Nick: gay-o Oggetto: per caso... Data: 20/5/2006 15.12.3 Visite: 46
...ti stai riferendo a situazioni come questa? da il mattino di oggi: C’è un nuovo filone d’indagine che va ad aggiungersi a quelli già aperti dalla Procura di Napoli sui presunti condizionamenti imposti ai candidati delle prossime elezioni amministrative. È un filone che, per competenza, finirà direttamente nel fascicolo assegnato ai magistrati della Direzione distrettuale antimafia che hanno nei giorni scorsi anche ascoltato i due principali candidati a sindaco, Rosa Russo Iervolino e Franco Malvano. Spunta il «pizzo» sui manifesti di propaganda elettorale. Vere e proprie estorsioni sarebbero state rivolte in più occasioni - e negli ultimi giorni il fenomeno si sarebbe intensificato notevolmente - agli attacchini che erano pronti a compiere il loro lavoro sulle tabelle predisposte dal Comune in varie zone della città. Avvicinati da giovani a volto scoperto che effettuano vere e proprie ronde di «controllo» del territorio, gli operai vengono avvisati a muso duro: «Qui per fare propaganda elettorale si paga». Tariffe variabili: ma da una media emergerebbe che gli emissari dei clan puntano in alto. Dieci euro per ogni manifesto incollato. Il fenomeno, come detto, si starebbe facendo di giorno in giorno sempre più preoccupante. Soprattutto in alcune zone della città, a cominciare dai Quartieri spagnoli, particolarmente la zona alta, quella a ridosso del corso Vittorio Emanuele. Ma analoghi casi vengono segnalati anche a Materdei (due episodi) e nella zona orientale (Barra-San Giovanni). Ma procediamo con ordine, ricapitolando. Una decina di giorni fa si segnala il primo episodio. Due persone scendono dal furgoncino con i manifesti sottobraccio e il secchio di colla, ma vengono improvvisamente bloccati da quattro giovani che viaggiano a bordo di potenti moto. L’ordine è perentorio: «Per affiggere dovete pagare al "sistema". Dieci manifesti? Cento euro». Gli attacchini, intimoriti, rinunciano. Il giorno dopo riferiscono tutto al loro committente. Sembra solo un episodio isolato. Invece a poco a poco, col passare dei giorni di questa tormentatissima campagna elettorale, si rivela il leit-motiv delle ingerenze camorristiche in alcune zone della città. Indagano polizia e carabinieri. E per avere una conferma implicita che dimostra quanto grave e fondata siano queste segnalazioni basta fare un giro, per esempio, nella zona alta dei Quartieri spagnoli, dove fino a ieri non c’era traccia di manifesti elettorali (se non brandelli risalenti alla tornata elettorale politica). Ma Digos e carabinieri sono in queste ore impegnati anche nel riallacciare i fili di un’altra delicata vicenda, fondata su un altro sospetto: la presunta ingerenza di alcuni clan di camorra che avrebbero invece interesse a condizionare direttamente il voto, imponendo alcuni candidati vicini ad ambienti della malavita organizzata. Quest’altro filone d’indagine passa inevitabilmente per una ricostruzione certosina del passato giudiziario (e in qualche caso anche del presente) di alcuni candidati. Materia delicata e difficile. Che va valutata attraverso un duplice incrocio di dati: quelli che emergono dal Ced (Centro elaborazione dati) della Questura con quelli del casellario giudiziale (che contiene i dati sensibili relativi allo status di imputato per i soggetti condannati con sentenza passata in giudicato). C’è dunque materia per tenere impegnati investigatori e inquirenti. Anche perché le previsioni relative all’imminente consegna dei candidati alle Municipalità considerati ineleggibili per motivi giudiziari parlano già di almeno 200 casi sospetti. http://ilmattino.caltanet.it/mattino/view.php?data=20060520&ediz=NAZIONALE&npag=37&file=TRE.xml&type=STANDARD imghttp://www.ircnapoli.net/img2.asp?safe=1&n=45795_mona.gif/img |