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Nick: kicco82
Oggetto: l'estate del mio primo bacio
Data: 31/5/2006 12.48.7
Visite: 192





Quando ha pensato di girare il suo primo film, L'estate del mio primo bacio (tratto dal romanzo di Teresa Ciabatti: Adelmo torna da me), Carlo Virzì ha scelto di ambientarlo negli anni '80.

Un po’ omaggio nostalgico - era quello il periodo della sua adolescenza- , un po’ perché gli sembrava una scelta originale, considerato che fino a quel momento quel periodo non era ancora stato "sfruttato" cinematograficamente.

Mai avrebbe immaginato che da lì a breve avrebbe riscosso enorme successo il film di un altro esordiente, Fausto Brizzi, ambientato proprio in quegli anni: Notte prima degli esami. E così addio originalità.

In compenso proprio l’uscita ravvicinata di due film così simili per ambientazione e atmosfere potrebbe inaugurare un nuovo filone: dopo il revival dei '60 e sei '70, tornano in primo piano gli anni dei DuranDuran e dei Culture Club, dei cartoni animati e delle merendine, lontani anni luce dalla generazione tutta play station, telefonini e internet.

Un film tenero e graffiante, ironico e divertente. Proprio come la protagonista Camilla (la straordinaria esordiente Gabriela Belisario), una tredicenne complessa e "sfaccettata", figlia di una famiglia facoltosa che, in vacanza all’Argentario, sogna ardentemente il suo primo bacio. E che decide di realizzarlo con Adelmo, diciassettenne del posto (Iacopo Petrini, di una bellezza imbarazzante) ingaggiato per pulire la piscina della villa di famiglia.

Due mondi a confronto: quello benestante e spesso ipocrita e falsamente buonista di Camilla, l’altro più semplice e genuino di Adelmo. Due universi talmente lontani che la ragazzina dirà a un certo punto: "Tu, ragazzo povero, sei per me come un ragazzo normale”.

E al centro di tutto questo lei, la protagonista, che fra telefonate anonime, bugie e ricatti, sogna quel primo agognato bacio, che tarda ad arrivare. Mentre la mamma Giovanna (Laura Morante) persa nelle sue nevrosi e nei suoi ambizioni da scrittrice e il papà Agostino, alle prese con la sua giovane amante, sembrano non accorgersi dei suoi turbamenti e delle sue difficoltà di crescita.





La giovane scrittrice Teresa Ciabatti dice di essersi ispirata alla sua adolescenza: è lei la Camilla ricca e viziata che desidera l’amore. Mentre il regista Carlo ha scelto appunto di riportare la sua storia indietro negli anni 80.

Anche perché, da buon musicista (è cantante, chitarrista e autore degli Snaporaz, il gruppo che ha curato quasi tutte le colonne sonore dei film di Paolo Virzì), per lui la musica è sempre in primo piano. E quale soluzione migliore che ambientare in film proprio negli anni 80, “in cui si camminava a ritmo di musica”.

E allora via con le canzoni dei Duran Duran, dei Culture Club, di Nada e dei Roxy Music ad accompagnare l’estate di Camilla e a sottolineare i momenti più significativi della storia.

Alla conferenza stampa di presentazione del film il regista, accompagnato da Iacopo Petrini, Neri Marcoreè e una divertentissima Gabriela Belisario (nella vita reale ancora più acuta e irriverente della Camilla del film) risponde ad alcune curiosità sul film.







Come è nata in te l’idea di diventare regista?
E’ stato il produttore Riccardo Tozzi a propormi questo progetto. Gli ho risposto: «fammici pensare un minuto». Dopo quindici secondi ho accettato. A dire la verità all’inizio qualche perplessità l’ho avuta, avevo un po’ di timore a mettermi in gioco, forse potrei dire pudore. Ma sono rimasto colpito dallo spirito della storia, da questi buffi personaggi. La vicenda di Camilla, una ragazzina che può sembrare odiosa ma che invece viene voglia di proteggere e coccolare, così sola e sul piano affettivo abbandonata a se stessa.

Come hai fatto a trovare attori esordienti così bravi?
Mi ha aiutato la mia esperienza di addetto casting che facevo, insieme a Betta Boni e Dario Ceruti per mio fratello Paolo. Abbiamo battuto per anni scuole e licei di Roma e della Toscana. Per Camilla abbiamo riesumato del materiale girato per il casting di Caterina va in città e l'abbiamo ritrovata. Iacopo invece l’abbiamo scovato in un Liceo di Piombino. Comunque sono convinto che con i talenti nascosti sia un po’ come il "peyote": non sei tu a trovarli, sono loro a venire da te.


Come è stato lavorare con una grande interprete come Laura Morante?
Laura è un’attrice meravigliosa e generosa, è stato un onore lavorare con lei. Per me, giovane regista, era quasi irreale averla sul set e sentirla ogni giorno rivolgersi dicendo: “Carlo, se facessimo così"? Le sono molto grato per aver accettato un ruolo come quello di Giovanna, così delicato e inedito per lei. Mi ha colpito l’intelligenza e il divertimento col quale si è buttata nel progetto. E il coraggio che ha avuto nel modificare il suo aspetto (nel film recita con una improbabile parrucca bionda, ndr).

E con un comico famoso come Neri Marcorè?
Neri a conoscerlo è uno spettacolo continuo e che con i suoi fuoriscena sarebbe da farci tutto un film. Ho sentito fiducia da parte loro fin dall’inizio. Questo è servito per vincere una altrimenti inevitabile soggezione. Lo stesso dicasi per Andrea Renzi, uno splendido e sfasato Agostino, e poi Gigio Alberti, quel meraviglioso trombone di Raimondo Florinelli Nardi, entrambi per me attori di culto.





Mentre con una "peperina" come Gabriela Belisario, che a sentirla in conferenza sembrava una quarantenne vissuta, più che una tredicenne in crisi ormonale?
Gabriela è un fenomeno della natura, l’avete vista e sentita. È una piccola adulta. Tanto che sul set mi sono anche scontrato con lei. Ogni tanto dovevo ricordarle, citando Povia, che “i bambini “dovrebbero” fare oh” e non dettare le regole...

A cosa ti sei ispirato per questo film ?
Avevo in mente le commedie francesi generazionali, tipo Tempo delle mele. E i film di mio fratello Paolo che è sempre un punto di riferimento per me.

Un’ ultima domanda d’obbligo: come è stato il tuo, di primo bacio?
Terza media, i miei compagni di classe arrivano e mi dicono:«Oh, c’è la Katia che "ti vede bene" (cioè ti vorrebbe baciare, in Toscana si dice così). E guarda che bacia bene». Non potevo certo rifiutare



"Cos'è che fa dell'uomo un uomo? Forse le sue origini? Il modo in cui nasce? Sono le scelte che fa nella vita non come comincia a fare le cose, ma come decide di finirle".



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   re:l'estate del mio primo bacio   31/5/2006 13.10.4 (19 visite)   Oh Palmipedo (ultimo)

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