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Nick: Casual
Oggetto: Lunedi anzi martedi
Data: 25/5/2006 2.18.28
Visite: 155

Voglio dormire tutta la giornata. In questo momento sto pensando: "mai più campagne elettorali", un po' come quando organizzavo concerti e dopo eventi particolarmente impegnativi dicevo: "mai più concerti". Poi passava qualche giorno e ritornava la voglia di mettersi alla prova, vedere se tale gruppo avrebbe fatto gente, se il pubblico che seguiva il nostro genere si sarebbe allargato. Però, certo, non sono mai stato stanco come in questi giorni, perchè se c'è una cosa che un candidato deve fare è parlare e poi parlare e ancora parlare e se resta un po' di tempo parlare di nuovo.

Tutti vogliono dirti qualcosa, ma soprattutto sapere che cosa hai da dire e, già che ci sono, immancabilmente chiederti un posto di lavoro. Molti candidati il posto lo promettono, qualcuno ne da un assaggio assumendo decine di attacchini che percorrono le strade e i muri di Napoli al ritmo di una squadretta ogni mezz'ora, dilapidando patrimoni per una carica da consigliere che, matematica alla mano, dovrebbe durare 20 anni per pareggiare i conti. Forse, chi sa, sperano che dall'alto di palazzo San Giacomo in qualche modo sia più facile ottenere benefici, indirizzare risorse o anche solo gestire una fetta di potere, come un giocattolo costoso da bambini viziati. O è impegno vero da mecenati, chi lo sa, anche per quelli folgorati sulla via dell'italico trasformismo dalla sera alla mattina.

In questi ultimi giorni ci sono candidati di rifondazione che coprono candidati di rifondazione e candidati di forza italia che coprono - sacrilegio - Silvio Berlusconi, An su An, centristi contro centristi, segno di una competizione che è fra coalizioni ma ancora di più fra candidati dello stesso partito. Alla fine ci sarà chi "salirà" e chi resterà fuori e più cocente sarà la delusione quanti più soldi il candidato avrà bruciato sul barbecue elettorale alimentando il sacro fuoco delle aspettative disilluse. Per fortuna io ne ho buttati pochi, ne ho pochi a dire il vero, mi arriverà si una bolletta telefonica tremenda, ma sarà cosa risibile rispetto a quello che è stato speso da altri. Quindi anche la delusione, se non dovessi farcela, assumerà proporzioni ridotte.

E' difficile prendere voti, soprattutto quando ci sono 9.200 candidati, 1 ogni 90 elettori e tutti hanno un cugino, un parente, uno zio, un figlio o un genitore che si presentano, è difficile far sapere alla città chi sei, che fai, che idee hai in testa, è difficile pure far vedere alla gente che hai fatto i manifesti anche se ne hai stampati 10.000 e ci hai buttato il sangue per attacchinarli.

Ogni elezione si trascina malumori, soprattutto a sinistra quando ci sono candidati che non hanno avuto la "brochure" e quelli che hanno avuto i bigliettini con l'abbinamento al comune che non li convince, quelli che si stampano da soli pezzetti di carta che fanno tenerezza, che non prenderanno un voto in più di quelli che può assicurare la propria famiglia e chi fa gazebo in tutta Napoli, gli spot TV e assume un esercito di aiutanti, arrivando anche a pagare i rappresentanti di lista che dal partito, invece, non prendono niente. Ci sono cose che non si possono comprare e sono sempre di meno, per tutto il resto c'è mastercard e quella, si sa, funziona sempre, soprattutto se quando arriva il saldo il 15 del mese i soldi sul conto ci sono sempre.

Io so solo che sono stanco e adesso penso: "mai più campagne elettorali", però poi so anche che sono orgoglioso di aver portato delle idee alla visibilità cittadina, di aver parlato del modello Barcellona per un anno e vederlo finire nel programma della Iervolino, aver parlato del nodo strategico dei trasporti e della metropolitana e vedere Bassolino oggi a Londra assicurarsi quasi tutti i fondi per il completamento dell'opera, incluso la linea che passa per Piazza Carlo III.

Al concerto del Vomero c'era veramente tantissima gente, però è stato bello per me vederne anche un paio di centinaia a quello del sabato precedente a Piazza Carlo III, il quartiere dove ho la residenza storica da quando avevo 7 anni. Un non-luogo che per una sera si è trasformato in un posto vivo, coi bar della zona pieni e coi baristi increduli e felici. Una Napoli che si alza presto la mattina e lavora, produce, ha voglia di fare e costruire, di schifare la camorra e levarsela per sempre dalle palle. Ecco io a Piazza Carlo III mi sono sentito a casa, finalmente non più straniero nella mia nazione. Mi spiace solo che con la musica abbiamo forse dato fastidio ai migranti che in quella piazza dormono e io che ci passo tutti i giorni, nemmeno lo sapevo, però ce n'erano anche altri che ballavano sotto il palco, quelli dell'est europeo, i sudamericani, mentre a loro si mescolavano increduli passanti che non riuscivano a credere di trovarsi a Piazza Carlo III davvero.

Beh, è per queste cose, è per aver rivisto Luca e Sergio di nuovo insieme sul palco dopo tanti anni, è per le centinaia di persone del quartiere e della città con le quali ho parlato, per mio padre che rivede i vecchi compagni diventati assessori, quelli diventati consiglieri, i senatori e i deputati, quelli che non sono diventati niente e magari portano ancora con orgoglio il portachiavi arrugginito del PCI, di quel grande genitore collettivo che era il Partito Comunista Italiano. Ma anche il vecchiarello che si avvicina e dice: "fatemi vedere chi devo votare, sono sempre stato comunista, distribuivo il giornale" come all'epoca gli attivisti chiamavano l'Unità, per loro semplicemente il Giornale.

E a me viene da piangere, per tutta questa gente che invecchia ma non perde la speranza, che alza lo sguardo al cielo anche quando la schiena si piega sotto il peso degli anni. E' per me stesso, quando parlo dal palco e li guardo dritto negli occhi, è per le pacche sulla spalla che da loro ricevo e che mi gratificano. Per tutte ste cose, anche ora che sono stanco davvero, alla fine non mi pento. Noi ci saremo sempre, comunque vada sosterremo le lotte, saremo sempre dalla parte giusta, accada quel che accada il nostro cuore batterà a sinistra e ci sveglieremo come Lucio Lucertola lo stesso esatto numero di volte. O moriremo con la testa trapassata da un proiettile ignoto come Leone l'allegro e Carlo Giuliani o, più semplicemente, guarderemo il futuro e rideremo felici bevendoci una ranciata, col sorriso di Lupetto e Juri Dello Iacovo, perchè siamo un popolo solo.
ROSARIO DELLO IACOVO



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