Nick: mir Oggetto: 1982 Data: 10/6/2006 14.20.4 Visite: 191
I ghiaccioli costavano 100 o 200 lire. Ce n'era uno che si chiamava Magic Cola. Se te lo mangiavi la bocca e la lingua diventavano blu per un sacco di tempo. Tempo dopo lo tolsero di mezzo perchè i coloranti "potevano" essere cancerogeni ("non si esce vivi dagli anni 80" cit.). Vivevo letteralmente al "Golden Beach", uno dei tanti lidi della costiera sorrentina. Andavo lì alle 10, da solo, e me ne tornavo al residence alle 8 di sera, da solo. C'era un grosso juke box. Mettevo tante canzoni. Umberto Tozzi ma non mi ricordo quale, la canzone del tempo delle mele, "Paradise" di quella gran gnocca di Phoebe Cates (ma che fine avrà fatto?) e gli Imagination (forse). Ogni volta che mettevo le 200 lire prendevo la scossa. Quel cazzo di juke box non aveva la messa terra e io tutto bagnato ero il perfetto conduttore di corrente. Mi meraviglio che qualche bambino non ci sia rimasto. Mi piaceva una, anzi ne ero follemente innamorato. Ma questo succedeva ogni estate. Si chiamava Barbara ed era di Milano. Aveva i capelli corti, biondi e gli occhi azzurri. Era snella e mi superava in altezza di pochi centimetri pur avendo la mia età. Le ragazze si sviluppano prima, si sa. Aveva un accenno di seno che le fissavo con insistenza senza farmene accorgere. Solo alla fine dell'estate le dissi che l'amavo e lei mi diede un bacio sulle labbra. Non l'ho mai più rivista (se leggi questo fatti risentire, se leggi questo stai alla frutta quindi magari cerca di rimanere un bel ricordo). La sera poi era pizza. Allora mangiavo solo la marinara perchè la mozzarella non mi piaceva. Però era buona lo stesso. Con la bottiglietta piccola di vetro della Coca davanti. La sera era anche uno strano rito. Tutti davanti alla tv perchè l'Italia era al Mundial. C'era un'arancia che faceva da mascotte e non era tanto carina come cartone. Allora vedevo solo Lupin e cantavo con mia nonna la sigla "Chi lo sa che faccia ha. Chissà chi è. Tutti solo sanno che si chiama Lupin.". Vedevo il nostro difensore Gentile che ammazzava di botte Diego e non gli faceva toccar palla. Vedevo uno dei più grandi Brasile della storia prenderle da uno magro e dalla faccia antipatica dal nome comune. Paolo Rossi. Poi venne una sera. E il paese era silenzioso. E non c'era nessuno per strada. E se stavi affacciato ad un balcone sentivi le televisioni da ogni finestra. Tutti molto nervosi. La stanza piena di fumo. Ed una serie di gol. E uno dei grandi che saltando per l'emozioni mi pestò il piede. MOlto dolore ma passò. Uno che dopo aver segnato corse urlando a braccia aperte. Il presidente Pertini in piedi con le braccia verso il cielo. Il portiere anziano con la coppa in mano. E la gente per le strade con tanti tricolori che sembravano fatti solo per quel momento.
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