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Nick: Nieth
Oggetto: la grotta del cane
Data: 9/6/2006 17.39.15
Visite: 80

Il problema è sempre lo stesso: decine e decine di siti archeologici, un patrimonio di valore immenso (anche sotto l’aspetto turistico e quindi economico), e uno sfruttamento quasi nullo. Chi non ha mai sentito parlare della “grotta del cane”? praticamente nessuno. E chi, invece, conosce esattamente dove sia e l’ha visitata? Anche questa volta, quasi nessuno.


La grotta del cane si trova ad Agnano, adiacente al complesso delle antiche terme.



 


Da diversi anni i reperti della zona sono stati presi a cuore dall’ACA (associazione conca di Agnano) che, a titolo di volontariato, cerca di curarne la conservazione e di ridar loro la dignità che meriterebbero. Spinta da un amore verso il territorio e le proprie origini, l’ACA in diversi anni di lavoro è riuscita a ripulire diversi reperti presenti nella conca di Agnano dai detriti portati dal tempo e dall’uomo, riportando alla luce e rendendo di nuovo agibili le strutture che una volta erano l’enorme complesso delle terme (strutturato probabilmente su sette piani e fornito di palestre e biblioteche) e la grotta del cane.


Armandosi soltanto di rastrelli, falcetti, zappe e un’enorme forza di volontà, i volontari dell’ACA hanno ripulito la zona, ormai diventata selva inestricabile, per permettere, dopo tanti anni (gli ultimi interventi da parte degli enti risalgono a più di venti anni fa), di visitare i reperti. Previa prenotazione, scuole e turisti si alternano in visite guidate alla scoperta di un pezzo di storia che, ogni volta, rivive nelle parole di Giacomo Minopoli, uno degli storici dell’associazione. Un ottimo risultato secondo il presidente dell’associazione, Silvana Russo, ed il vicepresidente Liborio Fusco che, con i vari tecnici e collaboratori, Antonio Cerrone, Francesco del Gais, Salvatore Foti e Giovanni Esposito per citarne solo alcuni, si prodigano per il mantenimento di questo sito con l’obiettivo di rivalutare il territorio attraverso la riscoperta e la rivalutazione di uno dei più grandi beni che il tempo ci ha lasciato.


Alla grotta del cane si arriva tramite un cancello (spesso e volentieri vandalizzato) adiacente all’antica porta delle terme, continuando sulla strada in terreno ripulita dall’ACA. Nel corso degli anni, oltre alla vegetazione, ben altre cose, molto meno naturali, avevano invaso la zona. Non senza sorpresa, infatti, i volontari, nei lavori degli scavi (effettuati con l’ausilio di forze specializzate, quali speleologi e pompieri), liberando l’ingresso della grotta hanno portato alla luce ruote di automobili, materiali di risulta, persino manifesti di una vecchia campagna elettorale.


La grotta del cane, in pratica, era stata utilizzata quasi come una discarica; un altro esempio di come la civiltà, nei secoli, possa essersi persa invece di progredire.


Questa cavità artificiale, infatti, ha probabilmente migliaia di anni di storia. Risalirebbe al periodo pionieristico dei greci, terzo e quarto secolo avanti cristo, costruita per sfruttare i vapori natuarali a scopi termalistici. Le terme, infatti, non furono prerogativa dei romani: anche nell’antica Ellade erano diffuse e va da sé che, in una zona vulcanica come è quella di Agnano, non sarebbero potute mancare.


I fenomeni oggi visibili, ossia la fuoriuscita di anidride carbonica dal suolo, sono evidentemente arrivati dopo determinati da fenomeni avvenuti nel tempo. L’anidride carbonica, essendo più pesante dell’aria, ristagna a pochi cm del suolo, salendo via via che la grotta scende di profondità. Proprio il nome, “grotta del cane”, lo spiega Giacomo Monopoli, deriva da un’usanza del settecento quando, per mostrare ai turisti dell’epoca la particolarità della grotta, vi si faceva entrare un cane e, sollevandogli le zampe posteriori in modo che esso si trovasse col muso a terra, si mostrava come il cane finisse presto in crisi respiratoria, perdendo i sensi. Un’usanza barbara che spesso, specie se ripetuta, portava alla morte la cavia usata. Anche oggi L’ACA mostra ai turisti gli effetti delle particolarità della grotta, ma con un sistema sicuramente meno pericoloso: l’esperimento consiste infatti nel vedere come la fiamma di un accendino sia viva nella parte alta della grotta, e come subito si spenga se l’accendino viene portato in basso: venendo a mancare l’ossigeno, la fiamma non può più bruciare.


La grotta è strutturata con un corridoio in pendenza di circa otto metri che porta in una caverna di quaranta/cinquanta metri cubi. Quest’ultima sala, però, è impossibile da visitare: i fenomeni vulcanici che nel tempo hanno agito sul territorio hanno fatto sì che oltre alla mancanza assoluta di ossigeno (l’area è satura di anidride carbonica), al suo interno si sviluppi una temperatura di sessanta gradi centigradi. Durante i lavori di scavo e di riscavo, infatti, durante i quali sono stati portati fuori metri cubi di detriti, anche i lavoratori specializzati dovevano limitarsi ad interventi di pochi secondi e con le dovute protezioni.


L’Aca ha così riportato alla luce ed alla memoria un sito di duplice valenza, sia archeologica che geologica; un lavoro a monte notevole e complicatissimo per le particolari condizioni per il quale non si può non render merito.


 


Studiando la storia della grotta, inoltre, sono venute fuori diverse curiosità. Pare che don Pedro di Toledo, nel secolo sedicesimo, vi usasse rinchiudere i suoi servi più indisciplinati: una sorta di camera a gas naturale che è forse alla base dell’interesse che hanno avuto anche i tedeschi per il sito durante l’ultima guerra, anche se non risulta che poi il Terzo Reich ne abbia fatto questo uso.


Anche Carlo VIII si interessò al sito, portandovi un asino per provare la peculiarità della grotta; riferimenti si trovano addirittura nella “istoria naturalis” di Plinio il Vecchio, a riprova dell’effettiva antichità della grotta.


Durante le visite guidate anche i turisti possono provare (ovviamente per pochissimi secondi e con le dovute precauzioni) il senso di vuoto dato nell’immersione nel tratto dove non c’è ossigeno: una sensazione quasi indescrivibile, bella e brutta allo stesso tempo, che porta anche ad uno stato di euforia.




Un’ultima curiosità, anche se è in corso di verifica: pare che la permanenza nel tratto iniziale della grotta determini un.. rinvigorimento della virilità: una sorta di viagra naturale.





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