Oggetto: amando molto
Data: 23/5/2006 0.39.5
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Noi diciamo agli altri quello che ci piacerebbe sentirci dire, fornendogli le armi per giungere al nostro cuore e poi, delusi quando questi spariscono, senza degna spiegazione ci rendiamo conto di esserci distesi da soli e consenzienti sulla pietra sacrificale. E’ che ci piace pensare che non tutti approfitteranno della gola che offriamo, ma, anzi, sublimeranno questo gesto. Di colpo, dopo esserci donati, il loro interesse diminuisce ed è li che si fa strada quella sensazione che ti svuota, ti delude e analizzi e ripercorri i discorsi fatti e ti chiedi: dove ho sbagliato?.Gia’, perché siamo noi a sbagliare. Non siamo troppo allegri, non siamo accomodanti, siamo permalosi, egocentrici.
Ci piace pensare, ancora, che possano esistere persone che ci assomigliano, che parlano le nostre parole e vivono dei nostri sentimenti, che non si chiedono se con quella frase volevi dire altro, che non si truccano l’anima. Ma la ricerca si è fatta estenuante e non riusciamo più a sopportare il malessere che deriva dall’errata valutazione, e forse, amandoci così tanto non diamo agli altri la possibilità di spiegarsi, ma questo è tutto un altro dolore. Siamo una razza a parte, viviamo dispersi per i continenti e a volte ci sfioriamo, per un attimo, incrociamo i nostri sentieri dandoci il più possibile e poi andiamo via, patendo per il nuovo distacco ma consapevoli che necessario.
Non siamo in molti e molti si spacciano per noi, non è facile riconoscerci, neanche tra di noi. Ma c’è qualcosa negli occhi, un coraggio straordinario, una forza fisica incommensurabile, siamo belli anche se non proprio secondo i canoni classici, ma si vede questa bellezza. Sinceri fino allo spasimo e buoni d’animo,le carezze che elargiamo sono leggere e tendiamo spesso le braccia per accogliervi. Ma scappate davanti a tanto amore, vi spaventa, vi indispone. "
Mi ci ritrovo nella descrizione, un po’ alternativa, degli angeli di questo libro, ma non riesco a non pensarti. Ascolto per la settima volta la stessa canzone, mi provoca lo stato d’animo ideale, soffrire della tua assenza. Le gocce di pioggia distorcono la visione del mondo fuori, o sono le lacrime che generose sgorgano, in ogni caso la visione è distorta. Io sono qui e aspetto. Non l’ho cominciata io questa storia e non ho neanche messo la parola fine eppure sento che mi appartiene anche se non ho niente tra le mani, a volte non è facile comprendere ed è meglio lasciar andare, fluire. Mi perdi e non t’importa. C’eravamo quasi e hai avuto paura. Ti capisco sai?
Adesso ti scimmiotto, faccio miei i tuoi atteggiamenti e sto meglio, forse ho ancora tanto da imparare, mi stai insegnando il distacco, la negazione dei sentimenti, delle sensazioni.
Sto meglio, mi dico che è il comportamento giusto, quello che mi permetterà di avere l’ultima parola, che mi illuderà di poter decidere. Hai paura e adesso c’è l’ho anch’io, sei contento? Non bastava un codardo tra noi due? L’altra notte ho sognato che facevo il bagno a un animale, un leone, se credessi alle visioni mi verrebbe da pensare che ti ho domato, con la dolcezza, quella che ti manca tanto…
Lo sai, se ci perdiamo adesso non ci sarà un’altra occasione, devi, dobbiamo capire bene cosa vogliamo veramente e questo silenzio tra noi ci aiuta a far luce nell’oscurità, nella nebbia dei tuoi alibi. Adesso sono serena, non avverto più gli spasmi della possessività e della ossessività, la buddità alla quale aspiro comincia a farsi strada nella mia coscienza e me ne rallegro.
Sembra quasi che tu non sia mai esistito, che tu non abbia mai detto le cose belle e le cose brutte che in questi mesi mi hanno investita come un torrente in piena. Ma un torrente in piena trascina sempre qualcosa con se e cambia lo scenario, sto cercando di capire i danni che ho subito ma è troppo presto, le ferite mi faranno male domani.
Ieri sono stata da una cartomante, mi ha accolto nella sua abitazione in una zona bene di Torino, non c’era luce nel suo appartamento, malgrado la giornata di sole. Una ragazza giovane, presumibilmente all’ottavo mese di gravidanza…. Mi è piaciuta, sembrava proprio una strega d’altri tempi che mi sbatteva in faccia la sua fertilità e il buon rapporto con la natura, ho provato invidia.
Ha avuto pietà di me, gliel’ho letto negli occhi, erano liquidi e grandi. Mi ha detto che sei una persona speciale che molte donne ti girano attorno ma che tu vuoi me, mi ha detto che ci vede insieme per un viaggio e che mi chiederai di condividere la mia vita con la tua. La famiglia è il tuo obbiettivo più vicino, mi ha detto che vuoi un bambino da me. Che dire, tutto troppo. Troppo bello, troppo impegnativo, troppo desiderato, troppo. Scendendo le scale della ninfa incinta mi è venuta la nausea, devo essere sincera con me stessa, devo parlare con quella bambina che ogni tanto guardo con gli occhi della mente, quella bambina che ha patito un po’ durante l’infanzia e ogni tanto s’intromette, sapendo che glielo concedo, e mi mette in bocca le sue parole e usa un sottilissimo nylon per le mie mani stanche. Lei ha tante cose in sospeso e io le permetto di usarmi come meglio crede per poter essere ancora, e poi pago di conseguenza, ma la tenerezza che provo ogni qual volta rivedo le sue gambette magre e la testa sempre china per paura di incontrare un altro sguardo mi disarma e la accolgo tra le mie braccia calde. "Non aver paura, ci sono io adesso, ti proteggerò da qualsivoglia attacco, ci sono io che sono forte abbastanza per entrambe e nessuno ci potrà dividere o far crescere? Dovresti capire, piccola , che non è stata colpa di nessuno .Tu eri là in quel momento e dovevi vivere cosi’ come ti è stato offerto e scappare come mi hai insegnato a fare, non serve a nulla, ora sono scappata, ora sono sola ma non per questo felice, piccola gazzella del passato, lasciami andare, ora è il momento.
E’ trascorsa una settimana da quando ti ho detto, amore bello, che non avrei più voluto vederti e ho capito che eri una dipendenza, nessuna dipendenza ti rende felice. La libertà è stare bene anche da soli e oggi l’ho capito, con gli occhi della mente ti vedo andare via, stringi la piccola mano della bimba e amando molto mi salutate muovendo piano le ali.
