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Nick: Mach
Oggetto: Povertà e disuguaglianze
Data: 24/5/2006 16.13.9
Visite: 83

Anche questa è colpa del centro sinistra??

Rapporto annuale sull'economia dell'Istat
Italia: povertà e disuguaglianza sempre alte

I poveri sono 7,6 milioni: 1,5 milioni non arrivano a 800 


ROMA - In Italia la povertà è ben presente e negli ultimi anni non è calata. Inoltre la nazione si trova tra i Paesi europei dove esiste il maggiore divario tra ricchi e poveri: in pratica i redditi sono male distribuiti. Lo segnala l'Istat nel Rapporto annuale 2005 sullo stato dell'economia nazionale. Circa 4,2 milioni di lavoratori guadagna meno di 780 euro al mese.

INDIGENTI - L'ufficio di statistica segnala che gli indigenti in Italia sono 7,6 milioni, pari all'11,7% della popolazione, in pratica 2,6 milioni di famglie. L'emergenza riguarda soprattutto il Sud, dove una famiglia su quattro è povera e dove le persone povere nell'ultimo anno sono aumentate di circa 900 mila unità. La povertà interessa per lo più i nuclei con tre o più figli minori, le famiglie dove il capofamiglia è pensionato o donna, anziana o sola.

REDDITI BASSI - I redditi più bassi riguardano il 28,2% delle donne contro il 12,3% degli uomini; il 36% dei giovani con meno di 25 anni; il 32% di chi ha un basso titolo di studio; il 21% delle persone che lavorano nel settore privato; il 40% dei lavoratori a tempo determinato. Oltre il 50% dei lavoratori a basso reddito opera nell'agricoltura, nella caccia e pesca.
Nel 2003 il reddito medio per famiglia è stato di 24.950 euro, pari a circa 2.080 euro al mese. Ma una famiglia su due ha un reddito mensile netto inferiore a 1.670 euro. Al Sud di solito c'è un solo percettore di reddito, mentre al nord due o più.

DISUGUAGLIANZE - L'indice di concentrazione dei redditi colloca l'Italia, insieme a Portogallo, Spagna, Irlanda e Grecia, tra i Paesi europei a maggiore diseguaglianza tra ricchi e poveri. Il 20% delle famiglie più agiate detengono il 40% delle ricchezze italiane. Inoltre il nostro Paese si colloca tra quelli a minore mobilità sociale. Risulta infatti difficile passare da una classe sociale all'altra. Le donne hanno una probabilità maggiore di quella maschile di permanere nella classe di origine: è il caso delle figlie della classe operaia agricola e della borghesia. L'incidenza sul reddito delle spese per l'abitazione è del 9,2% per le famiglie più ricche e del 30,7% per quelle più povere.

CONSUMI RIDOTTI - Nel 2004 il 25% delle famiglie ha comprato meno pane e pasta mentre oltre il 30% meno carne, frutta e verdura; il 37,2% ha ridotto l'acquisto di pesce; il 41,9% ha speso meno per l'abbigliamento e le scarpe. Il 15% ha optato per alimenti di qualità più bassa. Nel Mezzogiorno il 13,5% delle famiglie (contro una media nazionale del 7%) ha dichiarato di non potersi permettere un pasto adeguato ogni due giorni. Al Sud il 21% delle famiglie non riesce a riscaldare adeguatamente la casa. Un terzo delle famiglie dichiara di arrivare con molta difficoltà a fine mese, il 27,5% non riesce a far fronte a una spesa imprevista di mille euro e solo il 26% è riuscita a mettere da parte dei risparmi nell'ultimo anno.

 

 




"Quando c'è l'amore c'è tutto". "No ti sbagli, chella è 'a salute".

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Povertà e disuguaglianze   24/5/2006 16.13.9 (82 visite)   Mach

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