Ruini contro Il Codice da Vinci

"Mette in discussione fede per denaro"

Il Presidente della Cei, cardinale Camillo Ruini, aprendo i lavori della 56esima assemblea generale dei vescovi italiani ha parlato anche de "Il Codice da Vinci". Secondo il cardinale l'opera costituisce una infondata "contestazione del cuore stesso della nostra fede" per scopi puramente commerciali. Il film, tratto da romanzo di Dan Brown, verrà proiettato il 17 maggio in anteprima al Festival di Cannes, e uscirà in contemporanea mondiale il 19.

Il cardinale è intervenuto nel merito delle polemiche e del dibattito che sta accompagnando la prossima uscita del film "Il Codice da vinci". "Le mode editoriali e cinematografiche, oggi in particolare quella riguardante il Codice da Vinci - ha detto Ruini - mostrano la necessità e offrono l'occasione di un'opera capillare di catechesi, e prima ancora di informazione storica, che, usufruendo anche delle attuali tecniche e metodologie di comunicazione, aiuti la gente a distinguere con chiarezza i dati certi delle origini e dello sviluppo storico del cristianesimo dalle fantasie e dalle falsificazioni, che hanno primariamente uno scopo commerciale ma costituiscono anche una radicale e del tutto infondata contestazione del cuore stesso della nostra fede, a cominciare dalla croce del Signore".

Quindi il cardinale pur rilevando che la tendenza a credere alle favole non è nuova, ha aggiunto come sia "difficile sottrarsi alla sensazione che il grande successo di lavori come 'Il Codice da Vinci' abbia a che fare con quell'odio, o quel venir meno dell'amore per se stessa che, come osservava l'allora cardinale Ratzinger si è insinuato nella nostra civiltà".

"Anche in questo caso però - ha osservato ancora il presidente dei vescovi italiani - non è il caso di cedere al pessimismo: alla fine il fascino della verità è più forte di quello dell'illusione, e di verità la nostra gente oggi ha una grande sete". 








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