Altra “vittima” del progetto “Mirabilia” il mausoleo funerario che languisce abbandonato lungo via Pigna. Anche questa volta, c’è solo un cartello del ministero dei beni culturali a testimoniare l’esistenza del reperto. Tutto intorno, un degrado impossibile da descrivere. In questo caso non si è intervenuto nemmeno piazzando una recinzione, nemmeno cercando di tenere puliti quel paio di metri nelle immediate vicinanze.
Una pavimentazione dissestata e poco illuminata, un marciapiedi sporco, un ciglio della strada a ridosso del quale, specie in caso di pioggia, si accumulano terriccio e detriti: questo è, all’occhio di chi guarda, il rispetto portato per l’ennesimo bene culturale “minore” della nostra città. Forse perché la strada, nelle vicinanze della trafficata via dell’Epomeo, non offre possibilità di sfruttamento turistico, forse perché il reperto è parzialmente rovinato, fatto sta che nessuno, finora, si è preoccupato della zona.
Non è stata allestita una recinzione, non c’è un’indicazione stradale, nemmeno un minimo di cura del manto stradale o della pulizia. Soltanto un cartello cartello con una descrizione sommaria, che più che rendere dignità a un monumento suona come contentino per la coscienza di chi, invece, avrebbe dovuto provvedere a valorizzare la zona in ben altri modi.
In una città come Napoli, che negli ultimi anni ha mostrato una propensione più che particolare verso la storia e la cultura, il disinteresse delle istituzioni non può che suscitare un ironico, amaro sorriso.
Alcuni appassionati identificano nella strada un’antica arteria di comunicazione, centro nevralgico di transazioni commerciali e non.
Attualmente dei fasti antichi nella strada si è persa addirittura la memoria, e quei “quattro sassi” restano sconosciuti persino alla presenza dei residenti. Secondo una di quelle tesi discusse, tramite le quali gli studiosi si danno battaglia a colpi di ipotesi e prove, il mausoleo funerario farebbe parte addirittura di una grossa necropoli che, migliaia di anni fa, occupava la zona al margine della strada. Questa “città dei morti”, una sorta di antico cimitero, sarebbe poi col tempo stata inglobata dalle costruzioni e finita sepolta, se non, e non sarebbe la prima volta, depredata.
Anche questo monumento è stato inserito nel maggio dei monumenti del 2003. Un’altra passata di spugna per ripulirsi la coscienza, a giudicare dalle condizioni in cui la zona versa oggi. Non solo risulta difficoltoso trovare il mausoleo, ma anche visitarlo può essere un problema. Inutile perder tempo a cercare inesistenti insegne, l’unico modo è aguzzare la vista verso il marciapiedi, e osservare alle spalle delle automobili parcheggiate. Solo con uno sguardo attento si potrà notare la piccola parete adorna di quelle che un tempo furono delle nicchiette lavorate e chissà, forse, lucenti di marmi e decori.
“una cinquantina di metri prima del negozio di elettrodomestici”, è l’indicazione che si da di solito a chi chiede. Meglio sforzarsi di non dare la colpa all’incuria delle istituzioni, e di prenderla come un’allegoria del consumismo della nostra società.
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