Nick: KAMIKAZE Oggetto: CIAO ZIO HANK Data: 11/1/2004 3.20.44 Visite: 186
Ciao zio Hank, o Charles, o ancora Charles Bukowski, se preferisci. Ma so che non te ne frega un cazzo, vorresti solo un six pack di birra, un paio di quinti di whiskey, musica classica per sognare e una notte lunga nella quale far risuonare i tasti della tua vecchia macchina da scrivere. Sai zio, quest'anno fanno dieci anni che sei morto e devo dire che mi manchi. Lo so lo so, su queste cose ci pisceresti sopra e se fossi venuto a bussare alla tua porta nemmeno avresti aperto, a meno che non fossi stato in compagnia di una bonazza o del tuo vecchio amico bacco. Non è il tuo stile piangerti addosso e nemmeno te ne frega un cazzo sapere che continuo a rileggere i tuoi romanzi, i tuoi racconti, le tue poesie sbilenche e devo dirtelo (anche se non te ne frega un cazzo) mi sembrano ogni volta più belli. Sai zio vorrei un pomeriggio di sole, pure se a me piace la pioggia, ma se piovesse non ci sarebbero corse di cavalli e non potremmo andare giù lungo la costa. O forse correrebbero lo stesso, che ne dici? Non ne so un cazzo di cavalli, sei tu l'esperto e comunque col sole o con la pioggia, me ne andrei al più vicino ippodromo e ti guarderei studiare il listino e sapresti sempre su quale cavallo puntare. Poi ci sarebbe una tipa, bella o brutta, giovane o tristemente vecchia, di quella vecchiaia che solo tu sai descrivere con tanta umana crudezza. Una tipa che ti si struscerebbe addosso con il suo carico di troppe tette e troppo culo e gambe tornite, di taglia forte, come piacciono a te. E ti scoperebbe zio fino a prosciugarti e io mi chiederei che cazzo hai che le manda fuori di testa, forse che sei il grande Bukowski, o solo un impegato delle poste con un gran cazzo. Non lo scoprirò mai. A quest'ora zio sarai solo un mucchietto d'ossa vecchie, dal quale si potrebbe ancora distillare qualche litro di quello buono. Non ti dirò cazzate, non lo meriteresti, non ti parlerò di gloria eterna e della scrittura che vince la morte. Tu gli scrittori li hai sempre odiati e avevi pure ragione, tu amavi la vita zio e però, non negarlo, l'hai pure sempre schifata. E con il tuo ghigno, con i brufoli della tua faccia cos“ fottutamente anti estetica (non eri un modello, ammettilo, e sotto sotto ne eri pure fiero), guardo fuori. Consapevole che non c'era nessun paradiso ad attenderti e d'inferno ne hai avuto una vita intera. Ciao zio, stanotte sento risuonare i tasti della tua vecchia macchina da scrivere e da lontano la cavalcata delle valchirie annuncia, in fondo, solo l'arrivo di un altro giorno. |