Nick: dredry Oggetto: Porcile Data: 11/1/2004 9.0.54 Visite: 141
Porcile di Pier paolo Pasolini Il dramma “Porcile” di Pier Paolo Pasolini è la trasposizione teatrale del secondo episodio, quello ambientato in Germania nel 1967, del film omonimo diretto dallo stesso autore. Il film del 1968-69 ha un primo episodio ambientato in Sicilia nel Cinquecento, sulle pendici dell’Etna. Lo spettacolo ha debuttato ad agosto al Festival di Salisburgo, a settembre ha partecipato a Salerno alla manifestazione “Emozioni”. La produzione è del “Nuovo Teatro Nuovo” di Napoli, laboratorio di innovazione molto attivo e rinomato. Antonio Latella, regista “operaio” che produce rappresentazioni quasi come in catena di montaggio, parte dai dialoghi del film e ripropone le voci di Alberto Lionello e di Ugo Tognazzi, due degli interpreti. Si sente anche la voce di Pasolini durante un’intervista e le voci degli intervistati nel celebre documentario “Comizi d’amore”. Un omaggio chiaro, evidente all’opera dell’autore, una dichiarazione d’intenti nel rispetto integrale del testo e dei significati politici originari. Latella ha già affrontato Pasolini con “Pilade”, la trilogia si concluderà con “Bestia da stile”, probabilmente in scena nel 2004. La storia è quella di Julian, figlio dell’industriale e latifondista Klotz, espressione del capitalismo del dopoguerra in uno stato che ancora deve fare i conti con il recente passato nazista. E’ il classico dramma borghese che indaga proprio i mali della sua classe sociale, che mette alla berlina il potere dominante usando terapie omeopatiche, ironie amare e rassegnate, che racconta la ribellione dei figli, impotente e subito soffocata nel sangue. Julian dichiara infatti “Non so essere né ubbidiente né disubbidiente, non ho opinioni. Ho tentato di averne, e ho fatto, in conseguenza, il mio dovere. Così mi sono accorto che anche come rivoluzionario ero conformista”. Ma fortunatamente la ribellione continua e Ida, giovane diciassettenne che ama Julian ma non è corrisposta, va a Berlino insieme ad altre migliaia di giovani “a pisciare contro il Muro”, la barriera che sarà abbattuta soltanto 22 anni dopo per la costanza di chi non si è arreso. Julian non può contraccambiare Ida ma conosce l’amore, un amore intenso e appagante di cui ci racconta senza rivelare l’oggetto delle sue attenzioni. Vive sospeso in una dimensione irreale, travolto dalla sua passione segreta: egli è attratto inesorabilmente dalle carni rosa, dalle setole bianche, dalle code attorcigliate dei maiali, è travolto e sconfitto tragicamente dalla sua insana zoofilia. Nei maiali il padre Klotz identifica, con cinica ironia, gli appartenenti al suo ceto, gli stessi dei tempi di Brecht e di Grozs anche se ora la Germania che fabbrica lane, formaggi, birra e bottoni non è più quella di Hitler. Ma il maggior concorrente di Klotz è proprio un nazista, il sedicente signor Herdhitze, un criminale che si è arricchito con i denti d’oro degli ebrei mandati alle camere a gas. Non potendo sconfiggere l’avversario si giunge al compromesso, all’accordo ignobile in nome dei profitti. L’Universo è suino e lo Stato è porcile, quindi la scenografia e i costumi sono nelle gradazioni dal rosa al fucsia al viola per la rappresentazione del dramma con i suoi personaggi e i suoi simboli del potere e della sopraffazione. La scelta dei commenti musicali richiama la Sicilia con un brano in dialetto degli scomparsi Kunsertu, ripropone la contestatissima “Dio è morto” di Guccini/Nomadi e infine stupisce sarcasticamente con l’inno di “Forza Italia”. Convincenti gli attori : Annibale Pavone, Rosario Tedesco, Cinzia Spanò, Marco Foschi, Stefania Troise e gli altri.(articolo di Saverio Aversa) http://www.gayroma.it/z%203%20gennaio%202004%20b.htm Ieri sera ho visto questo spettacolo.
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