, lo so» L. Moggi: «Quindi è sicuro che sono riusciti a entrarci poco, perché lì non è che si possa anda’ granché, almeno che Cinquini (ex d.s. Lazio, ndr) non lavori ancora con la Lazio». Un orologio per Biscardi Biscardi: «Pronto?» Moggi: «Vorrei il dottor Biscardi» Biscardi: «Sono io» Moggi: «Io sono Moggi Luciano» Biscardi: «Uehh... Lucia’» Moggi: «Allora ieri ho chiamato qui il nostro amico di Trieste...Baldas (ex designatore e commentatore delle moviole del «Processo», ndr). Gli ho fatto una bella cazziata, ma non ce n’era bisogno. Lui non ha colpa» (...) Moggi: «Ma se non viene poi un cambio non prendo più nessuno, ma perché dobbiamo ammazzare il campionato?» Biscardi: «No, tu non ammazzi un c..., magari l’ammazzavi l’anno scorso, mi dovresti da’ 40 milioni, hai fatto la scommessa con me e hai perso» Moggi: «Aldo, ma io... sei come un orologio già assicurato, che vuoi che ti dica?» Biscardi: «E dove sta?» Moggi: «E lo sai che quando te lo dico...» Biscardi: «E non lo so. Non me lo mandi mai...» Moggi: «Ma vaff..., uno te l’ho dato costava 40 milioni» 3) Intercettazioni 2 Arbitri e dirigenti nella bufera per le telefonate registrate dalla Procura di Torino. Vedi anche quello che non c'è 21/09/2004 (conversazione tra Pairetto e Dondarini che arbitrerà Sampdoria-Juventus. La stessa sera è accertato che Pairetto andrà a cena a casa di Giraudo, presente Moggi) Pairetto: «Pronto» Dondarini: «Gigi, sono Donda» Pairetto: «Ciao Donda, come stai? (...) Mi raccomando domenica che non ci salti tutto» Dondarini: «Mercoledì, domani» Pairetto: «Sì mercoledì ecco fai una bella partita, tu sai che lì... sai che son sempre...» Dondarini: «Eh, son particolari (...). Con cinquanta occhi bene aperti» Pairetto: «Eh, bravo per vedere anche quello che non c'è, a volte (...) non facciamo subito che si dica "Ah, bene, complimenti per le scelte» (Dondarini è appena stato designato arbitro internazionale, ndr). Dondarini: «Vedrai che non vi deludo» Il rigore c'era 23/09/2004 (conversazione tra Pairetto e Dondarini il giorno dopo la partita finita 3-0 per la Juve con un rigore contestato) Dondarini: «Eh, bella battaglia hai visto?» Pairetto: «Minchia» Dondarini: «Ma questi della Sampdoria erano da fuori di testa (...) Guarda ti giuro se non c'erano i giocatori della Juve che mi aiutavano io non so come finiva (...). Poi sai ho dovuto dare quel rigore lì, guarda che è di un netto Gigi» Pairetto: «Sì, ma ci credo perché poi dalla vostra posizione» (...) Dondarini: «Certo, ma io ti dico, io ho cercato... di far sì, insomma, che la partita andasse a quella fine» Messina giù 20/09/2004 (prima del Processo di Biscardi) Moggi a Baldas: «Mi devi salvare Bertini, Dattilo e Trefoloni. Sul Milan puoi battere quanto ti pare». Baldas a Moggi: «Che dici, di Messina?» Moggi a Baldas: «Messina giù» Dimezzate l'Udinese 26/09/2004 (Giraudo a Moggi sull'arbitro Dattilo che la settimana successiva dirige Juventus- Udinese) «Se è un po' sveglio, gli dimezza l'Udinese». Ibra, gioca male! 23/08/2004 ore 9.37 Moggi: «Pronto» Giraudo: «Tutto bene?» Moggi: «Mica tanto» Giraudo: «Cosa è successo?» Moggi: «Hai visto che ci han cambiato l'arbitro? (...). È venuto Paul Green (in realtà Graham Poll, ndr), l'inglese» Giraudo: «Porco Giuda» Moggi: «I mortacci loro, io l'Atalanta (il nome per l'ex designatore Bergamo, ndr), cazzo, ora ora voglio sentì» Giraudo: «Che strana cosa, oh» Moggi: «Dieci giorni fa m'aveva detto quello (...). Gli inglesi sono tutti stronzi, mi informo un attimo poi ti dico» Giraudo: «Sì sì (...) Ti ha mica detto niente Raiola (manager, tra gli altri, di Ibrahimovic ndr) di com'è andata ieri? Moggi: «Ha fatto tre gol» Giraudo: «Lui (Ibrahimovic, ndr) è fatto così, ha vinto 6-2» Moggi: «Ha fatto tre gol, ha dato spettacolo, m'ha fatto parla' con il giocatore (...)» Giraudo: «(...) il giocatore eravamo rimasti d'accordo che finita la partita andava dall'allenatore e dalla società e diceva io adesso non gioco più, dovete vendermi. L'ha fatto o no questo?» Moggi: «Ah, ma questo non me l'ha detto (...)» Giraudo: «Ma che cazzo, io gliel'ho detto: gioca male. No, deve giocare benissimo, bene! Gioca benissimo, così almeno adesso sarà un casino a venderlo, lo valuteranno (...) Gli diceva, io adesso questo torna domenica, io non gioco più (...) vendimi perché tu hai ancora 10 giorni per comprarti il mio sostituto, sappi che poi non gioco più. Questo doveva dire» Il brindellone 23/08/2004 ore 11.38 (conversazione con interlocutore sconosciuto su Cannavaro) Uomo: «Ooh!» Moggi: «Rigo!» Uomo: «Dimmi caro» Moggi: «Allora lo possiamo fare anche oggi: fai chiama' Ghelzi (in realtà è Ghelfi, vicepresidente dell'Inter ndr), gli dici che vuole anda' via» Uomo: «Come?» Moggi: «Fai chiamare Ghelzi ... come si chiama là, brindellone alto... il Presidente!» Uomo: «Facchetti» Moggi: «Facchetti. Fai chiamare Ghelzi e Ghelzi lo farà. Gli dici: guarda, io voglio anda' via perché non so' considerato dall'allenatore e stop» Uomo: «Mmh» Moggi: «Perché se no, lo sai che succede?» Uomo: «Mmh» Moggi: «Che vincendo domani...» Uomo: «Mmh» Moggi: «Tengono più difensori e lui sta a guarda' le partite (...) Categorico gli dici: guarda Ghelzi, il giocatore vuole andà via, non rompere i coglioni» (...) A Miccoli ci penso io 31/08/2004 ore 11.37 Moggi: «Pronto» U.: «Direttore» Moggi: «Sì, ciao Galea (...) Ti dò un consiglio: digli a Miccoli di fa' meno lo scemo, perché se no gli metto giudizio io (...). La prossima volta però non lo faccio chiamare neppure in nazionale così gli metto io giudizio, perché in nazionale ci va perché ce l'ho mandato io» 4) Intercettazioni 3 Ecco altri stralci delle telefonate tra il dg della Juventus e altri personaggi del mondo del calcio, rese pubbliche dalla Procura di Torino. Reggina-Milan Giraudo: «Senti com'è andata poi con Carraro secondo te?» Giraudo: «Eh» Moggi: «Ti ricordi di Galliani quel giorno che ti fece quel discorso?» Giraudo: «Quel giorno?» Moggi: «Che ti fece quel discorso» Giraudo: «Su cosa?» Moggi: «E poi ne parliamo, te lo dico poi domani» Giraudo: «Vabbe', allora poi» Moggi: «Comunque sai quando te mi chiamasti e mi dicesti "sai che mi ha detto Galliani"» Giraudo: «Ah, e lui cosa dice?» Moggi: «È stato lui che gliel'ha detto» Giraudo: «Ah ho capito» Moggi: «È stato lui che gliel'ha detto ma non a lui, a Berlusconi eh» Giraudo: «Ho capito! Ho capito!» Moggi: «Poi ti spiego anche il meccanismo, oh ma hai sentito l'avvocato e il difensore dei...» Giraudo: «Sì sì sì» Moggi: «Meno male che noi non abbiamo l'abitudine né di comprare né di vendere cose a nessuno» Giraudo: «No poi...» Moggi: «Noi facciamo sempre la nostra strada ma comunque...» Giraudo: «Chi è l'avvocato che l'ha detto?» Moggi: «De Luca, Luca De Luca, una roba del genere» Giraudo: «Che è l'avvocato di chi?» Moggi: «Del Chievo credo poi ci ha anche difeso perché ho letto l'Ansa no?» Giraudo: «Eh» Moggi: «Dice naturalmente non è che io possa pensare che c'è un illecito, è una baggianata, ma perché non si indaga su tutte le baggianate? Come dire per rafforzare la sua tesi difensiva no? E poi viene a rompere i coglioni a noi! E poi parla anche di Reggina-Milan» Giraudo: «Esatto poi, quindi sai tutta questa storia qui sai è una buffonata e chiuso» Gli arbitri puntano sull'Inter Moggi: «Senti un po' invece un'altra cosa, ieri sera c'avevo un ragazzino di Roma di Atalanta (è il designatore Paolo Bergamo, ndr), dell'Atalanta no» Giraudo: «Sì sì quello là sì» Moggi: «Porca puttana, l'Atalanta è un gran figlio di p...» Giraudo: «Ah sì?» Moggi: «Ha detto che noi, il campionato sarà sicuramente Milan-Inter» Giraudo: «Secondo me, sai cosa mi ha detto Adriano, secondo me, mi ha detto guarda io ho saputo una cosa, bisogna chiamare questi due qua, mi ha detto ieri, mi ha preso da parte, m'ha detto, sappi mi han detto che puntano tutto sull'Inter quest'anno» Moggi: «Eh mi sa mi sa sta sta a sentire, Milan-Inter, ma è andato anche oltre, ha detto tanto Moggi e Giraudo, alla fine dell'anno, Montezemolo li manda via» Giraudo: «Eh questo già lo so» Jankulovski e il passaggio al CSKA Alessandro Moggi: «...ora io un accordo con lui ce l'ho, però ora questo dice che fino a lunedì il contratto con l'Udinese non lo firma, io posso anda' a Mosca senza la firma a che le società non sono d'accordo?» Luciano Moggi: «No, no e che sei matto, vai a fa' una girata invano» A. Moggi: «...anche l'Udinese è strana, Marino sembrava che fino a stamattina se non convincevo Jankulovski ad anda' al Cska di Mosca non lo so, si sarebbe ammazzato, stasera quando gliel'ho detto, sembrava non gliene fregasse niente...» L. Moggi: «Cioè che ti ha detto che non gli importava niente della cosa?» A. Moggi: «No, non è che me l'ha detto è che lo sento io (...) non è che lui si è preoccupato tutta la giornata di chiama' questo per scrivere il contratto, io poi pensavo che ce l'avessero già un contratto in realtà, invece è a tutto a voce» L. Moggi: «Eh ma Pierpaolo è un po' c... eh! Non è mica tanto furbo, eh? Ti ricordi di Galliani che ti fece quel discorso? Poi ti spiego il meccanismo. Quindi tutta questa storia è una buffonata e chiuso». Una segretaria per Lippi Lippi: «Accidenti. Ah senti ti devo dire una cosa. Oggi mi ha chiamato Carraro no? (...) Ieri sera quando te mi hai telefonato e mi hai detto quella cosa lì. Io lì per lì non ho neanche capito bene no?» Moggi: «Io ti facevo mettere una segretaria a tua disposizione» Lippi: «Sì, no, volevo dire che quando me l’hai detto ieri sera, io non ho capito benissimo quello che mi hai detto, poi mi hai detto tanto ci sentiamo domani. (...) Oggi poi mi ha chiamato Carraro no? (...) Era contento, mi ha fatto i complimenti, era tutto contento. Poi mi dice: "senta un po’, ho parlato con il vostro amico e mi dice di metterle una segretaria a disposizione, ma io pensavo che lei con Vladovich si trovasse bene, no?"» Moggi: «No, ma non ha capito un c...» (...) Lippi: «Come segretaria di Mazzini lo posso capire ma se viene fuori che Lippi ha una segretaria, viene fuori sui giornali, viene fuori sicuro, lo fanno venire fuori loro» Moggi: «Ma mica a disposizione tua, a disposizione del club Italia» Lippi: «Ecco, questo è un altro discorso (...) ma deve essere specificato bene, eh» (...) Moggi: «Eh, ma perché le cose vanno bene Marcello, è qui che bisogna far andar le cose meglio, capisci? (...) L’abilità sta nel cogliere i momenti propizi per far andar meglio le cose siccome io conosco la maniera dilettantistica di questi qua allora è meglio metterli con il cappio subito in modo che capiscano che c’è un’organizzazione, dove però non ci deve essere Lippi che la chiede, deve esser fatta in modo che...» (...) Lippi: «Eh, infatti, infatti. Tu però devi essere bravo a fargliela capire eh?» Moggi: «Domani vado a quella riunione e ci penso io... » Baldas.. aiutino per restare in Uefa Baldas: «Intanto è stato Pairetto a mettere i bastoni tra le ruote all’Uefa, perché l’Uefa mi vuole tenere, mi vorrebbe tenere (...) Ho parlato con Eberle ed Eberle mi ha detto guarda, se la Federazione non l’Aia perché io non c’entro più con gli ispettori arbitrali no, ma se la Federcalcio manda due righe all’Uefa loro mi tengono» Moggi: «Chi, la Federazione dovrebbe mandarle?» Baldas: «Sì, esatto» (...) Moggi: «Eh, adesso sento un pochino» Baldas: «Ascolta io ho fatto, ti ho preparato due righe di appunto, te le mando via fax in ufficio?» Moggi: «Mandamele in ufficio» Baldas: «Va bene, e comunque sarà poi mica Pairetto che mette i bastoni tra le ruote no?» (...) Moggi:«Ma va’, ma guarda se tu immagini che Pairetto può mettere i bastoni tra le ruote (risata)» Il bacio che non si doveva dare Moggi: «Però te t’ho vista abbracciata a Baldini, non mi sei piaciuta» donna (non identificata): «No no, allora ti dico questo, che l’hanno trasmesso in televisione?» Moggi: «Sì» donna: «Allora, ho trovato Baldini e Giraudo che stavano parlando insieme (...)» Moggi: «Giraudo t’ha salutato mentre baciavi Baldini» donna: «(...) sai che gli ho detto, chiedi conferma a lui se non mi credi, dico, "ma che bella coppia che fate capito?"» Moggi: «Comunque è rimasto molto deluso» donna: «Chi? Perché?» Moggi: «E perché t’ha visto baci e abbracci» La trattativa per Ibrahimovic Raiola: «(...) Dice, guarda, diglielo a Zlatan questo, può fare guerra quanto vuole (...) noi non lo mandiamo via, perché se lui vuole andare via o va alla Roma, che già offre di più... No no, ho detto, lui non va alla Roma, e la Juve anche lei arriva a dodici milioni, non c’è problema. (...) Lui ha tirato fuori un fax del Monaco che mi ha mandato adesso, del Monaco, io gli ho detto guarda che il Monaco non ha neanche i soldi per accendere la luce nello stadio. E un fax del Lione che vogliono trattare intorno ai venti milioni (...) Vuoi che te lo mandi il fax del Lione e del Monaco?» Moggi: «Sì sì, ma intanto che me ne faccio io?» Raiola: «No, va be’, non vorrei che quello scemo di Giraudo dicesse Raiola sta facendo lo scemo» Moggi: «Mica vorrai confronta’ Juventus, Lione, Monaco, dai» Raiola: «Tu devi essere un po’ più contento quando mi senti, capito?» Moggi: «E certo» Raiola: «Io ti do i gioielli» Moggi: «Ma io infatti vedi ti...» Raiola: «E Giraudo questo non lo capisce» 5) Moggi: "E' tutta una buffonata" Il direttore generale della Juventus Luciano Moggi, nonostante il silenzio stampa, si lascia sfuggire poche parole che spiegano bene il suo pensiero. "È tutta una buffonata" avrebbe detto Moggi prima della conferenza stampa di Giraudo e le sue dichiarazioni sarebbero state raccolte dal TgCom. "Chiedetevi piuttosto perché lo hanno fatto alla vigilia di uno scudetto strameritato". 6) Carraro: "Sconcerto, andiamo fino in fondo" Il presidente della Federcalcio Franco Carraro ha convocato una conferenza stampa per spiegare la posizione della Federazione in merito all'inchiesta sulle intercettazioni telefoniche che incastrano Luciano Moggi e gettano nel caos l'intero sistema del calcio italiano. "La giustizia sportiva agirà con serietà, tempestività, serenità e rigore" ha detto Carraro che poi ha aggiunto: "Il mio stato d'animo è come quello di milioni di tifosi, che provano sconcerto, tristezza e rabbia. Errori possono esserci: l'importante è che si scopra, e che si appuri e si arrivi alla sanzioni necessarie". Poi il presidente Carraro si è rivolto alla Procura di Torino che il 13 marzo scorso, con le motivazioni dell'archiviazione sulle intercettazioni effettuate, ha inviato la documentazione alla Federcalcio. "Esprimo gratitudine alla Procura di Torino e a quella di Roma: la magistratura ordinaria - ha aggiunto - ha mezzi di cui la nostra giustizia non dispone. E quando ci sono casi del genere è bene che la magistratura si occupi del calcio". 7) Giraudo: "Un attacco senza precedenti" "Ancora una volta la Juve e i dirigenti bianconeri sono tornati sotto le luci di un processo mediatico che non ha precedenti nella storia del calcio. Ho letto che il nostro silenzio stampa sarebbe figlio della paura, un'affermazione falsa e incredibile. Devo ricordare che nella parte più calda del processo doping la Procura di Torino aveva disposto intercettazioni il cui contenuto, a favore della difesa, non è mai entrato nel processo e non è stato depositato". L'amministratore delegato della Juventus Antonio Giraudo ha indetto una conferenza stampa per illustrare la posizione della Juventus e la sua personale nella vicenda delle intercettazioni telefoniche che hanno scosso l'intero mondo del calcio e ha duramente attacco la Procura. "Chiedetevi per quale motivo - ha detto Giraudo - queste intercettazioni sono state date alle redazioni dei giornali e non prima a noi o ai nostri legali: noi ne siamo venuti a conoscenza attraverso i giornali e solo oggi ne abbiamo ricevuto copia. E' incredibile che i diritti fondamentali dell'uomo possano essere di così poco interesse. Nessuno ci ha difeso, nemmeno gli opinionisti che abbiamo sopportato durante i sette anni del processo, anche dopo la sentenza che ha cancellato le accuse. Forse qualcuno è più interessato ai polveroni che alla verità delle cose". 8) Anche Baldas si difende L'ex arbitro di serie A Fabio Baldas, coinvolto dall'inchiesta sulle intercettazioni telefoniche condotta dalla Procura di Torino, si dice sereno. Baldas, che al Processo di Biscardi commenta le decisioni degli arbitri, è stato contattato da Moggi che gli ha chiesto di misurare le parole, indicandogli quali arbitri salvare e quali no. "Mi hanno messo in mezzo" ha detto Baldas. Moggi, nelle telefonate intercettate, dice a Baldas: "Devi salvare Bertini, Dattilo e Trefoloni" mente in un'altra Baldas chiede "Cosa ne dici di Messina?" (che il 19 settembre 2004 arbitrò Bologna-Milan 0-2). Secca risposta di Moggi: "Messina giu". 9) Galliani sceglie il silenzio Adriano Galliani sceglie, almeno per il momento, di non esprimere una propria opinone sul problema delle intercettazioni. "Credo - dice il presidente della Lega - che si debba osservare il silenzio. C'è in atto un'inchiesta che è stata avviada da parte della Federcalcio. Non sono né giustizialista né colpevolista e fino che non ci sarà una sentenza non avrò nulla da dire". "Sono certo che l'Ufficio indagini farà il suo dovere - aggiunge Galliani -: questo è quanto può dire una persona di buon senso che occupa la posizione di presidente dell'associazione di categoria dei club di cui fa parte naturalmente anche la Juventus". 10) John Elkann è rigido La famiglia Agnelli non è indifferente alla vicenda delle intercettazioni. E' il messaggio lanciato dal nipote dell'Avvocato, John Elkann, al termine della sfida con il Palermo. ''Siamo qui per dimostrare la nostra vicinanza alla squadra'' ha detto il giovane manager della Fiat, che però si è irrigidito quanto gli è stato chiesto della dirigenza. "Andremo avanti con questa dirigenza? Ribadisco, ci sono sedi adeguate, questa non lo è. Il nostro stato d'animo di oggi è che vogliamo vincere lo scudetto, e questa partita era molto importante per farlo. Adesso aspettiamo domenica prossima". 11) Moggi, ironia nerazzurra Grande ironia da parte dei tifosi dell'Inter sulla vicenda intercettazioni che coinvolge in maniera particolare il direttore generale della Juventus, Luciano Moggi. In occasione del match con il Siena, fuori dal "Meazza" erano in vendita magliette con la formazione Juvedelsecolo (con i nomi di arbitri e dirigenti federale). All'interno dello stadio, tanti striscioni sulla vicenda: "Moggi videochiamami", "Moggi erano più sicuri i pizzini", "Due punte più due trequartisti e un centralinista", "Moggi e Pairetto coppia scudetto". 12) Gli juventini con Moggi Cori e striscioni da parte della tifoseria della Juventus per Luciano Moggi, nell'occhio del ciclone per una serie di intercettazioni telefoniche. Prima e durante la partita con il Palermo, la curva Scirea ha intonato più volte il nome del direttore generale bianconero ed è apparso anche un gigantesco striscione su cui era riportata la scritta: "Luciano siamo con te, la triade non si tocca". 13) Intercettazioni: le reazioni politiche Anche gli esponenti dei partiti intervengono sul caso che sta sconvolgendo il mondo del calcio. Marco Rizzo (coordinatore degli eurodeputati del Pdci): "Se tutto fosse confermato, sarebbe gravissimo. Bisogna comunque considerare che stiamo parlando di una vicenda giudiziaria che è ancora in una fase iniziale". Andrea Ronchi (portavoce di Alleanza Nazionale): "Questa vicenda è un colpo mortale alla credibilità del calcio. Serve chiarezza, subito. Se tutto fosse confermato sarebbe un fatto di una gravità assoluta. Se tutto fosse confermato, direi che la Juventus non merita una dirigenza simile. Bisogna sgombrare il campo da ogni possibile dubbio, bisogna eliminare ogni ombra. Mi auguro che la giustizia sportiva si muova in tempi brevi e spero faccia chiarezza rapidamente. Bisogna agire, altrimenti non ci possiamo lamentare della scarsa credibilità di cui gode il calcio e non ci possiamo lamentare se gli stadi si svuotano". Antonio Di Pietro (leader de L'Italia dei Valori): "Se i controllori non hanno controllato sono loro i veri responsabili. Questo è solo l'ennesimo scandalo. Invece di dire come al solito le loro parole al vento, come che vogliono fare giustizia, dovrebbero dimettersi tutti, da Carraro in giù. Non è possibile che questi signori non paghino per non aver fatto bene il loro lavoro. Servirebbe la responsabilità oggettiva anche nello sport. Se il proprietario del condominio deve pagare per un vaso che casca su un passante, lo stesso deve avvenire per quelli che avevano il dovere e la responsabilita' di controllare. C'è un centro di potere che non può andare avanti. Di realtà come la GEA se ne occuperà la magistratura, ma ripeto, il problema è a monte: a pagare devono essere i padroni del vapore". Fabrizio Cicchitto (vicecoordinatore di Forza Italia): "Sappiamo che deve essere rispettata l'autonomia dello sport nei confronti della politica. Ciò che sta emergendo in questi giorni nel calcio è però così grave da porre l'interrogativo se questo mondo, che appassiona tanto milioni di italiani, è capace di autogestirsi in modo trasparente e regolare. In primo luogo, il ruolo della GEA è a dir poco inquietante. Nel migliore dei casi essa gode di una posizione semimonopolistica con conseguenze molto negative sia sul mercato sia sull'andamento del campionato. In secondo luogo, quello che sta emergendo dalle intercettazioni telefoniche fornisce una prima spiegazione di ciò che da anni vediamo sui campi di calcio. E' veramente singolare che alcuni dirigenti di una grande società di calcio, la Juventus, come minimo abbiano avuto rapporti di consuetudine con alcuni designatori arbitrali. Ciò apre seri problemi sul terreno della divisione dei ruoli e dei compiti". 14) Intercettazioni: le reazioni del mondo del calcio Il caso legato alle intercettazioni telefoniche che vedono coinvolto il direttore generale della Juventus Luciano Moggi sta sconvolgendo il mondo del calcio. Ecco alcune reazioni degli esponenti del pallone: allenatori, giocatori e dirigenti. Zdenek Zeman (allenatore del Brescia dalla cui accuse ebbe origine il processo per doping nei confronti della Juventus): "Io credo che le società importanti sono tali perchè hanno fatto qualcosa di importante. E la Juventus nel calcio e per il calcio ha fatto qualcosa di importante. Nelle società cambiano presidenti e dirigenti, e ha cambiato modo di gestione: una volta la Juventus era un esempio per tutti. Penso che la vicenda abbia inferto un colpo alla credibilità del calcio. Da qualche anno accadono sempre più fatti che con lo sport non hanno nulla a che fare e di conseguenza la gente si disamora. Credo sia giusto che quelle telefonate siano state rese pubbliche, spero che si farà di tutto per far tornare il calcio com'era prima". Mauro Esposito (attaccante del Cagliari): "Dà fastidio e dispiace sentire di certe cose, il calcio è uno sport di passione e deve essere sano. Non voglio credere a queste cose, spero che dalle indagini possa uscire fuori la verità su tutto. Poi ci lamentiamo se la gente non va più allo stadio. L'inchiesta deve assolutamente portare a galla la verità. I dirigenti bianconeri sono competenti, tutto sembra così assurdo". Massimo Cellino (presidente del Cagliari): "Vogliamo difendere il nostro nome e la nostra integrità. Abbiamo preso atto del momento difficile che stiamo attraversando. C'è forte volontà di dare grossi segnali di pulizia e di indiscutibilità sulla questione arbitrale. Il dramma è che stiamo demolendo il sistema italiano che non è rappresentato da queste intercettazioni. Se qualcuno ha fatto del male questo non è il nostro calcio, ma sono le persone singole che ne risponderanno nelle sedi opportune. Come me la coscienza a posto ce l'ha la maggior parte dei presidenti e dei dirigenti delle società di calcio". Carlo Ancelotti (allenatore Milan): "Potremmo stare qui a parlarne per giorni, in generale questo è un colpo basso per tutto l'ambiente: c'è un sentimento di dispiacere per quello che sta succedendo, perchè da quello che si legge il calcio non ne esce bene. Ci sono gli organi competenti in grado di prendere le decisioni necessarie affinchè non si perda la credibilità e l'entusiasmo che fanno da contorno a questo sport. Vivo nel calcio da vent'anni e voglio continuare a starci vivendo questa attività come una passione, per questo confido, come ha detto il presidente Carraro, che questi giorni servano a fare chiarezza. Un fragore e una situazione così non me li aspettavo, sono veramente dispiaciuto per questa situazione. Quello che è successo disturba tutti, non solo la Juventus e nemmeno solo l'ambiente del calcio, ma non bisogna colpevolizzare nessuno in questo momento". Delio Rossi (allenatore Lazio): "Se avessi dei sospetti, domenica non andrei in panchina. Non tocca sicuramente a me commentare questi fatti, sarà la gente a dare il suo giudizio, perchè io non ho elementi per farlo, però penso che il giudizio moirale vada al di là del giudizio sportivo. C'è da riaquistare credibilità, il mondo del calcio lo può fare solo con la trasparenza. Personalmente, dovendo scegliere tra le due cose, preferirei essere ricordato non come un grande allenatore ma come una persona onesta". Luciano Spalletti (allenatore Roma): "E' sicuramente uno scenario inquietante. Ci sono delle indagini in corso sia per quanto riguarda la giustizia ordinaria che per quella sportiva. Quindi bisogna aspettare, non dare dei giudizi. Sono molto amareggiato, ora sembra tutto marcio. Però nel calcio ci sono anche tante cose buone. Per esempio Il fatto che ci siano le moviole, che permettono di discutere gli episodi...". Carlo Mazzone (allenatore Livorno): "Non rilascio giudizi definitivi finchè non conosco quello che è successo. Anch'io qualche volta faccio battute all'arbitro come 'datti una svegliata che domenica scorsa hai sbagliato tutto', ma questo non significa che li sto corrompemdo. Al momento non c'è chiarezza e ora diventa difficile rispondere, ma quando conosceremo la verità si interverrà con decisione". Roberto Mancini (allenatore Inter): "Non c'è nulla da aspettare, vedere o capire. Queste sono cose di cui tutti hanno sempre parlato al bar, ma non c'erano mai state le prove, ora più di queste... Credo solo che ci sia da piangere per quello che è successo, c'è da vergognarsi e basta. Sono stato tifoso della Juve da ragazzino per 15 anni, era la Juve degli Agnelli che aveva una classe enorme, quello che è successo è una cosa grave, gravissima. Quando succedono queste cose poi pensi che è inutile preparare le partite e soffrire se le cose sono già stabilite. È una cosa molto brutta per noi che abbiamo la passione del calcio e che crediamo in questi valori, ma anche per la gente che mette i soldi in questo mondo non per guadagnarci, ma per passione". 15) Moggi, si aprono nuovi filoni Si addensano le nubi sul futuro di Luciano Moggi, direttore generale della Juventus finito in questi giorni nel mirino di diverse Procure dopo le intercettazioni telefoniche che lo vedono protagonista. Sul dirigente bianconero, dopo i pm di Torino e Roma, sarebbero infatti pronti a far luce anche quelli di Napoli, dove Moggi, che ha ricevuto un avviso di garanzia, sarebbe indagato per associazione a delinquere nel procedimento sul calcio scommesse. Un'accusa molto grave, che si aggiunge a quella formulata dalla Procura di Roma per illecita concorrenza con violenza e minacce, secondo cui Moggi (padre e figlio) sfrutterebbero il loro potere nei confronti delle società di calcio per favorire i calciatori legati alla Gea. Da Napoli fanno sapere di avere effettuato intercettazioni di un intero campionato nell'ambito del calcio-scommesse in un'indagine avviata nel 2004. 16) Gea, vicino lo scioglimento La Gea è prossima a chiudere i battenti. Lo ha affermato Franco Zavaglia, socio di Alessandro Moggi nella società di procuratori finita al centro del caso legato alle intercettazioni telefoniche. "Potremmo sciogliere la società entro giugno – ha detto Zavaglia –. Non è una decisione di questi giorni, ma una cosa che abbiamo ponderato bene negli ultimi due mesi: non si può lavorare costantemente con la Guardia di Finanza e i magistrati presenti negli uffici". 17) Moggi, accuse pesantissime Luciano Moggi, il figlio Alessandro e tutti coloro che risultavano soci della Gea all'epoca dell'avvio dell'inchiesta della procura di Napoli, nel 2004, risultano indagati per associazione per delinquere finalizzata alla frode in competizione sportiva. E' quanto emerge dalla seconda e ultima proroga delle indagini preliminari disposta nei mesi scorsi. Si tratta di uno stralcio dell'inchiesta principale sul calcio scommesse condotta nel 2004 dai magistrati napoletani (tuttora in corso nei confronti di buona parte degli indagati, mentre per altri è stata disposta l'archiviazione). L'indagine è stata avviata in seguito alle dichiarazioni di Dal Cin, nel giugno 2004, che aveva parlato di una "combriccola" di arbitri controllata dalla Gea. Il titolo di reato ipotizzato (associazione per delinquere) avrebbe consentito agli inquirenti di disporre intercettazioni telefoniche che coprono pertanto un arco di tempo successivo a quello in cui si fermano le intercettazioni fatte dalla procura di Torino. I pm sono dunque in possesso di una serie di elementi che si riferiscono all'intero campionato 2004-05. Le conversazioni sono comunque coperte da segreto investigativo in quanto, al momento, l'inchiesta non è approdata ancora nella fase di deposito di atti, come potrebbe essere un'avviso di conclusione delle indagini preliminari o l'emissione di misure cautelari. 18) Consob, Juve nel mirino Le intercettazioni telefoniche e l'andamento altalenante del titolo in Borsa hanno fatto accendere i fari della Consob sulla Juventus. La Commissione guidata da Lamberto Cardia avrebbe fatto il punto della situazione venerdì nel corso di una riunione e ha deciso di avviare "un attento monitoraggio" sulla situazione. A partire proprio dal caso Juventus, la Commissione nella riunione ha fatto il punto su tutte e tre le società calcistiche quotate in Borsa (oltre alla Juventus, anche Roma e Lazio). "Cos'è che fa dell'uomo un uomo? Forse le sue origini? Il modo in cui nasce? Sono le scelte che fa nella vita non come comincia a fare le cose, ma come decide di finirle".
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